A partire dal prossimo 27 giugno sarà possibile ammirare lo splendido pavimento del Duomo di Siena, frutto di un lavoro minuzioso di cinquecento anni, dal Trecento all'Ottocento.

Lo splendido Duomo di Siena conserva al suo interno straordinari capolavori d'arte: il preziosissimo pavimento a commesso marmoreo è uno di questi. Frutto di un lavoro minuzioso di cinquecento anni, dal Trecento fino all'Ottocento, il tappeto di marmo della Cattedrale senese sarà nuovamente scoperto e reso visibile a partire dal prossimo 27 giugno, su iniziativa dell'Arcidiocesi di Siena - Colle di Val d’Elsa - Montalcino, dell’Opera della Metropolitana di Siena e di Opera Laboratori. Arricchito da cinquantasei tarsie, il pavimento rappresenta un'opera unica, non solo per la tecnica di realizzazione, ma anche per il grande valore simbolico delle iconografie rappresentate.IL PAVIMENTO DEL DUOMO DI SIENA Costruito attraverso la tecnica del commesso marmoreo e del graffito, il pavimento porta la firma dei più importanti maestri senesi, come Sassetta, Domenico di Bartolo, Matteo di Giovanni e Domenico Beccafumi, insieme a quella del pittore umbro Pinturicchio, padre del celebre riquadro con il Monte della Sapienza. Dopo aver attraversato la celebre tarsia dedicata all'Ermete Trismegisto, il primo grande teologo dell'antichità, il percorso della pavimentazione conduce alla tarsia di Socrate e Cratete realizzata da Pinturicchio e prosegue con l'itinerario biblico a opera di Domenico Beccafumi: a differenza degli altri artisti, il pittore senese rinnovò la tecnica del commesso marmoreo dando vita a sorprendenti sfumature chiaro-scure, ad esempio il fregio con Mosè fa scaturire l’acqua dalla roccia.LA SCOPERTURA DEL PAVIMENTO SENESE In occasione della scopertura, in programma dal 27 giugno al 3 luglio e dal 18 agosto al 18 ottobre prossimi, i visitatori potranno ammirare i minuziosi dettagli del tappeto marmoreo di Siena, osservando anche le tarsie lignee di Fra Giovanni da Verona che raffigurano vedute urbane, paesaggi e nature morte. “La visione complessiva delle cinquantasei tarsie del pavimento può rappresentare un momento di personale e silenziosa riflessione [...] alla ricerca proficua del senso che ciascuno di noi intende dare alla propria vita”, afferma Giovanni Minnucci, Rettore dell’Opera della Metropolitana di Siena. [Immagine in apertura: Archivio fotografico Opera della Metropolitana – foto Bruno Bruchi]
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