Una storia a fumetti racconta la vita e l’arte di Vincent van Gogh attraverso un suo monologo interiore, ideato dallo sceneggiatore Francesco Barilli e illustrato dalle matite di Sakka. Edito da BeccoGiallo, il fumetto porta il lettore alla scoperta degli angoli più bui di uno dei più grandi e tormentati artisti della storia.

Vincent van Gogh si avvicina alla pittura solo in età adulta e, in appena cinque anni, realizza alcuni dei capolavori più straordinari della storia dell’arte. A lui e alla sua esistenza tormentata è dedicato Vincent van Gogh. La tristezza durerà per sempre (nell’immagine in apertura un dettaglio della copertina), il volume a fumetti portato sugli scaffali da BeccoGiallo che, nato dalla collaborazione tra lo sceneggiatore Francesco Barilli e la fumettista Sakka, vede pubblicata la sua nuova edizione.UN FUMETTO RACCONTA LA VITA DI VINCENT VAN GOGHCon uno stile grafico originale e inconfondibile, Sakka (al secolo Roberta Sacchi) restituisce al lettore una storia tanto drammatica quanto straordinaria, resa attraverso linee "espressioniste" che compongono disegni cupi e spigolosi. I veri protagonisti del volume sembrano essere proprio la solitudine e la sofferenza dell’artista, indissolubilmente legati alla sua vicenda umana. La storia infatti si articola, con poche ma efficaci linee, attraverso un monologo interiore che, curato da Francesco Barilli, accompagna il lettore nei meandri della mente di uno degli artisti più geniali della storia.UN MONOLOGO INTERIORE NELLA MENTE DI VINCENT VAN GOGHIl libro approfondisce i legami chiave nella vita dell'artista, dall’intenso ma complesso rapporto col fratello Theo all’amicizia con Paul Gauguin, con cui trascorse diversi mesi nella famosa "casa gialla", una modesta abitazione al numero 2 di Place Lamartine ad Arles. Proprio qui, la convivenza si interruppe bruscamente con l’incidente dell’orecchio tagliato, rimasto nella storia e tuttora avvolto nel mistero. Con sorprendente lucidità, il pittore Lucien Pissarro disse di Van Gogh che “o sarebbe impazzito o avrebbe superato tutti. Non sapevo, però, che avrebbe fatto entrambe le cose”. E infatti la vita del pittore fu una lotta continua con la malattia mentale, che infine lo portò al suicidio ad Auvers-sur-Oise il 29 luglio 1890, a soli 37 anni.
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