La Villa di Poppea a Oplontis, nei pressi di Torre Annunziata, era una delle dimore d’otium più maestose fra quelle costruite lungo la costa del Golfo di Napoli. Attraverso la recente ricollocazione di 15 reperti d'epoca, fra cui statue di grandi dimensioni, i visitatori possono ammirarla come mai prima d'ora.

Un grande cratere in marmo pentelico a bassorilievi, gruppi statuari raffiguranti Nike, Artemide ed Efebo, il busto di Eracle, una testa di Afrodite, ritratti di bambini e, prossimamente, anche i centauri e la statua del Satiro con Ermafrodito: sono queste le opere d'arte che, d'ora in poi, contribuiranno a rendere ancora più affascinante e completa la visita alla sontuosa Villa di Poppea a Oplontis, uno dei gioielli del patrimonio archeologico campano. LA VILLA DI POPPEA DIVENTA UN GRANDE MUSEO DIFFUSO La lussuosa dimora, intitolata alla seconda moglie di Nerone per il rinvenimento di un’anfora in cui viene menzionata, è stata oggetto di un importante intervento di allestimento. "Riportare questi reperti nel luogo originario di provenienza è stata un’operazione di tutela finalizzata a garantirne un’adeguata conservazione in ambienti monitorati, da un punto di vista della sicurezza e delle condizioni conservative. Ma anche di valorizzazione sia delle opere sia della villa in quanto l’esposizione in loco consente un racconto diretto e suggestivo del contesto reale", ha spiegato Gabriel Zuchtriegel, Direttore del Parco Archeologico di Pompei. L'operazione, alla quale ha contribuito un team di architetti, archeologi ed esperti, ha previsto il trasferimento negli ambienti della villa di opere sia in passato esposte in una mostra che si è svolta a Palazzo Criscuolo (Torre Annunziata), sia provenienti dai depositi del Parco Archeologico di Pompei. Il risultato è un arricchimento del percorso di visita, che si presta a una pluralità di analisi e osservazioni e regala ai visitatori un'esperienza di rinnovato impatto visivo, connessa alla realtà storica di questo luogo. LA STORIA DELLA VILLA DI POPPEA A OPLONTIS Probabilmente disabitato al tempo dell'eruzione del Vesuvio ( a causa di lavori in corso forse conseguenti a un passaggio di proprietà), l'edificio è uno dei due inclusi negli scavi di Oplontis, l'odierna Torre Annunziata. Nota anche come Villa A, proprio per distinguerla dalla struttura adiacente, la Villa di Poppea era una delle più lussuose dimore d'otium della costa del Golfo di Napoli. Possedeva un impianto grandioso e vasti apparati decorativi. In analogia alle lussuose ville di Stabia, presentava un accesso principale orientato verso la campagna per poi svilupparsi ampiamente, attraverso una pluralità di ambienti e di giardini, verso il mare. Fra le particolarità del complesso, impossibile non citare l'enorme piscina di ben 61x17 metri, lungo la quale erano collocate alcune delle sculture presenti nella proprietà. Gli scavi archeologici hanno permesso di fare luce sulla composizione dei giardini interni della villa, luoghi di riposo e meditazione considerati anche strategici e fondamentali per la socialità dell'aristocrazia romana. Oltre al ricollocamento dei reperti, nella Villa di Poppea è ora disponibile un nuovo percorso in LIS e, in conseguenza dei lavori di messa in sicurezza e della sistemazione della rampa di ingresso, le persone con disabilità potranno presto accedere alla villa dal lato della piscina per poi riconnettersi al percorso di visita. [Immagine in apertura: Courtesy Parco Archeologico di Pompei]
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