Ad Aosta, la mostra L’altro Picasso. Ritorno alle origini è un invito ad avvicinarsi a un <a href="https://arte.sky.it/news/2025/picasso-ribelle-parigi-storia-vita-museo-programmi-tv-10-aprile" target="_blank">Pablo Picasso</a> inedito, più intimo, legato alle sue radici familiari e culturali. Allestita fino al 19 ottobre nella sale del <a href="https://arte.sky.it/news/2024/mostra-arte-numero-aosta" target="_blank">Museo Archeologico Regionale</a>, l'esposizione accende i riflettori sull’infanzia del maestro, attraverso opere in cui l'artista rivisita il suo legame profondo con <a href="https://arte.sky.it/news/2025/pablo-picasso-sketchbook-royan-mostra-malaga" target="_blank">Malaga</a>, la città natale, e con il Mediterraneo, culla di civiltà classiche – fenicia, romana, araba – che hanno segnato la sua formazione. Ceramiche, incisioni e scritti poetici diventano veicoli per un ritorno spirituale e artistico a un’identità arcaica. 
<h2>PICASSO IN MOSTRA AL MUSEO ARCHEOLOGICO REGIONALE DI AOSTA</h2>
Curata da Helena Alonso, J. Óscar Carrascosa e Daria Jorioz, con il patrocinio dell’Ambasciata di Spagna a Roma, la rassegna esplora anche le passioni meno note di Picasso, come la letteratura e la ceramica. La sezione dedicata alla produzione ceramica è particolarmente ricca: dai primi esperimenti infantili influenzati dall’ambiente familiare di Malaga, procede infatti fino alle creazioni mature realizzate a Vallauris presso l’atelier Madoura, in cui emerge la ricerca di una forma d’arte capace di fondere pittura, scultura e incisione in un unico linguaggio espressivo. È il processo alchemico della cottura ad affascinare l’artista per la sua capacità di trasformare colore e materia in forme vive e pulsanti. E come accadde con la litografia dopo la Prima guerra mondiale, anche nel dopoguerra Picasso trasforma la ceramica in uno strumento di diffusione culturale, ispirando artisti come <a href="https://arte.sky.it/news/2024/mostra-marc-chagall-albertina-museum-vienna" target="_blank">Marc Chagall</a>, Jean Cocteau e <a href="https://arte.sky.it/news/2025/henri-matisse-mostra-immersiva-firenze" target="_blank">Henri Matisse</a> a riscoprire questa antica tecnica.
<h2>LA MULTIDISCIPLINARIETÀ DI PABLO PICASSO IN VALLE D'AOSTA</h2>
Un altro asse narrativo fondamentale dell’esposizione è il rapporto tra Picasso e le arti performative, in particolare il balletto Il cappello a tre punte, realizzato in collaborazione con Manuel de Falla. È in questo contesto che Picasso mette in scena il proprio legame con la musica e la danza popolare spagnola. Le scenografie e i costumi da lui disegnati, fortemente influenzati dalla tradizione andalusa e dall’arte di <a href="https://arte.sky.it/news/2025/ombra-goya-programmi-tv-20-marzo" target="_blank">Francisco Goya</a>, raccontano un’energia mediterranea che si riversa nei movimenti dei danzatori e nei colori accesi della scena. Non a caso, fu proprio Picasso a suggerire l’aggiunta di un’ouverture per dare il giusto risalto al sipario da lui dipinto. Nel complesso, L’altro Picasso ci restituisce così l’immagine di un artista che, pur rimanendo rivoluzionario, non smette mai di tornare alle radici, celebrando le origini come fonte inesauribile di ispirazione e autenticità.
[Immagine in apertura: Pablo Picasso, Visage / Piatto con sorriso, 1960. Piatto. Ceramica con decorazione a ingobbio 42,5 cm ⌀. Ed. 33/100 Colección Serra, Mallorca A.R.448 © Succession Picasso, by SIAE 2025]

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