Nuove rivelazioni sul ritratto capolavoro di Jacques-Louis David
ARTE
Capolavoro
assoluto del periodo neoclassico, il “Ritratto dei coniugi
Lavoisier” di Jacques-Louis David è stato recentemente oggetto di
un'analisi da parte degli studiosi del MET di New York.
Al centro della ricerca, la scoperta di immagini “nascoste”
dietro lo strato di pittura.
Quando un grande
capolavoro del passato rivela nuove informazioni su di sé,
scombinando quanto fino a ora creduto sull'opera in questione e sulla
pratica del suo autore, è come se la storia dell'arte dimostrasse
tutta la sua precarietà: in un certo senso, tutto è vero fino a
quando non viene smentito. Prove ne sono la recente scoperta del
Cupido “nascosto” nel dipinto di Vermeer Donna che
legge una lettera davanti alla finestra, o ancora prima
l'individuazione di un'immagine misteriosa dietro l’Autoritratto
come scultore di Antonio Canova.
A questi clamorosi esempi si aggiunge oggi un nuovo rinvenimento,
avvenuto ancora una volta grazie all'imprescindibile ricorso alle nuove tecnologie. Il Metropolitan Museum of Art di New
York ha infatti annunciato nuove informazioni intorno a uno dei suoi
quadri più rappresentativi: Ritratto dei coniugi Lavoisier,
ovvero il doppio ritratto del chimico francese Antoine
Lavoisier e di sua moglie e collaboratrice Marie-Anne Pierrette
Paulze.
IL DIPINTO DI DAVID
Realizzata da
Jacques-Louis David nel 1788 su commissione della stessa Marie-Anna,
la tela – grande circa 260 x195 cm – ritrae la coppia di
scienziati in posa, circondati dai loro strumenti di lavoro. Coperto
da un leggerissimo telo di velluto rosso, il tavolo sul quale
poggiano i due protagonisti presenta alcune delle più importanti
risorse tecniche di fine Settecento: un barometro, un gasometro,
giare e ampolle di vetro collocate sul piano e sul pavimento.
Insomma, una scena volutamente informale, che “cattura” la coppia
nel proprio ambiente di lavoro.
Parte della collezione
permanente del museo americano dal 1977, il dipinto è stato
prelevato dalle pareti dell'istituzione nel 2019, passando nelle mani
degli specialisti del dipartimento di conservazione e restauro.
Obiettivo? Rimuovere il vecchio strato di vernice della tela, per
donare nuovo vigore e lucentezza a un'opera minacciata dallo scorrere del tempo.
I DETTAGLI DELLA SCOPERTA
A partire dalle prime fasi
del restauro, tuttavia, il dipinto ha rivelato diverse informazioni fino a quel momento sconosciute. Si è notato, ad
esempio, che una serie di puntini di vernice rossa sporgevano in
prossimità della testa di Madame Lavoisier, così come sono state
rilevate minuscole crepature della vernice nell'area del tavolo di
lavoro. Segni di immagini sottostanti, dunque, di fronte ai quali il
team di lavoro del MET ha cercato di indagare.
Ricorrendo a tecniche non
invasive, e attraverso l'impiego di raggi infrarossi, gli esperti
hanno rinvenuto una serie di dettagli sotto lo strato di vernice.
Nello specifico, si è potuto constatare come Madame Lavoisier
vestisse, nel dipinto originale, un ampio e pomposo cappello alla
moda in quegli anni: un copricapo decorato con nastri e fiori
artificiali successivamente rimosso – molto probabilmente per
volere della stessa scienziata, che preferì proporsi al pubblico con
una “uniforme” più austera e adatta al suo ruolo professionale.
UNA COMPOSIZIONE AD HOC
Altre scoperte riguardano
infine il tavolo da lavoro, che nella bozza originale non presentava
né la sontuosa tovaglia in velluto né gli strumenti scientifici. Gli
esperti hanno infatti confermato che ampolle e barometro, elementi
che contribuirono ad annoverare i due scienziati tra i “padri” della chimica moderna, furono aggiunti in studio da
David, che creò la “scenografia” ad hoc per esaltare al meglio i
committenti. Carico di queste nuove informazioni,
il capolavoro è tornato ora nelle sale del MET, pronto ad accogliere il pubblico con tutto il suo splendore.
[Immagine in
apertura: Jacques-Louis David (French, Paris 1748– 1825 Brussels).
Antoine Laurent Lavoisier (1743–1794)
and Marie-Anne Lavoisier (Marie-Anne Pierrette Paulze, 1758–1836),
1788. Oil on canvas. 102 1/4 x 76 5/8 in. (259.7 x 194.6 cm). The
Metropolitan Museum of Art, New York, Purchase, Mr. and Mrs. Charles
Wrightsman Gift, in honor of Everett Fahy, 1977 (1977.10)]