Nelle Marche c'è un ex campo da basket a misura d'artista

Non si ferma l'attività urbana di Giulio Vesprini, lo street artist marchigiano meglio noto per i suoi interventi multicolore su vecchi campi da calcio e da basket della periferia italiana. Già apprezzato lo scorso anno grazie all'opera Super Space G0050, realizzata a pochi giorni dalla fine del primo lockdown, l'artista è tornato con un nuovo progetto a cielo aperto.Si tratta di Landascape/Struttura G051, uno spazio in disuso nel piccolo paese di Monte Urano, nelle Marche, trasformato con giochi cromatici e fantasie fluide che ne esaltano la funzione estetica e collettiva.<h2>STREET ART E COMUNITÀ</h2>Fortemente voluto dall'Associazione Culturale ZacZac della cittadina in provincia di Fermo, l'intervento è un enorme dipinto orizzontale caratterizzato da macchie di colore rosse e blu sparse sul cemento. Le forme morbide create dalla vernice si corrispondono con armonia, rendendo la superficie un luogo di sport, ma anche e soprattutto di ritrovo e di dialogo intergenerazionale."Ancora una volta mi confronto con lo spazio urbano e la voglia di rigenerare un'area da parte di un gruppo di ragazzi legati a quello spazio per tante ragioni, cresciuti con il basket tra amici”, ha commentato Vesprini. “È stata una sfida: ogni playground infatti ha una storia a sé, che va ascoltata e poi tradotta in forme, colori, grafiche e ricollocata dov'era, dialogando sempre con l'ambiente circostante. Tra il freddo, il sole e i bellissimi tramonti che dalla collina si possono ammirare, si completa un nuovo lavoro su superficie piana, impaginato in un campo da basket voluto fortemente dai ragazzi dell'Associazione Culturale ZacZac di Monte Urano. L'arte urbana può essere un modo per ripartire, nonostante tutto".[Immagine in apertura: Il lavoro di Giulio Vesprini a Monte Urano. Artistic assistant Alessio Bracalente, Jacopo Berdini, Matteo Perticarà. Technical assistance Cluana Color. Video e Photo Drone Giorgio Tortoni. Official photographer: Alessio Bracalente. Backstage photo: Cecilia Cannella]

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Viaggio nei misteri del Museo Egizio di Torino

Un grande classico della fantascienza in versione illustrata

Frank Herbert è uno scrittore già maturo quando, nel 1965, dà alle stampe il suo capolavoro Dune. Il trionfo di critica e di pubblico è immediato. Considerato il romanzo che detiene il record di vendite nell'ambito del genere fantascientifico (con 12 milioni di copie vendute in quasi sei decenni), l'opera si prepara a conquistare le sale cinematografiche, grazie al nuovo adattamento del regista canadese Denis Villeneuve.Il film – che si distanzierà totalmente dalla versione di David Lynch del 1984 – farà ufficialmente il suo debutto negli Stati Uniti il 1° ottobre di quest'anno (dopo essere stato posticipato nel corso dei mesi passati a causa della pandemia). Quale occasione migliore, dunque, per rivivere e conoscere a fondo le avventure e i personaggi raccontati all'interno del volume che ne ha ispirato la storia?<h2>TRA LE SABBIE DEL MITO</h2>Scritto da Filippo Rossi e pubblicato da Edizioni NPE, il libro Dune. Tra le sabbie del mito (nell'immagine in apertura un dettaglio della copertina) è un'analisi certosina del romanzo, primo dei sei epici racconti che formano la parte centrale e originaria dell'omonimo ciclo letterario. Suddiviso in capitoli e ricco di foto d'archivio, storyboard e analisi delle allegorie conservate nella storia, il saggio segue le messianiche tracce fra le dune del protagonista Paul Atreides e dei suoi figli, offrendo ai lettori un'acuta riflessione sulla grandezza di quest'opera, tra passato e presente.“'Dune' rappresenta, in un certo senso, la fine dell’infanzia della fantascienza”, scrive Silvio Sosio nella prefazione al volume. “Il genere science fiction, dopo essere stato introdotto da un manipolo di precursori, si era diffuso sulle riviste popolari, istituzionalizzandosi con una sua definizione identitaria sui pulp dagli anni Venti in poi. Sulle riviste, via via sempre più sofisticate, aveva prosperato fino agli anni Cinquanta, prediligendo proprio per questo motivo il formato del racconto o del romanzo breve. La fantascienza comincia a fare capolino nell’editoria libraria dopo la guerra, ma è ancora un approccio timido. Bisogna attendere il 1965 per un completo cambio di paradigma, una sorta di inversione dei poli magnetici del genere, e l’evento che cambia le cose è proprio l’uscita in volume di 'Dune'”.

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