Le fotografie di Letizia Battaglia cambiano il volto urbano dell'Aquila

<p>Non sono molti i fotografi che riescono a leggere e restituire il tempo presente con la medesima intensità di <a href="https://arte.sky.it/news/programmi-tv-26-novembre-letizia-battaglia" target="_blank">Letizia Battaglia</a>. I suoi scatti non temono i nodi della contemporaneità, nemmeno quelli più intricati, cogliendone anzi l'essenza e offrendoli allo sguardo in maniera diretta. Accade nelle immagini di cronaca che hanno reso celebre la fotografa, ma anche nelle istantanee dalle quali emergono scorci sociali di epoche via via diverse. Senza dimenticare l'attenzione di Battaglia nei confronti del ruolo femminile, vittima di stereotipi difficili da scardinare.</p><h2>LE FOTOGRAFIE DI LETIZIA BATTAGLIA A L'AQUILA</h2> <p>Non è un caso, quindi, che la nuova tappa dell'iniziativa <em>Meraviglioso Reale</em>, promossa dall'associazione <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/12/illustrazioni-fumetti-cantieri-laquila" target="_blank">Off Site Art </a>‒ che dal 2014 affianca i lavori di ricostruzione dell'Aquila post terremoto con una serie di efficaci interventi artistici ‒ veda protagonista la fotografa siciliana. Dopo il duo australiano composto da Prue Stent e Honey Long, tocca dunque a Letizia Battaglia entrare in dialogo con la superficie urbana della città abruzzese, "conquistando" i ponteggi che circondano la futura Casa delle Donne, in Piazzale Collemagno.</p> <p>Curata da Camilla Carè, la rassegna mette in luce la componente di meraviglia insita nella realtà, ben evocata dalle opere di Letizia Battaglia, che con il suo stile asciutto e puntuale non si esime dal porre in risalto l'incanto dell'esistenza, in tutte le sue sfumature. La poetica della Battaglia, infatti, è costruita attorno all'obiettivo inteso come strumento di conoscenza e di osservazione e come mezzo ideale per scandagliare i tanti volti della realtà.</p><h2>LA CASA DELLE DONNE A L'AQUILA</h2> <p>La valenza politica, nel senso più ampio del termine, racchiusa nelle fotografie di Letizia Battaglia si armonizza con gli intenti della Casa delle Donne, attualmente operativa in località San Francesco, in attesa della sede finale in via di completamento. La Casa delle Donne, infatti, sarà un luogo di dialogo, condivisione e lotta per diritti inalienabili, che ben si inserisce nel processo di ricostruzione della città abruzzese.</p> <p>[Immagine in apertura: Off Site Art. Letizia Battaglia, L'Aquila, 7 febbraio 2022. Photo Alessandra Iezzi]</p>

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Scoperta nel Regno Unito un'importante opera d'arte preistorica

<p>Per il British Museum e la società Allen Archaeology non ci sono dubbi: la scultura risalente a 5000 anni, rinvenuta in una tenuta di campagna vicino al villaggio di Burton Agnes, nello Yorkshire orientale, è il "<em>più importante pezzo d'arte preistorica che si sia trovato in Gran Bretagna negli ultimi 100 anni</em>". Una scoperta così rilevante da meritare di essere presentata in occasione dell'importante mostra <em><a href="https://arte.sky.it/news/mostra-stonehenge-british-museum-londra" target="_blank">The world of Stonehenge</a></em>, in apertura nel museo londinese il prossimo 17 febbraio. </p> <h2>LA SCULTURA PREISTORICA SCOPERTA NEL REGNO UNITO</h2> <p>Riaffiorata nel 2015, nel corso di uno scavo coordinato da Allen Archaeology, in questi anni la scultura è stata oggetto di un primo, ampio lavoro di ricerca. Gli esiti di questo studio consentono di qualificarla come uno degli oggetti preistorici più significativi mai emersi nelle isole britanniche. Decorata con dettagliatissimi motivi in rilievo, riconducibili a uno stile artistico che fiorì nel Regno Unito e in Irlanda esattamente nello stesso periodo in cui fu costruita Stonehenge, l'opera è stata portata alla luce nella tomba di tre bambini. Dettaglio non irrilevante, dal momento che i tre esemplari già noti della medesima tipologia provengono anch'essi dal luogo di sepoltura di un bimbo, in quel caso collocato nel North Yorkshire. Ribattezzata<em> </em>Tamburo Burton Agnes, dal luogo del ritrovamento, l'opera in questione presenta inoltre "caratteristiche fisiche", a partire dalla forma cilindrica, che la rendono somigliante a quel gruppo di oggetti. Noti come Tamburi Folkton<em> </em>e già appartenenti alla collezione del British Museum, sono annoverati fra i più enigmatici reperti mai portati alla luce in Gran Bretagna. Sebbene il nome richiami alla mente il celebre strumento a percussione, i quattro reperti non avrebbero avuto una funzione musicale. Si tratterebbe, piuttosto, di vere e proprie opere d'arte scultorea, forse impiegate come "talismani" per proteggere i bambini vicino ai quali era collocati. Nonostante le tante domande ancora aperte su questi tamburi, grazie alla recente scoperta gli archeologi sono intanto inclini a ritenere che le comunità di Gran Bretagna e Irlanda condividessero stili artistici e avessero credenze e pratiche comuni. </p><h2>L'UNIVERSO DI STONEHENGE IN MOSTRA AL BRITISH MUSEUM</h2> <p>“<em>Questa è una scoperta davvero notevole ed è il pezzo d'arte preistorica più importante che sia stato trovato in Gran Bretagna negli ultimi 100 anni</em>", ha sottolineato Neil Wilkin, curatore dell'imminente rassegna <em>The world of Stonehenge. "</em><em>I tamburi Folkton sono rimasti un mistero per gli esperti per oltre un secolo, ma questo nuovo esemplare inizia finalmente a darci delle risposte. A mio avviso, il tamburo Burton Agnes è scolpito in modo ancora più intricato e riflette le connessioni tra le comunità di Yorkshire, Stonehenge, Orkney e Irlanda. L'analisi delle sue incisioni aiuterà a decifrare il simbolismo e le credenze dell'era in cui fu costruita Stonehenge</em>", ha aggiunto, anticipando così che l'attività di analisi sul reperto è destinata a proseguire. Nonostante la presenza dell'opera nella mostra del British Museum, che sarà la prima grande occasione espositiva dedicata a Stonehenge e ai suoi misteri nel Regno Unito e proseguirà fino al 17 luglio 2022, già nel corso della prossima estate il Tamburo Burton Agnes sarà sottoposto a un'ulteriore valutazione. Annunciata anche la preparazione di una pubblicazione dedicata. </p> <p>[Immagine in apertura: Burton Agnes chalk drum, chalk ball and bone pin. 3005–2890BC. Photo: © The Trustees of the British Museum]</p>

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