Le new entry nel patrimonio immateriale dell'Unesco
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La lista del patrimonio culturale immateriale raccoglie, dal 2003, le pratiche di tutte le comunità del mondo considerate di particolare interesse. In seguito alla recente assemblea tenuta dall'Unesco a Rabat, in Marocco, l'elenco è stato aggiornato, aggiungendo decine di nuovi elementi. Anche italiani.
Si è tenuto a Rabat, in Marocco –
dal 28 novembre al 3 dicembre scorsi –, l'appuntamento dell'Organizzazione
delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura,
dedicato alla salvaguardia del patrimonio immateriale del Pianeta.
A differenza dei siti di natura fisica,
il patrimonio culturale immateriale “targato” Unesco fa esplicito
riferimento a tutte quelle pratiche tradizionali preziose per la
storia di specifici popoli.
L'ASSEMBLEA DELL'UNESCO A RABAT
Realizzata con lo scopo di mantenere
viva la storia di determinate culture, la lista si arricchisce oggi
di ben quarantasette nuovi elementi, pervenuti alla commissione da
sessanta Paesi differenti del mondo. Si tratta di patrimoni assai
diversi tra loro, distribuiti nel corso dell'assemblea (la
diciassettesima nella storia dell'Unesco) in varie categorie. Quattro
delle nuove pratiche e usanze da salvaguardare sono state inserite
nella lista relativa al patrimonio culturale immateriale che
necessita di “urgente salvaguardia” (come nel caso dell'arte
della lavorazione della ceramica in Vietnam, o quella della
lavorazione della pietra “ahlat” in Turchia, entrambe minacciate
dall'industrializzazione e dalla mancanza di interesse verso queste discipline da parte delle giovani generazioni).
I PATRIMONI IMMATERIALI DEL MONDO
La lista Unesco dedicata al patrimonio
immateriale del mondo comprende in totale 569 elementi, aggiunti dalla commissione a partire dal 2003. Tra le
numerose nuove candidature accolte all'interno della classifica spiccano la
kalela (la danza popolare dello Zambia nata negli anni Trenta del XX
secolo), l'harissa (salsa piccante tipica del Maghreb e diffusa nei
Paesi dell'Africa settentrionale), il teatro delle marionette del
Kazakistan e la baguette francese (l'iconico pane a forma di flauto
simbolo della cucina transalpina).
LA PRESENZA DELL'ITALIA NELLA LISTA UNESCO
Anche l'Italia contribuisce
all'ampliamento della lista con con l'iscrizione nel Registro delle
Buone Pratiche di Salvaguardia del Tocatì – il programma
condiviso per la salvaguardia dei giochi e degli sport tradizionali.
Si tratta di una candidatura transnazionale, che vede l'Italia
capofila con Belgio, Francia, Cipro e Croazia. Promosso
dall'Associazione Giochi Antichi, il Tocatì – Festival
Internazionale dei Giochi in Strada si svolge a cadenza annuale a
Verona a metà settembre. Il nome del festival deriva
dall'espressione veneta 'toca a ti', ovvero tocca a te, è il tuo
turno. La manifestazione è incentrata sulla riscoperta, la
valorizzazione e la salvaguardia di giochi e sport tradizionali ritenuti parte fondamentale della cultura di un territorio.
Anche l'allevamento dei cavalli
Lipizzani ha ottenuto il riconoscimento Unesco. Si tratta di una
razza di cavallo risalente a più di quattro secoli fa e
particolarmente diffusa negli Stati dell'Impero degli Asburgo. Non a
caso, la candidatura in questione è frutto del lavoro congiunto di diversi Paesi dell'Europa centrale e
dei Balcani.
[Immagine in apertura: © Istarski
Pljočkarski Savez, 2018. EN: Savudrija open, the oldest pljčoke
tournament in Croatia]