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Il plurale di Civiltà

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Gabriele Basilico, 1978-80. Foto di Gabriele Basilico/Archivio Gabriele Basilico.

Gabriele Basilico. Le mie città

Tina Modotti, Concha Michel e i suoi assistenti all’inaugurazione della Escuela Libre de Agricultura No. 2 “Emiliano Zapata” a Ocopulco , Messico 1928

Tina Modotti. L'opera

Andy Warhol, Moonwalk, 1987, serigrafia, © The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts Inc.

American Beauty

Stanchezza e lunghe ore di attesa nel caldo cocente provocano il collasso e lo svenimento dei rifugiati sull’isola di Lesbo. Grecia 2015 © Paolo Pellegrin / Magnum Photos

Paolo Pellegrin. L’orizzonte degli eventi

Dorothea Lange, Destitute pea pickers in California. Mother of seven children. Age thirty-two, Nipomo, California, 1936. The New York Public Library | Library of Congress. Prints and Photographs Division Washington

Dorothea Lange. Racconti di vita e lavoro

Vincent Peters, Scarlett Johansson, NY, 2017. 90x110 cm

Vincent Peters. Timeless time

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Art Tribune

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Fotografia | Sky Arte

Tina Modotti, Concha Michel e i suoi assistenti all’inaugurazione della Escuela Libre de Agricultura No. 2 “Emiliano Zapata” a Ocopulco, Messico, 1928. Archivi Cinemazero - Pordenone

Saranno le fotografie senza tempo della grande Tina Modotti ad animare il panorama culturale italiano nelle prossime settimane, attraverso due diverse mostre nel capoluogo emiliano e in quello piemontese. Le rassegne celebrano la vita avventurosa e il lavoro dell'artista attraverso una vasta selezione di opere.

Autunno nel segno degli scatti di Tina Modotti a Bologna e Torino

Foto di Stefano Schirato

Il "Radar Festival" di Trani, kermesse internazionale di fotografia a impatto zero, torna dal 4 ottobre al 30 novembre. Il tema scelto per questa quarta edizione è quello degli effetti delle azioni dell’uomo sull’ambiente, dal cambiamento climatico all’overtourism, testimoniati dagli scatti dei reporter di tutto il mondo.

Gli effetti del cambiamento climatico nelle fotografie del Radar Festival di Trani

Foto di Ivan Bandura su Unsplash

Il contest fotografico “ImmaginARTI: cantieri di (ri)generazione” invita gli artisti a immortalare i cantieri e a interrogarsi sul sistema simbolico e reale che dà forma alla rigenerazione e alla trasformazione di un luogo. Per partecipare c’è tempo fino al 15 novembre.

Il contest per fotografi sui concetti di riqualificazione e rigenerazione

Liliana Barchiesi, dalla serie Le casalinghe, Milano, 1979. Stampa gelatina bromuro d’argento, 20x30cm

Attraverso un’accurata selezione di scatti provenienti dalla Collezione Donata Pizzi, un’esposizione in programma nelle prossime settimane a Ravenna evidenzierà il contributo offerto al movimento femminista dalle principali esponenti della fotografia italiana degli ultimi cinquant’anni.

La fotografia "femminista" in mostra a Ravenna

(c) Brian Hodges for African Women Rising

Si alza il sipario sul Festival della Fotografia Etica di Lodi, che torna con oltre 20 mostre, coinvolgendo circa 150 fotografi provenienti da 40 paesi. Anche questa 15esima edizione riunisce storie da ogni latitudine del pianeta: dagli scenari della guerra civile di Haiti alla vita nei piccoli villaggi della Russia.

A Lodi il Festival della Fotografia Etica compie 15 anni

Courtesy Fondazione Brescia Musei - Photo Alberto Mancini

Una mostra al Museo di Santa Giulia a Brescia ripercorre oltre trent’anni di carriera del fotografo Massimo Sestini attraverso alcuni dei momenti topici della vita civile e sociale d’Italia. In mostra anche le immagini del terremoto dell'Aquila e del naufragio della Costa Concordia.

A Brescia l'Italia contemporanea ritratta da Massimo Sestini

Silvia Camporesi, Libri di fango, 2023

È trascorso un anno dalla serie di eventi alluvionali che ha devastato la Romagna. Le tragiche conseguenze di piogge, allagamenti e frane non si sono risolte nell’immediato, ma sono ancora oggi causa di forti disagi per le popolazioni colpite. La mostra "Romagna Sfigurata" fa leva sul potente reportage realizzato dalla celebre fotografa <a href="https://arte.sky.it/foto/libro-fotografia-italia-silvia-camporesi " target="_blank">Silvia Camporesi</a> per ricordare ai visitatori gli effetti di quella calamità sul territorio e sulla vita delle persone. Ospitata nella Sala del Monte di Pietà della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì e visitabile fino al prossimo 16 giugno, la rassegna presenta trenta scatti realizzati da Camporesi: attraverso il suo obiettivo, l'artista ha catturato il paesaggio trasformato, i danni alle infrastrutture e gli “angeli del fango” intervenuti per aiutare la Romagna a risollevarsi.Partendo da un progetto ideato dalla stessa <a href="https://arte.sky.it/foto/architetture-inabitabili-mostra-roma" target="_blank">fotografa</a> (originaria proprio di Forlì) in collaborazione con l'architetto paesaggista Sauro Turroni, il reportage è il risultato di oltre sei mesi di lavoro sul campo. Documenta il dissesto idrogeologico nell’area colpita dall’alluvione, mostrando un paesaggio agrario cambiato forse per sempre da numerose frane e smottamenti. Il lavoro documentale di Camporesi sarebbe stato impossibile senza la cooperazione di un’équipe di geologi della Regione <a href="https://arte.sky.it/news/premio-davide-vignali-emilia-romagna-fotografia" target="_blank">Emilia-Romagna</a>, a conferma dell’importanza della collaborazione fra scienziati e artisti al servizio dell’informazione.Sempre nell’ambito dell’iniziativa, è stato organizzato un convegno con la partecipazione di docenti universitari, studiosi e artisti: partendo proprio dalle fotografie in mostra, gli esperti coinvolti hanno avviato una riflessione sull'accaduto, discutendo dei cambiamenti del paesaggio legati a cause naturali o antropiche. Anche grazie a queste anlisi, la mostra fotografica "Romagna Sfigurata" si configura come un progetto multidisciplinare attraverso cui l’elaborazione della tragedia di un anno fa può offrire una nuova prospettiva sulle calamità naturali, stimolando nell’immaginario collettivo una rinnovata <a href="https://arte.sky.it/news/libro-bambini-ambiente-discaricalandia " target="_blank">consapevolezza ambientale</a>.

Silvia Camporesi, il Castellaccio, Brisighella (RA)

Silvia Camporesi, il Castellaccio, Brisighella (RA)

Silvia Camporesi, Traliccio piegato, Predappio 2024

Silvia Camporesi, Traliccio piegato, Predappio 2024

Silvia Camporesi, Angeli del fango, 2023

Silvia Camporesi, Angeli del fango, 2023

Silvia Camporesi, Libri di fango, 2023

Silvia Camporesi, Casa crollata, Dovadola 2024

Silvia Camporesi, Casa crollata, Dovadola 2024

Silvia Camporesi, Frana su campo sportivo, Brisighella 2024

Silvia Camporesi, Frana su campo sportivo, Brisighella 2024

Silvia Camporesi, Pescheto franato, Brisighella 2024

Silvia Camporesi, Pescheto franato, Brisighella 2024

Silvia Camporesi, Frana a ridosso di un’abitazione Modigliana

Silvia Camporesi, Frana a ridosso di un’abitazione Modigliana

Silvia Camporesi, Strada interrotta, Romagna 2024

Silvia Camporesi, Strada interrotta, Romagna 2024

La Romagna sfigurata dall’alluvione negli scatti di Silvia Camporesi

(c) Atsuyuki Ohshima / Comedy Pets

Due gatti molto curiosi, un cane che fa arti marziali sulla neve e una tartaruga mangia-fiori: sono solo tre dei finalisti di "<a href="https://arte.sky.it/foto/animali-fotografie-comedy-pets" target="_blank">Comedy Pet Photography Awards</a>”, il concorso fotografico annuale dedicato agli scatti più divertenti e adorabili dell’anno che abbiano per protagonisti gli animali domestici. Le trenta immagini selezionate per la fase finale sono state annunciate a Londra nei giorni scorsi: ciascuna di esse cattura a suo modo tutta l'essenza giocosa e spensierata dei nostri amici a quattro zampe.I partecipanti sono riusciti a immortalare una grande varietà di emozioni e situazioni comiche, accentuate dall’abilità dei singoli fotografi e da un pizzico di fortuna nel cogliere il momento giusto. Fra un cane che sveglia i suoi padroni saltando sul loro letto e un criceto che si gode il sole nella sua gabbietta, ogni immagine è una finestra su un mondo divertente, ma anche una riflessione sulla personalità unica di ogni animale, che spesso rispecchia le nostre stesse emozioni.Istituito qualche anno fa da Paul Joynson-Hicks e Tom Sullam, due fotografi professionisti britannici, per rendere omaggio al ruolo fondamentale degli animali domestici e per sostenere una crescente attenzione e rispetto nei confronti dei loro diritti, il concorso si è affermato come punto di riferimento per una comunità sempre più ampia di fotografi amanti degli animali. Attraverso la lente dell'umorismo e della tenerezza, il concorso "Comedy Pet Photography Awards" sottolinea l'importanza degli animali domestici nella società moderna, rappresentando un'occasione unica per apprezzare l’allegria e la serenità che gli animali domestici offrono al mondo.

©Lock Liu / Comedy Pets

(c) Lock Liu / Comedy Pets

(c) Jonathan Casey / Comedy Pets

©Vera Faupel / Comedy Pets

(c) Vera Faupel / Comedy Pets

©Atsuyuki Ohshima / Comedy Pets

©Alina Vogel / Comedy Pets

(c) Alina Vogel / Comedy Pets

©Bernard Sim / Comedy Pets

(c) Bernard Sim / Comedy Pets

©David Kertzman / Comedy Pets

(c) David Kertzman / Comedy Pets

©Tammo Zelle / Comedy Pets

(c) Tammo Zelle / Comedy Pets

©Sarah Haskell / Comedy Pets

(c) Sarah Haskell / Comedy Pets

©Sylvia Michel / Comedy Pets

(c) Sylvia Michel / Comedy Pets

Le foto degli animali più buffi del mondo

Guido Harari, Umberto Eco, Milano, 2001

I volti e le storie di personalità italiane che hanno segnato il Novecento e il Duemila sono il focus tematico di una <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-ritratti-guido-harari" target="_blank">mostra fotografica</a> che rappresenta al tempo stesso un viaggio attraverso i trent'anni di carriera di un grande fotografo: Guido Harari. Dopo aver fatto tappa in diversi capoluoghi italiani, l’esposizione "HARARI / ITALIANS – Grandi protagonisti tra Novecento e Duemila" ha inaugurato lo scorso aprile presso la Fondazione Ferrero di Alba, città dove il fotografo vive da tredici anni. Qui, fino al prossimo 26 maggio, i visitatori potranno ammirare da vicino gli scatti di un fotografo che sa offrire uno sguardo intimo e personale sui protagonisti della nostra cultura.Nato a Il Cairo 71 anni fa, Harari ha coltivato la passione per la fotografia da autodidatta, affermandosi presto come fotoreporter e giornalista musicale. Oltre ad aver realizzato le copertine degli album di numerosi artisti italiani e internazionali, da <a href="https://arte.sky.it/news/fabrizio-de-andre-riedizione-dischi" target="_blank">Fabrizio De André</a> a <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-paolo-conte-uffizi-firenze" target="_blank">Paolo Conte</a>, Harari è da anni apprezzato per la sua maestria nel ritratto fotografico: grazie alla collaborazione con Beppe Severgnini, a partire dalla fine degli anni Novanta ha realizzato un numero incredibile di scatti ai grandi protagonisti della vita culturale e artistica del nostro Paese.Le opere in mostra passano così in rassegna oltre trent’anni di storia italiana, visti attraverso l’obiettivo di un fotografo particolarmente abile nel cogliere il vero spirito dei suoi soggetti con totale spontaneità e naturalezza: dalla giocosità di <a href="https://arte.sky.it/news/libro-arte-umberto-eco" target="_blank">Umberto Eco</a> alla calma espressiva di <a href="https://arte.sky.it/news/attori-musicisti-scrittori-anniversari-2024 " target="_blank">Marcello Matroianni</a>, tutti i ritratti fotografici di Guido Harari conducono l’osservatore a stretto contatto con l'anima più profonda della cultura italiana attraverso i volti dei suoi grandi protagonisti.

Guido Harari, Renzo Piano, Genova, 1998

Guido Harari, Renzo Piano, Genova, 1998

Guido Harari, Ezio Bosso, Gualtieri, 2018

Guido Harari, Ezio Bosso, Gualtieri, 2018

Guido Harari, Roberto Benigni, Roma, 1999

Guido Harari, Roberto Benigni, Roma, 1999

Guido Harari, Umberto Eco, Milano, 2001

Guido Harari, Monica Vitti, Roma, 1996

Guido Harari, Monica Vitti, Roma, 1996

Guido Harari, Marcello Mastroianni, Venezia, 1995

Guido Harari, Marcello Mastroianni, Venezia, 1995

Guido Harari, Fabrizio De André, Bologna, 1979

Guido Harari, Fabrizio De André, Bologna, 1979

Guido Harari, Paolo Conte, Milano, 1996

Guido Harari, Paolo Conte, Milano, 1996

Guido Harari, Margherita Hack, Trieste, 1999

Guido Harari, Margherita Hack, Trieste, 1999

Guido Harari, Lucio Dalla, Bologna, 1996

Guido Harari, Lucio Dalla, Bologna, 1996

Guido Harari, Luciano Pavarotti, Pesaro, 1998

Guido Harari, Luciano Pavarotti, Pesaro, 1998

Guido Harari, Giorgio Gaber, Enzo Jannacci, Dario Fo, Milano, 1996

Guido Harari, Giorgio Gaber, Enzo Jannacci, Dario Fo, Milano, 1996

Gli scatti di Guido Harari dedicati ai grandi della cultura italiana

Claudio Orlandi, Ultimate Landscapes. Courtesy of the artist.

Negli ultimi anni, il fotografo romano Claudio Orlandi ha dedicato la sua ricerca a immortalare i ghiacciai (in particolare quelli del Presena, dello Stelvio, del Rodano, della Diavolezza, dello Zugspitze, del Rodano e dello Stubai). Il suo lavoro, però, non è di tipo documentativo: l’artista punta piuttosto a cogliere la bellezza astratta, materica e simbolica delle forme naturali, in contrasto con gli enormi teli delle coperture termiche che d’estate proteggono il ghiaccio dallo scioglimento. A lui è dedicata la mostra personale in programma negli spazi della galleria E3 Arte Contemporanea di Brescia, aperta al pubblico dall’11 maggio al 18 luglio.Riunendo circa trenta scatti della serie “Ultimate Landscapes”, “Fragili equilibri” è una testimonianza del cambiamento climatico: “Quello che di fronte a queste fotografie emerge però più di tutto”, spiega Barbara Martusciello, “è la magnificenza di un paesaggio che, pur se sfregiato, in bilico, mantiene intatta la sua bellezza, la sua memoria primigenia e quel valore universale e quasi cosmico, inesplicabile, che solo le immagini e l’arte possono mostrare”. Una bellezza che riesce a sopravvivere proprio perché, prosegue la curatrice, “il racconto visivo di Claudio Orlandi è meditato, intriso di poesia; l’interpretazione artistica di ogni suo scatto dona un’esperienza sensoriale di grande impatto emotivo”.

Claudio Orlandi, Fragili equilibri – Ultimate Landscapes, exhibition view.

Claudio Orlandi, Fragili equilibri – Ultimate Landscapes, exhibition view.

Claudio Orlandi, Fragili equilibri – Ultimate Landscapes, exhibition view.

Claudio Orlandi, Ultimate Landscapes. Courtesy of the artist.

Lo scioglimento dei ghiacciai negli scatti di Claudio Orlandi

“Un mosaico del nostro mondo di oggi, composto da immagini realizzate, a nostro giudizio, con un rispetto e un'integrità tali da mandare un messaggio universale capace di risuonare ben oltre le loro origini”: con queste parole Fiona Shields, presidentessa della giuria internazionale del <a href="https://arte.sky.it/news/world-press-photo-2024-vincitori">World PressPhoto 2024</a>, ha presentato gli scatti vincitori del più ambito riconoscimento al mondo per il settore del fotogiornalismo.Il premio principale, quello per la fotografia dell'anno (Photo of the Year), è andato a "A Palestinian Woman Embraces the Body of Her Niece" del fotografo di origini palestinesi Mohammed Salem. Lo scatto mostra una donna palestinese mentre abbraccia il corpo della nipote uccisa in un attacco missilistico a Gaza: scelta per come riesca ad evocare in modo assolutamente rispettoso un profondo impatto emotivo in ogni spettatore, l’immagine “risuona a livello globale, esortandoci ad affrontare la nostra desensibilizzazione sulle conseguenze dei conflitti umani”, come ha sottolineato la giuria nelle sue motivazioni.Il riconoscimento alla storia fotografica dell’anno (Story of the Year) è stato conferito a "Valim-babena" della sudafricana Lee-Ann Olwage. La sua serie fotografica documenta le difficoltà e le cure dedicate in ambito familiare ai pazienti affetti da demenza nell’isola di Madagascar. Ad evidenziare ulteriormente la capacità del fotogiornalismo di raccontare storie profonde e complesse contribuiscono gli altri due premi internazionali assegnati. Si tratta di quelli per il progetto a lungo termine (Long-Term Project Award) e per il progetto a formato aperto (Open Format Award), rispettivamente assegnati a "The Two Walls" di <a href="https://arte.sky.it/archivio/2015/11/giornalismo-world-press-photo-masterclass-libro" target="_blank">Alejandro Cegarra</a> e "War Is Personal" di Julia Kochetova. Cegarra ha indagato la realtà dei migranti impegnati nel difficile viaggio attraverso l’America Centrale verso la terra promessa degli Stati Uniti; la fotografa ucraina Kochetova ha esplorato l'impatto personale del conflitto attualmente in corso nel suo <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-massimo-listri-kiev-firenze " target="_blank">paese</a>. I temi della <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-fotografica-gabriele-micalizzi-milano" target="_blank">guerra</a>, delle migrazioni e delle conseguenze del cambiamento climatico sono inoltre centrali anche negli scatti e nei progetti fotografici premiati a livello continentale dalle diverse giurie regionali.Con un linguaggio immediato, personale e universale al tempo stesso, gli scatti vincitori di questa edizione del World Press Photo dimostrano ancora una volta come la fotografia possa essere uno strumento narrativo potente per sensibilizzare le comunità su temi di rilevanza globale.

Valim-babena (c) Lee-Ann Olwage, South Africa, for GEO

A Palestinian Woman Embraces the Body of Her Niece (c) Mohammed Salem, Palestine, Reuters

The Two Walls (c) Alejandro Cegarra, Venezuela, The New York Times/Bloomberg

War Is Personal (c) Julia Kochetova, Ukraine

Returning Home from War (c) Vincent Haiges, Republik, Real 21

A Day in the Life of a Quebec Fire Crew (c) Charles-Frédérick Ouellet, for The Globe and Mail, CALQ

Drought in the Amazon (c) Lalo de Almeida, for Folha de São Paulo

Fighting, Not Sinking (c) Eddie Jim, The Age/Sydney Morning Herald

Le fotografie che hanno trionfato al World Press Photo 2024

Attraverso il suo obiettivo, il fotografo <a href="https://arte.sky.it/foto/pompei-luigi-spina-depositi-mann-napoli" target="_blank">Luigi Spina</a> racconta l’arte del grande scultore neoclassico <a href="https://arte.sky.it/news/programmi-tv-13-ottobre-canova" target="_blank">Antonio Canova</a>. Aperta al pubblico dal 20 aprile al 29 settembre prossimi, presso il <a href="https://arte.sky.it/news/antonio-canova-mostra-possagno-scultura" target="_blank">Museo Gypsotheca Antonio Canova </a>di Possagno, la mostra "Canova Quattro Tempi", a cura di Vittorio Sgarbi e Moira Mascotto, ospita una selezione di 35 scatti dell'autore in dialogo con la collezione del museo. In queste delicate immagini in bianco e nero – selezionate in base alla loro capacità di rappresentare a pieno i temi amorosi, mitologici ed epici presi in esame dalla raccolta della gipsoteca – dalla corposità del gesso il fotografo lascia emergere ogni dettaglio, ogni postura, ogni contrazione delle figure. Le foto sono infine allestite in modo da incoraggiare una forma di dialogo con le sculture canoviane di riferimento, sublimando “il momento in cui la materia, primigenia e oscura, s’illumina nel fragore e nell’esaltazione della creazione”, come sottolinea Spina. La rassegna si articola in 4 “racconti”, ognuno coincidente con una campagna fotografica realizzata dal <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-luigi-spina-pompei-mann-napoli" target="_blank">fotografo</a> a partire dal 2019 e associato a <a href="https://arte.sky.it/foto/fotografie-luigi-spina-canova-libro" target="_blank">pubblicazioni edite da Five Continents</a>. A spiegarli è lo stesso artista: “Ognuno dei ‘Quattro Tempi’ mi ha introdotto alla conoscenza delle differenti densità del gesso. Le sculture sono emerse in ogni dettaglio e possibile postura. Il mio proposito: rivendicare la contemporaneità del Classico. Il suo essere trasversale a tutte le epoche”.

Luigi Spina al Museo Canova. Foto di Monica Romano

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I capolavori scultorei di Canova nell'obiettivo del fotografo Luigi Spina

Gianfranco Ferré, 1995. Ph. Michel Comte. Courtesy of Centro di Ricerca Gianfranco Ferré, Politecnico di Milano

La retrospettiva in programma nei mesi invernali al Forte di Bard, in Valle d'Aosta, celebra il grande stilista lombardo a ottant'anni dalla nascita attraverso un percorso fotografico interamente inedito, impreziosito da abiti, bozzetti e disegni concessi in prestito dall'Archivio Storico Gianfranco Ferré.

Lo stile di Gianfranco Ferré visto da otto grandi fotografi

(c) William Fortescue, Wildlife Photographer of the Year

Lo storico Museo della Permanente di via Turati ospiterà nelle prossime settimane la 60esima edizione del "Wildlife Photographer of the Year", l’autorevole rassegna fotografica organizzata ogni anno dal Natural History Museum di Londra. L'occasione consentirà ai visitatori di intraprende un viaggio alla scoperta delle meraviglie del mondo naturale.

A Milano la mostra di fotografie naturalistiche più prestigiosa al mondo

Foto di Jonny Gios su Unsplash

In occasione della mostra di Steve McCurry a Biella, un concorso invita i fotografi a raccontare l'essenza della montagna in tutte le sue declinazioni. Le foto selezionate saranno giudicate dallo stesso McCurry e da altri esperti, ed esposte in una mostra collettiva. Per partecipare c’è tempo fino al 6 marzo 2025.

Il contest per fotografi sulle orme di Steve McCurry

FotoTerritorio. Credits and Courtesy FotoTerritorio(12).jpg

Con tavole rotonde e talk, “Foto/Territorio” esplora il ruolo della fotografia nell’analizzare la società e il paesaggio urbano. L'iniziativa, che si presenta per la prima volta al pubblico il 16 e 17 novembre alla Serra Madre dei Giardini Margherita, punta a creare un modello replicabile di indagine territoriale, promuovendo laboratori e mostre future.

Lo stile di Gianfranco Ferré visto da otto grandi fotografi

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