MILANO-GAM – GALLERIA NAZIONALE D'ARTE MODERNA

La <a href="https://arte.sky.it/news/2025/ugo-rondinone-mostra-milano-gam" target="_blank">GAM – Galleria d’Arte Moderna di Milano</a> apre le porte a Pellizza da Volpedo. I Capolavori. Curata da Aurora Scotti e Paola Zatti e visitabile fino al 25 gennaio 2026, la mostra segna il ritorno in città, a più di un secolo di distanza dall’ultima monografica, dell’artista piemontese che ha legato il suo nome indissolubilmente a Il Quarto Stato. Si tratta di un percorso che ricostruisce la parabola artistica e umana di <a href="https://arte.sky.it/news/2025/pellizza-pittore-volpedo-programmi-tv-25-settembre" target="_blank">Giuseppe Pellizza</a>, capace di attraversare in pochi decenni la ritrattistica realista, le sperimentazioni luminose del Divisionismo e le suggestioni simboliste. Esposte 40 opere, tra dipinti e disegni provenienti da musei e collezioni private, che raccontano un’avventura breve ma intensissima, capace di segnare la storia dell’arte italiana e aprire nuove strade verso le avanguardie del Novecento.
<h2>LA MOSTRA DI PELLIZZA DA VOLPEDO A MILANO</h2>
Il percorso espositivo, allestito nelle sale al piano terra della GAM e nella sala che accoglie Il Quarto Stato, permette di seguire passo dopo passo l’evoluzione del linguaggio pittorico di <a href="https://arte.sky.it/news/2025/pellizza-pittore-volpedo-programmi-tv-25-settembre" target="_blank">Pellizza</a>. Si parte dai ritratti giovanili, nei quali emerge la precisione realista unita a una sorprendente intensità psicologica, per arrivare alle grandi tele divisioniste, dove il colore si frammenta e si ricompone in una luce vibrante e dinamica. Non mancano i confronti con maestri e compagni di strada come Previati, Segantini e Morbelli, che rendono evidente il clima di fervida ricerca di fine Ottocento. Tra realismo sociale e tensione simbolista, Pellizza riesce a dare forma a un’arte capace di parlare tanto delle fatiche della sua epoca quanto di temi universali, trasformando il quotidiano in un terreno fertile di riflessione e poesia. È in questa tensione continua, tra osservazione e idealizzazione, che si gioca la modernità di un artista troppo spesso ridotto a una sola opera.
<h2>PELLIZZA DA VOLPEDO OLTRE "IL QUARTO STATO"</h2>
Fulcro della mostra è naturalmente Il Quarto Stato, esposto insieme ai grandi cartoni preparatori che ne documentano la genesi. Qui il visitatore può toccare con mano il dialogo serrato di Pellizza con la tradizione pittorica, rielaborata in chiave ottocentesca per affrontare un soggetto che apparteneva invece pienamente al presente: la dignità del lavoro e la forza del popolo in cammino. L’allestimento crea un’atmosfera di forte impatto, riportando in primo piano l’ambizione di un artista che, pur scomparso a soli 39 anni, seppe concepire un capolavoro destinato a diventare simbolo di un’intera epoca. Le curatrici sottolineano come la mostra voglia restituire la complessità del percorso di Giuseppe Pellizza da Volpedo: non approfondendo un capolavoro, ma “indagando tutta una produzione centrata sulla sperimentazione tecnica, sull'uso nuovo del colore e della luce, su temi nuovi e di sorprendente modernità”.
[Immagine in apertura: Giuseppe Pellizza da Volpedo, Speranze deluse, 1894. Olio su tela. Collezione privata - Courtesy Gallerie Maspes, Milano]

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Pellizza da Volpedo. I Capolavori  MILANO | Sky Arte

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