Gli 80 anni di Oliviero Toscani in mostra a Torino

Archiviate le recenti presentazioni a Milano e Bologna, rispettivamente a <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-milano-palazzo-reale-oliviero-toscani" target="_blank">Palazzo Reale</a> e a <a href="https://arte.sky.it/mostre-eventi/oliviero-toscani-bologna-palazzo-albergati" target="_blank">Palazzo Albergati</a>, <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/11/mostra-oliviero-toscani-torino" target="_blank">Oliviero Toscani</a> si appresta a portare la sua fotografia irriverente presso la Galleria Mazzoleni, luogo di riferimento dell'arte a Torino. Le ragioni alla base del progetto espositivo, in apertura il prossimo 2 novembre, durante la settimana di <a href="https://arte.sky.it/news/artissima-torino-fiera-2022" target="_blank">Artissima</a>, sono tutte da trovare nel recente anniversario del maestro milanese, giunto quest'anno al traguardo degli ottant'anni. Una ricorrenza importante, celebrata peraltro con l'uscita della <a href="https://arte.sky.it/news/libro-fotografia-oliviero-toscani" target="_blank">nuova autobiografia portata in stampa da La Nave di Teseo</a>. 
<h2>LA FOTOGRAFIA IRRIVERENTE DI OLIVIERO TOSCANI</h2> Aperta al pubblico fino al prossimo 14 gennaio, la tappa torinese accoglie ed espande il corpo di opere già proposto nelle due precedenti occasioni. Protagonisti della rassegna – dal titolo Toscani chez Mazzoleni – sono infatti centinaia di scatti realizzati dall'artista nel corso dei sei decenni passati dietro l'obiettivo: immagini divenute iconiche per il loro carattere provocatorio, sempre in bilico tra ironia, estetica pop e critica sociale. Un corposo assaggio della poetica irriverente di Toscani è fornito dalle oltre cento fotografie allestite al piano terra della galleria: un'antologia che ripercorre gli interessi e gli sviluppi formali dell'artista, abbracciandone l'intera carriera. Curata dallo stesso autore, la sequenza di immagini affonda le sue radici negli anni giovanili del fotografo (parte dei quali trascorsi nelle aule della Kunstgewerbeschule di Zurigo) per arrivare alla consacrazione e alla fama raggiunte in età matura (emblematici sono a riguardo gli scatti di moda, le scioccanti campagne di comunicazione e i ritratti di personalità del mondo dell'arte come <a href="https://arte.sky.it/news/andy-warhol-tv" target="_blank">Andy Warhol</a>). 
<h2>LA MOSTRA DI TOSCANI A TORINO</h2> Più intimista e ricercata è invece la seconda parte del percorso espositivo. Al piano nobile dell'edificio a occupare la scena è infatti una serie di scatti impressi per la prima volta su lastre di cemento: un formato inconsueto e sperimentale, che conferisce nuovo corpo e tridimensionalità a opere entrate nel nostro immaginario collettivo. Tra queste il famoso manifesto Jesus Jeans ‘Chi mi ama mi segua’, Bacio tra prete e suora del 1992, e Tre Cuori White/Black/Yellow del 1996. 
<h2>IL PROGETTO SUL GRANDE CRETTO</h2> La stessa tecnica, ma con soggetto e risultato differenti, è anche impiegata nella serie sul Cretto di Gibellina, un corpus inedito di fotografie presentate per la prima volta negli spazi della galleria torinese. Realizzati per una campagna pubblicitaria di moda, gli scatti immortalano l'enorme opera di Land Art creata da <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-alberto-burri-alba" target="_blank">Alberto Burri</a> negli anni Ottanta sui <a href="https://arte.sky.it/archivio/2018/01/il-grande-cretto-eccezionalmente-fotografato-da-aurelio-amendola" target="_blank">territori del comune siciliano distrutto dal sisma del 1968</a>. Attraverso inquadrature dall'altro e quadrangolari, Toscani racconta il “labirinto” di cemento, conducendo lo spettatore tra le ferite del terremoto. Le opere sono qui poste in dialogo con i Cretti di Burri parte della collezione Mazzoleni. 
[Immagine in apertura: Oliviero Toscani, Untitled, 1991. Giclée print on microcement on okumè wood panel, 70 x 100 cm. 27 1/2 x 39 3/8 in © Oliviero Toscani. Courtesy the Artist, Mazzoleni, London – Torino]

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<a href="Christo e Jeanne-Claude ci hanno abituato a progetti davvero faraonici, e nel corso della loro vita hanno impacchettato monumenti celebri come quello intitolato a Vittorio Emanuele II in Piazza del Duomo a Milano o un tratto delle Mura Aureliane a Roma, il Reichstag di Berlino o il Pont Neuf di Parigi, Con Running Fence, tra il 1972 e il 1976, hanno creato una recinzione continua di quasi quaranta chilometri in California e con The Floating Piers nel 2016 hanno consentito a più di un milione di persone di camminare tra le azzurre acque del lago d&#039;Iseo. Il sodalizio artistico tra l&#039;artista bulgaro Christo e la francese Jeanne-Claude durò per ben cinquant&#039;anni: si conobbero infatti nel 1958 e lavorarono sempre insieme fino alla morte di lei, avvenuta nel 2009. Christo continuò a progettare le sue visioni utopiche di Land Art fino alla fine dei suoi giorni, nel 2020. Ma anche nei progetti lasciati incompiuti c&#039;è molto di quanto realizzato insieme a Jeanne-Claude. Oggi spetta al nipote Vladimir Yavachev portare a compimento idee geniali come quella di impacchettare l&#039;Arco di Trionfo parigino, impresa trasformata in realtà nel 2021. THE MASTABA DI CHRISTO E JEANNE-CLAUDE Ma c&#039;è un altro progetto, il più ambizioso di tutti, che era il vero e proprio sogno di Christo e di Jeanne-Claude, l&#039;unico e più grande monumento di Land Art permanente dei due artisti: The Mastaba, una gigantesca piramide composta da ben 410mila barili di petrolio colorati a formare un tronco di piramide con scoscese pareti caratterizzate da un&#039;inclinazione di 60 gradi, immaginata per Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti. L&#039;utopica installazione fu concepita nel 1977 e ha dimensioni che farebbero invidia ai Faraoni d&#039;Egitto: ben 150 metri d&#039;altezza, 300 metri di lunghezza e 225 di larghezza. The Mastaba ebbe in realtà un prodromo con l&#039;esperimento di The London Mastaba, che tra il giugno e il settembre 2018 apparve nel Serpentine Lake di Hyde Park, anche se in quel caso per realizzarla occorsero “soli” 7506 barili disposti orizzontalmente. FINANZIARE TEH MASTABA CON LA VENDITA DI NFT L&#039;edificio di Abu Dhabi sarà invece ben più ardito e costoso: si stima che occorreranno circa 400 milioni di dollari per completarlo. Ecco perché nella recente conferenza CityLab Bloomberg che si è tenuta ad Amsterdam, il nipote di Christo e di Jeanne-Claude ha annunciato che per la realizzazione del progetto la fondazione dei due artisti venderà un gettone NFT (Non Fungible Token) per ogni barile, ognuno dei quali avrà un prezzo massimo di diecimila dollari, in modo tale da raggiungere la cifra finale senza godere di alcun finanziamento pubblico. Inoltre gli acquirenti riceveranno, oltre al certificato di proprietà, anche un barile “fisico”, poiché la manutenzione dell’opera prevede la sostituzione delle sue componenti ogni 12-15 anni. Una iniziativa che testimonia l’intramontabile attualità di due pesi massimi dell’arte contemporanea." target="_blank">Christo e Jeanne-Claude</a> ci hanno abituato a progetti davvero faraonici, e nel corso della loro vita hanno impacchettato monumenti celebri come quello intitolato a Vittorio Emanuele II in Piazza del Duomo a Milano o un tratto delle Mura Aureliane a Roma, il Reichstag di Berlino o il Pont Neuf di Parigi, Con Running Fence, tra il 1972 e il 1976, hanno creato una recinzione continua di quasi quaranta chilometri in California e con <a href="https://arte.sky.it/archivio/2016/06/inaugurata-passerella-galleggiante-installazione-floating-piers-christo-lago-d-iseo" target="_blank">The Floating Piers </a>nel 2016 hanno consentito a più di un milione di persone di camminare tra le azzurre acque del lago d'Iseo. Il sodalizio artistico tra l'artista bulgaro <a href="https://arte.sky.it/news/parigi-christo-jeanne-claude-mostra" target="_blank">Christo </a>e la francese Jeanne-Claude durò per ben cinquant'anni: si conobbero infatti nel 1958 e lavorarono sempre insieme fino alla morte di lei, avvenuta nel 2009. <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-christo-jeanne-claude-germania" target="_blank">Christo </a>continuò a progettare le sue visioni utopiche di Land Art fino alla fine dei propri giorni, nel 2020. Ma anche nei progetti lasciati incompiuti c'è molto di quanto realizzato insieme a Jeanne-Claude. Oggi spetta al nipote Vladimir Yavachev portare a compimento idee geniali come quella di impacchettare <a href="https://arte.sky.it/news/christo-parigi-arco-trionfo-wrapped" target="_blank">l'Arco di Trionfo parigino</a>, impresa trasformata in realtà nel 2021. 


<h2>THE MASTABA DI CHRISTO E JEANNE-CLAUDE</h2>
C'è un altro progetto, il più ambizioso di tutti, che era il vero e proprio sogno di Christo e di Jeanne-Claude, l'unico e più grande monumento di Land Art permanente dei due artisti: <a href="https://arte.sky.it/news/christo-jeanne-claude-mastaba-abu-dhabi" target="_blank">The Mastaba</a>, una gigantesca piramide composta da ben 410mila barili di petrolio colorati a formare un tronco di piramide con scoscese pareti caratterizzate da un'inclinazione di 60 gradi, immaginata per Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti. L'utopica installazione fu concepita nel 1977 e ha dimensioni che farebbero invidia ai Faraoni d'Egitto: ben 150 metri d'altezza, 300 metri di lunghezza e 225 di larghezza. The Mastaba ebbe in realtà un prodromo con l'esperimento di <a href="https://arte.sky.it/archivio/2018/06/la-colossale-london-mastaba-e-la-prima-opera-di-christo-gran-bretagna" target="_blank">The London Mastaba</a>, che tra il giugno e il settembre 2018 apparve nel Serpentine Lake di Hyde Park, anche se in quel caso per realizzarla occorsero “soli” 7506 barili disposti orizzontalmente.

<h2>FINANZIARE THE MASTABA CON LA VENDITA DI NFT</h2>
L'impresa di Abu Dhabi sarà invece ben più ardita e costosa. Ecco perché, nella recente conferenza CityLab Bloomberg che si è tenuta ad Amsterdam, il nipote di Christo e di Jeanne-Claude ha annunciato che per la realizzazione del progetto la fondazione dei due artisti venderà un gettone <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-londra-damien-hirst-nft" target="_blank">NFT </a>(Non Fungible Token) per ogni barile, ognuno dei quali avrà un prezzo massimo di diecimila dollari, in modo tale da raggiungere la cifra prevista senza godere di alcun finanziamento pubblico. Inoltre gli acquirenti riceveranno, oltre al certificato di proprietà, anche un barile “fisico”, poiché la manutenzione dell’opera prevede la sostituzione delle sue componenti ogni 12-15 anni. Una iniziativa che testimonia l’intramontabile attualità di due pesi massimi dell’arte contemporanea. [Immagine in apertura: Christo in his studio with preparatory works for The Mastaba. New York City, April 15, 2012 — Photo: Wolfgang Volz © 2012 Christo and Jeanne-Claude Foundation]

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