La street art di Saype sulla spiaggia di Rio de Janeiro

Avviato nel 2019 con uno spettacolare affresco sull'erba di fronte alla Tour Eiffel di Parigi, il progetto Beyond Walls di Saype ha toccato nel corso degli anni capitali e luoghi iconici del pianeta, contribuendo parallelamente a estendere la fama del suo autore fino a renderlo uno degli street artist più noti del globo. Il concept di questa grande opera diffusa, realizzata in tutti e cinque i continenti del mondo, è semplice quanto efficace: protagoniste dei dipinti sono infatti delle mani gigantesche che si tendono l’una verso l’altra, stringendosi fino a formare un’enorme catena che attraversa Paesi a ogni latitudine. L'obiettivo è dare vita a un imponente abbraccio, anzi, per dirla attraverso le parole dell'artista, alla “più grande catena umana della storia”. L'INTERVENTO DI SAYPE A RIO DE JANEIRO Presentato di recente a Belfast, Beyond Walls approda per la prima volta in America Latina, con una serie di “affreschi urbani” realizzati in una delle capitali più grandi e popolose del continente: Rio de Janeiro. È qui che Saype ha dato vita ai suoi “abbracci urbani” in due dei luoghi più emblematici della città, simbolo delle contraddizioni del Brasile contemporaneo: la favela di Estàcio (conseguenza della distribuzione ineguale della ricchezza nel Paese e della mancanza di politiche a sostegno della popolazione più povera) e la spiaggia di Copacabana (una delle principali attrazioni per la gente del posto e per i turisti di tutto il mondo). LA STREET ART “SOCIALE” DI SAYPE Dipinti sulla sabbia e sul manto erboso utilizzando solo colori eco-compatibili a base di carbone, gesso e acqua, i due interventi coniugano – come ormai noto nella ricerca dell'artista – messaggio sociale e spettacolarità. Un aspetto, questo, che si amplifica tanto più in una città complessa come Rio de Janeiro, nella quale disuguaglianze sociali, povertà e violenza si oppongono e convivono con l'anima festosa ed esuberante tipica del luogo. [Immagine in apertura: Beyond Walls project by Saype. Rio de Janeiro. Photo credit Saype]