Via alla sesta edizione di "Teatro Archeologico", il festival teatrale che invita il pubblico alla riscoperta del patrimonio archeologico di Cortona, in Toscana, attraverso le arti performative. Dal 19 al 21 luglio si susseguono tre giornate ricche di spettacoli ed eventi, tra cui il tributo a Giorgio Vasari nei 450 anni dalla morte.

Tre giornate all’insegna del teatro, nella suggestiva cornice del Parco Archeologico di Cortona, in Toscana: dal 19 al 21 luglio torna la nuova stagione di Teatro Archeologico, il festival teatrale organizzato dall’associazione culturale rumorBianc(O), che “celebra la fusione tra l'arte teatrale e il nostro ricco patrimonio archeologico, offrendo al pubblico un'esperienza culturale immersiva e indimenticabile”, spiega la direttrice artistica Chiara Renzi.LA NUOVA EDIZIONE DI "TEATRO ARCHEOLOGICO" A CORTONAIl programma prende il via venerdì 19 luglio con l’inaugurazione della mostra Archeologia del presente di Renzo Francabandera, seguita in serata dal primo spettacolo, Corri, Dafne!, ideato da Ilaria Carlucci e tratto dalle Metamorfosi di Ovidio, in particolare dalla storia della fuga della ninfa Dafne dalla passione di Apollo.‌ La sera successiva andrà in scena La Coppa del Santo, che coinvolgerà il pubblico in un esilarante gioco a squadre “a tema sacro”, al termine del quale sarà votato il "santo vincitore" (tra le storie delle icone religiose della storia). Si chiude in bellezza il 21 luglio con il tributo mattutino a Giorgio Vasari in occasione dei 450 anni dalla morte, e con lo spettacolo serale Aspettando il vento di Luigi d'Elia e Francesco Niccolini: la storia di tre giovani ragazzi, delle loro avventure e dei loro amori.VIVERE L’ARCHITETTURA ANTICA ATTRAVERSO LO SPETTACOLO“La combinazione tra archeologia e spettacolo”, sottolinea Francesco Attesti, assessore alla Cultura del Comune di Cortona, “è un binomio vincente che riesce a destare sempre un grande interesse nel pubblico colto e non”. Teatro Archeologico è un’iniziativa che, nei suoi sei anni di vita, è sempre riuscita a guadagnarsi l’attenzione di un pubblico eterogeneo, avvicinandolo sia all’archeologia che al teatro: “I nostri luoghi storici da sempre hanno racchiuso riti, emozioni, magia”, conclude Attesti; “quale altro modo di farli rivivere se non utilizzando parole, danza e musica? Così si creano corrispondenze particolari tra pubblico e interpreti, vibrazioni tra natura e spazi lontanissimi nel tempo, e tutto torna a prendere vita”.[Immagine in apertura: un ritratto di Ilaria Carlucci. Photo Eliana Manca]
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