24 illustrazioni spiegano altrettanti concetti cardine della storia del pensiero umano. Succede del nuovo libro “Metafora”, un omaggio “pop” alle principali dottrine filosofiche.

Il fiume, la caverna, lo spettro, il deserto, il gioco, lo specchio, il giardino. Sono solo alcune delle metafore utilizzate dai grandi filosofi per spiegare, in maniera didascalica e immediata, concetti altrimenti complessi e non propriamente di facile comprensione. Il nuovo volume illustrato edito da L'Ippocampo si sofferma su ventiquattro di queste figure retoriche, mettendo a segno un inedito manuale da leggere e ammirare.ILLUSTRAZIONE E FILOSOFIAScritto da Pedro Alcalde, Merlin Alcalde e Guim Tió, il libro – dal titolo Metafora. La storia della filosofia in 24 immagini (nell'immagine in apertura un dettaglio della copertina) – porta in rassegna le principali “sostituzioni semantiche” messe in campo dai grandi pensatori per sintetizzare le proprie teorie.Si passa così dal fiume di Eraclito (“la prima metafora della filosofia occidentale”) alla sfera di Parmenide, dal rasoio di Occam alla civetta di Hegel; dal segreto di Kierkegaard all'iceberg di Freud (metafora della nostra psiche, la cui parte più vasta – l'inconscio – resta nascosta sotto il pelo della coscienza). Approfonditi da una serie di schede (adatte anche a un giovane pubblico), questi cruciali concetti filosofici sono illustrati dalle tavole morbidi e sognanti dell’artista catalano Guim Tió, che nella loro purezza invitano alla riflessione.LE PAROLE DEGLI AUTORI“Le metafore filosofiche hanno tutte una caratteristica in comune: sono metafore concettuali”, si legge nell'introduzione al volume. “Operano un trasferimento da una parola o un enunciato concettuale, e quindi intangibile, a qualcosa che possiamo vedere, che ci immerge nel mare del sensibile. Il concetto diventa immagine. Ma c’è qualcosa di molto più importante che pulsa in loro: una luce diversa e rivelatrice che illumina il mondo intorno a noi, il mondo-ambiente con le sue forme e i suoi colori, la sua vita, il suo sangue e il suo odore. È così che le metafore filosofiche cancellano i margini delle astrazioni che le motivano per invitarci a una riflessione continua e a chiederci se, in fin dei conti, il nostro modo di intendere il mondo e noi stessi non sia di fatto modellato essenzialmente proprio da loro, dalle nostre metafore”.
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