Dopo quasi cinque secoli dalla sua realizzazione, il soffitto ligneo dipinto da Giorgio Vasari per Palazzo Corner Spinelli è stato ricomposto. Le sue componenti, disperse dal Settecento, sono state recuperate e restaurate: rimontate insieme per la prima volta, sono ora esposte alle Gallerie dell'Accademia in una sala dedicata.

Nel 450esimo anniversario della morte del pittore e architetto Giorgio Vasari, le Gallerie dell’Accademia di Venezia lo celebrano ricomponendo – per la prima volta dopo quasi cinque secoli dalla sua realizzazione – il soffitto ligneo dipinto dall’artista per Palazzo Corner Spinelli. Si tratta di un avvenimento epocale, che finalmente porta a conclusione la lunga ricerca degli elementi andati perduti dal Settecento. Fin dagli anni Ottanta del Novecento, per iniziativa del Ministero della Cultura e degli Istituti territoriali veneziani, le componenti del soffitto sono state acquistate in Italia e all’estero per essere ricomposte. Quello raggiunto è un traguardo "che pochi musei al mondo possono vantare e che corona un lungo lavoro di acquisizione, restauro, studio preliminare e progettazione del riassemblaggio dei comparti dell’insieme”, sottolinea il direttore delle Gallerie dell’Accademia Giulio Manieri Elia.LA STORIA DEL CAPOLAVORO VENEZIANO DI VASARIIl soffitto ligneo è composto da un totale di nove tavole dipinte (otto quelle recuperate), di cui cinque raffiguranti le Allegorie delle Virtù (Carità, Fede, Speranza, Giustizia e Pazienza); i quattro comparti angolari, invece, sono decorate dai Putti. Si ipotizza che i frammenti siano stati rimossi dalla sede originaria di Palazzo Corner nel 1740, contestualmente al passaggio dell’edificio alla famiglia Spinelli, e quindi suddivisi in due nuclei alla morte dell’ultimo discendente dei Corner, per donarli in eredità alle due figlie (a quel punto della vicenda due tavole erano già mancanti). Tra vendite, passaggi di proprietà, "peregrinazioni" in collezioni italiane ed estere, si giunge fino al 1980. In quell'anno il cosiddetto Suicidio di Giuda, un frammento della tavola della Speranza, compare all’asta da Christie’s a Roma e viene acquistato dallo Stato per Casa Vasari, ad Arezzo. È dal 1987 in poi che le Gallerie dell’Accademia si prefissano l’obiettivo di riunire tutti i dipinti e ricomporre il soffitto, acquisendo le tavole ogni volta che queste compaiono all’asta o che tornano fortuitamente alla luce in Italia o all’estero.IL RESTAURO DEL SOFFITTO LIGNEO DEL VASARI Oltre a ricomporre l’opera (praticamente inedita nel suo complesso), gli interventi hanno mirato anche alla conservazione delle singole parti, attraverso uno scrupoloso restauro che si rendeva particolarmente necessario per giungere a un omogeneo livello di lettura dell’insieme. Si è quindi proceduto con restauri svolti in momenti e luoghi differenti, studiandone le caratteristiche tecniche per ricomporre correttamente l'insieme, dal momento che la ricca incorniciatura che univa le tavole è andata dispersa. Ulteriore ostacolo è stato rappresentato dalla scomparsa di uno dei quattro scomparti angolari, ciascuno raffigurante un Putto e di alcune parti della tavola con la Fede. Trattandosi di dipinti destinati a un soffitto e trasformati nel corso dei secoli in quadri da parete, i precedenti interventi di restauro avevano fatto i conti con la sfida del mutato punto di vista. Nel complesso, quella affrontata dalle Gallerie dell’Accademia è un’impresa senza precedenti, sia per la durata della ricerca dei frammenti dispersi che per la complessità unica del restauro finale.[Immagine in apertura: Il soffitto vasariano ricomposto. Foto di Matteo De Fina, 2024]
PUBBLICITÀ