Un capolavoro di Tiziano torna a splendere dopo il restauro
ARTE
Fra le opere esposte in occasione della mostra "I Farnese. Architettura, Arte, Potere", visitabile fino al 31 luglio al Complesso della Pilotta di Parma, c'è anche il "Ritratto di Pier Luigi Farnese in armatura". Dipinto da Tiziano, è stato oggetto di un complesso restauro.
Rivela di nuovo l'intensità cromatica e la ricchezza di dettagli con cui lo aveva concepito Tiziano il Ritratto di Pier Luigi Farnese in armatura, l'olio su tela risalente al 1546 circa che è stato recentemente restaurato. Da pochissimi giorni incluso fra i capolavori della mostra I Farnese. Architettura, Arte, Potere, uno dei progetti culturali di punta del programma Parma Capitale italiana della Cultura 2020+21, il dipinto è stato oggetto di uno scrupoloso recupero, eseguito dai professionisti dell'Istituto Centrale per il Restauro. Le condizioni in cui versava hanno reso necessarie numerose operazioni, portate a termine dopo l'ampia campagna diagnostica preventiva, curata da Emmebi Diagnostica
Artistica, Arsmensurae e dal Laboratoire d’Archéologie Moléculaire et Structurale (LAMS) di Parigi, condotta sulla superficie pittorica. La notevole presenza di piccole lacune e abrasioni diffuse, nonché l'alterazione degli
strati protettivi, causata anche da colle e vernici applicate nel corso del precedente restauro, ne avevano infatti compromesso la piena leggibilità.LA STORIA DEL RITRATTO RESTAURATO DI TIZIANO
Compreso nella prestigiosa raccolta
farnesiana del Museo e Real Bosco di Capodimonte, che arrivò a Napoli con l’ascesa al trono di Carlo di
Borbone nel 1734, il Ritratto di Pier Luigi Farnese in armatura realizzato da Tiziano appartiene a un nucleo pittorico di rilievo indiscusso. Si tratta di un corpus di opere che include alcuni fra i più
celebri ritratti di tutta la pittura del Cinquecento europeo, oggi in massima parte conservati proprio a Capodimonte. Nel consegnarci la fiera immagine di Pier Luigi Farnese, figlio naturale primogenito di papa Paolo III vissuto fra il 1503 e il 1547, il maestro di Pieve di Cadore scelse una peculiare impostazione. Dipinse infatti il profilo del duca di tre quarti e ne "racchiuse" il corpo in una scintillante armatura da condottiero; nella composizione Tiziano incluse anche la bandiera, così da evocare la carica di Gonfaloniere e generale dell’esercito pontificio. Con la mano destra, in evidenza nella parte bassa del dipinto, il protagonista dell'opera afferra un bastone,
simbolo del suo comando militare. La sinistra, più in ombra, è posata sul manico di un pugnale pronto per essere afferrato. Tiziano vuole così suggerire nell'osservatore l'attitudine di Pier Luigi Farnese a passare
dalla contemplazione all’azione, qualora le condizioni lo avessero richiesto.IL RESTAURO DI UN CAPOLAVORO DEL CINQUECENTO
Sottoposto a un intervento nel 1957, oggi il Ritratto di Pier Luigi Farnese in armatura è tornato a splendere grazie a un articolato complesso di puntuali operazioni, che hanno interessato il supporto tessile, il telaio, oltre alla superficie pittorica. Fra i vari obiettivi perseguiti attraverso il restauro rientrano il risanamento dei difetti di coesione della pellicola pittorica e la rimozione delle
vernici del precedente restauro: ormai ossidate, provocavano un attutimento dell'identità cromatica del capolavoro.
Le analisi eseguite hanno inoltre consentito di far emergere colori altrimenti difficilmente ipotizzabili: dal verde della divisa del soldato, collocato accanto a Pier Luigi Farnese, fino al rosso del drappo, dalla complessa stratigrafia. Osservando l'opera è ora possibile apprezzarne le preziose rifiniture magistralmente realizzate da Tiziano: dai dettagli metallici in oro, costruiti con ocra gialla e giallorino, fino alle mani e al volto del protagonista, che hanno riconquistato la potenza espressiva di un tempo.
[Immagine in apertura: Tiziano, Ritratto di Pier Luigi Farnese in armatura. Olio su tela, 1546 ca. Museo e Real Bosco di Capodimonte, Napoli. Foto dopo il restauro, dettaglio]