Il pittore del celeberrimo dipinto "Ragazza con l'orecchino di perla" non sarebbe l'autore di "Ragazza con il flauto", opera a lui attribuita fino a oggi. A renderlo noto è la National Gallery of Art di Washington, che conserva il quadro ed è attualmente sede di una speciale mostra promossa con l'intento di svelare "cosa rende un Vermeer un Vermeer".


Non sembra aver tradito le aspettative che la accompagnavano la mostra Vermeer’s Secrets, inaugurata da pochi giorni alla National Gallery of Art di Washington e visitabile fino all'8 gennaio 2023. Come suggerisce il titolo, anche le opere dei riconosciuti maestri dell'arte globale, seppur oggetto di studi e approfondimenti da parte di generazioni di specialisti e storici, sono sempre in grado di rivelare segreti e svelare aspetti sconosciuti. E questo è precisamente quanta sta accadendo con uno dei dipinti esposti nel museo statunitense.LA RIATTRIBUZIONE DEL DIPINTO DI VERMEER  Nel corso della conferenza stampa che ha preceduto l'apertura della rassegna, sono stati resi noti gli esiti delle ricerche condotte da un team interdisciplinare di curatori, conservatori e ricercatori sulle opere incluse nel percorso di  Vermeer’s Secrets. A emergere, in particolare, è la riattribuzione del dipinto Girl with a Flute: a realizzarlo, secondo l'équipe in questione, non sarebbe stato Vermeer in persona, come fin qui ritenuto, ma un suo stretto collaboratore. Una rivelazione che ha un duplice rilievo: a cambiare, infatti, non è "solo" la paternità dell'opera. I riflessi della scoperta si estendono anche alle convinzioni di lungo corso che fin qui hanno accompagnato la reputazione dell'artista, da sempre ritenuto un "genio solitario". Avrebbe, invece, condiviso almeno parte del lavoro con alcuni assistenti, figure da lui formate e guidate. I SEGRETI DI VERMEER SVELATI A WASHINGTON Come precisa in una dichiarazione Kaywin Feldman, che dirige la National Gallery of Art: "L'esistenza di altri artisti che lavoravano con Johannes Vermeer è forse una delle scoperte più significative sull'artista degli ultimi decenni. Cambia radicalmente la nostra comprensione di Vermeer". Un risultato raggiunto, prosegue la direttrice, attraverso "decenni di ricerca e utilizzando tecnologie scientifiche avanzate". Il riferimento, in quest'ultimo caso, è alla metodologia di lavoro dei ricercatori, che, approfittando delle chiusure del museo durante le fasi acute dalla pandemia, hanno esaminato quattro dipinti del museo di (e attribuiti a) Johannes Vermeer, confrontando mezzo secolo di studi tecnici sulla sua produzione artistica. Al centro della loro indagine un obiettivo preciso: capire cosa rende un Vermeer un Vermeer. Oltre alla riattribuzione di Girl with a Flute, quest'attività ha ad esempio evidenziato che il dipinto Girl with Red Hat, oggi considerato risalente al 1669 circa, rappresentò un punto di svolta nella carriera del pittore: per la sua realizzazione, l'autore sperimentò nuove tecniche, adottò colori vivaci e un modo più audace per stenderli. Scelte che anticipano gli esiti della sua fase creativa matura. Confrontando infine i risultati di diverse tecniche scientifiche con l'analisi microscopica, si fa largo la convinzione che Vermeer avrebbe avuto l'abitudine di iniziare i suoi dipinti con ampie stesure di vernice di fondo, applicata rapidamente per formare una "solida base" adatta alla successiva definizione dei dettagli. [Immagine in apertura: Studio of Johannes Vermeer, Girl with a Flute, c. 1669/1675. Oil on panel, painted surface: 20 x 17.8 cm (7 7/8 x 7 in.), framed: 39.7 x 37.5 x 5.1 cm (15 5/8 x 14 3/4 x 2 in.) National Gallery of Art, Washington, Widener Collection]
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