A Pompei è stata riportata alla luce una tomba di un tribuno militare che reca un’iscrizione singolare, fondamentale per ricostruire una pagina della storia della Spagna. La scoperta permette di conoscere sempre più a fondo la rete del potere ai tempi dell’imperatore Augusto.

Dagli scavi archeologici di Pompei continuano a emergere nuove affascinanti scoperte, che permettono di ricostruire con sempre più efficacia la vita, la società e la complessità dell’Antica Roma. Questa volta, dagli ambienti sotterranei dell’edificio di San Paolino – dove sono in corso i lavori per la realizzazione di un’intercapedine nella nuova sede della biblioteca del Parco Archeologico di Pompei – è stata riportata alla luce un'iscrizione su una tomba. La sepoltura, a forma di semicerchio, è riconducibile alla tipologia “a schola” ben nota a Pompei, costituita da una panchina emiciclica in tufo, decorata alle estremità con zampe di leone.L’ISCRIZIONE FUNERARIA SCOPERTA A POMPEIDecifrando l’iscrizione, gli esperti hanno individuato non solo chi fosse il defunto, ma anche le principali vicende biografiche della sua vita, in particolare una brillante carriera militare, che lo portò a detenere per ben due volte il duumvirato, la magistratura più alta nella città di Pompei.Si tratta di Numerio Agrestino, tribuno militare e prefetto degli Autorigoni: quest’ultima carica, in particolare, non è mai stata attestata prima d’ora, e consente di comprendere meglio l’organizzazione del potere romano in una fase di transizione verso il modello imperiale. Infatti, gli Autorigoni erano un popolo delle regioni settentrionali della penisola iberica, dove l’imperatore Augusto condusse le “guerre cantabriche” tra il 29 e il 19 a.C., con l’obiettivo di completare l’occupazione della Spagna.LA RETE DEL POTERE AI TEMPI DELL’IMPERO ROMANO“Vediamo emergere qui la rete del potere che collegava le élites dell’Impero, ai cui membri chiedeva l’impegno nelle aree di conflitto, con la promessa di ricompense economiche ma soprattutto di prestigio sociale nella comunità di residenza”, spiega il direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel.Quella appena scoperta, inoltre, non è una tomba privata (già ritrovata nella necropoli di Porta Nocera), ma un monumento funerario su suolo pubblico voluto successivamente dal consiglio dei decurioni. Si tratta quindi, conclude Zuchtriegel, di “espressioni di riconoscimento e lealtà verso qualcuno che si era letteralmente battuto in prima linea per la causa dell’Impero”.[Immagine in apertura: courtesy Parco Archeologico di Pompei]
PUBBLICITÀ