Dopo aver disegnato gli skyline e le mappe di alcune delle metropoli più importanti del globo, l'architetto e disegnatore Matteo Pericoli ha deciso di concentrare la sua attenzione sulla città in cui è nato: Milano. Il suo ultimo progetto grafico è un disegno lungo oltre due metri, dedicato a 76 luoghi iconici del capoluogo lombardo.

Come si possono raccontare i continui cambiamenti di una metropoli moderna? Come riassumere, in poche linee impresse su un foglio di carta bianca, le mutazioni di un città viva – che si evolve giorno dopo giorno, seguendo il ritmo del respiro di chi la abita? Se lo è chiesto Matteo Pericoli, l'architetto e disegnatore noto a livello internazionale per i suoi skyline illustrati. Dopo essersi confrontato con le vedute dalle abitazioni di registi, scrittori e musicisti di New York, e dopo aver raccontato l'isolamento della pandemia con il progetto partecipativo Finestre sull'Italia, l'autore torna in libreria con un nuovo progetto grafico: un elegantissimo libro a leporello dedicato ai monumenti più iconici della sua città natale. L'OMAGGIO A MILANO DI MATTEO PERICOLI Edito da Rizzoli Lizard, e racchiuso all'interno di un cofanetto cartonato che rende il volume un oggetto da desiderare, Ecco Milano – Ritratto di una città che cambia (nell'immagine in apertura un dettaglio della copertina) è uno splendido ritratto in omaggio ai luoghi simbolo del capoluogo lombardo: dall’eterna facciata del Duomo al Teatro alla Scala, dall'ormai imprescindibile Bosco Verticale (progettato da Stefano Boeri) alle varie torri e porte che punteggiano il territorio. Semplificati in poche linee, gli edifici sono distribuiti su una lunga striscia di carta ripiegata e dettagliata: una sorta di mappa del tesoro per scoprire alcuni dei posti più rappresentativi e altri meno conosciuti della città. Più che un libro un atto d'amore verso una città sempre bella e fuggevole. LE PAROLE DI MATTEO PERICOLI “Lo skyline di una città – il suo profilo, il suo ritratto – è un misto di elementi fisici e di materia intangibile, quali i ricordi, le emozioni, le sensazioni del luogo. Ritrarre una città in un disegno, quindi, non è un’operazione meccanica come raffigurare un soggetto chiaramente definibile e circoscrivibile nello spazio e nel tempo, ma un meticoloso lavoro di selezione, sintesi e soprattutto omissione”, racconta Matteo Pericoli nelle pagine d'introduzione al volume. “Come la maggior parte delle grandi città contemporanee, Milano è in continua evoluzione: un ritratto fatto oggi fisserà solo un momento della sua storia architettonica. In più, Milano non ha un punto di vista univoco e ben preciso da cui poter osservare quell’oggetto-non-oggetto che è il suo skyline. In questo senso Milano è diversa, per esempio, da New York e Londra. Grazie al suo non avere uno skyline univoco e riconoscibile, e quindi al suo non poter essere così facilmente semplificabile, etichettabile e forse identificabile (tranne certi suoi tratti specifici, come le guglie del Duomo o il limpido volume del Pirellone), Milano ha un’innumerevole quantità di skyline: tanti quanti i suoi abitanti”.
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