Mentre il numero dei residenti nel centro storico di Venezia scende sotto quota 49mila, e il turismo di massa continua a crescere senza controllo, l'UNESCO lancia un nuovo allarme: la città lagunare rischia di essere inserita tra i siti a rischio.

Turismo intensivo fuori controllo e cambiamento climatico rischiano di danneggiare Venezia irreparabilmente. Dopo la tragica notte del 12 novembre 2019, in cui l’acqua alta raggiunse i 187 centimetri sommergendo la quasi totalità della città, sono state numerose le iniziative che hanno accompagnato la presa di coscienza del cambiamento in atto; tra queste si ricorda la realizzazione dell'archivio digitale per ricordare la catastrofe dell’inondazione. Anche l'imponente restauro della Basilica di San Marco, intrapreso di recente, rientra tra le iniziative di tutela del patrimonio veneziano, prezioso quanto vulnerabile. In questi giorni, inoltre, il Ministero della cultura ha annunciato lo stanziamento di 2.5 milioni di euro per il restauro del ghetto ebraico, il più antico d’Europa, che rimane uno dei baluardi di una cultura unica. L’ALLARME DELL’UNESCO A VENEZIA Tuttavia né la mobilitazione del mondo dell’arte e della cultura, né dei cittadini, e neanche il tanto atteso divieto di circolazione per le navi da crociera, sono risultati sufficienti a evitare un nuovo richiamo dell’UNESCO. L'istituzione ha infatti raccomandato l'iscrizione di Venezia, decretata Patrimonio dell’Umanità nel 1987, nella lista dei siti a rischio. Non si tratta della prima volta che la città rischia di essere inserita in tale elenco: questo è infatti il secondo sollecito arrivato nel giro di pochi anni. La decisione finale verrà presa il prossimo mese di settembre. CRISI CLIMATICA E TURISMO DI MASSA Mentre la crisi climatica minaccia gli edifici, le infrastrutture e il patrimonio culturale veneziano, il turismo di massa sta mettendo in atto una trasformazione che potrebbe privare la città della propria identità. Secondo il World Heritage Centre dell’UNESCO, che ha valutato come poco incisive le azioni fin qui avviate per invertire la rotta, “gli effetti del continuo deterioramento dovuto all'intervento umano, compreso il continuo sviluppo, gli impatti dei cambiamenti climatici e del turismo di massa minacciano di causare cambiamenti irreversibili all'eccezionale valore universale” della città lagunare. Attualmente sono 55 i siti inclusi nella List of World Heritage in Danger, tra cui dal 2023 il centro storico di Odessa. [Immagine in apertura: foto di Martin Katler su Unsplash]
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