Un nuovo vertiginoso grattacielo nel cuore di New York

<p>Entro la fine dell'anno in corso, i primi inquilini di 50 Hudson Yards dovrebbero iniziare a trasferirsi all'interno della svettante torre progettata dallo studio <a href="https://arte.sky.it/news/foster-partners-ristrutturazione-edificio-industriale-madrid" target="_blank">Foster + Partners</a>. Completata nei tempi previsti, nonostante l'impatto della pandemia nel settore delle costruzioni, dispone di 78 piani e ha un'altezza pari a 308 metri. Condizione, quest'ultima, che la rende una delle strutture per uffici più grandi dell'intera New York. Nel grattacielo si insedieranno società prestigiose, fra cui spiccano Meta e BlackRock.</p><h2>A NEW YORK UN GRATTACIELO DI OLTRE 300 METRI</h2> <p>La torre occupa un intero isolato fra la 34esima e la 33esima strada; oltre agli uffici, accoglie negozi e ristoranti. Dispone di parcheggio interno per biciclette e di un collegamento con il trasporto pubblico, a livello della strada, reso possibile grazie a un tunnel appositamente costruito. A "segnalare" i suoi ingressi pubblici sono due grandi opere d'arte di <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/12/murale-boston-frank-stella" target="_blank">Frank Stella</a>, che intendono celebrare il patrimonio creativo della città di New York. Molte le innovazioni introdotte dagli architetti del team Foster + Partners nel grattacielo 50 Hudson Yards, a partire dall'adozione di una particolare tipologia di ascensori fin qui mai utilizzata in questo genere di strutture. </p><h2>IL COMPLESSO HUDSON YARDS A NEW YORK</h2> <p>La torre offre viste panoramiche su Manhattan, sul fiume Hudson e sull'iconico Empire State Building, visibile sul fronte est. A coronamento del grattacielo si colloca un'installazione luminosa, a forma di cupola, progettata in collaborazione con Jamie Carpenter: cattura la luce durante il giorno e illumina l'edificio di notte. Il completamento di 50 Hudson Yards segna un ulteriore passo in avanti del programma edilizio di Hudson Yards, alla cui realizzazione stanno contribuendo importanti firme della scena architettonica internazionale, incluso lo studio newyorkese <a href="https://arte.sky.it/archivio/2017/06/new-york-attende-the-shed-un-museo-trasformabile" target="_blank">Diller Scofidio + Renfro</a>. Proprio a quest'ultimo si deve l'innovativo centro culturale ed espositivo <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/04/a-new-york-apre-al-pubblico-latteso-shed" target="_blank">The Shed</a>, attivo dal 2019. </p>

<p>[Immagine in apertura: Foster + Partners, <em>50 Hudson Yards</em>. Looking out onto the city from 50 Hudson Yards. The building geometry also respects the wider context of the New York street grid. Copyright Nigel Young / Foster + Partners]</p>

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La mostra che sfida i meccanismi della percezione

<p>“<em>L’occhio guarda, cattura, legge, ordina, compone. Ma può essere ingannato, raggirato, imbrogliato. E questa mostra, camminando sul confine tra arte e scienza, tra colore e movimento, racconta nei secoli la sottile differenza tra ciò che è vero e ciò che potrebbe esserlo ma non lo è</em>”. Si concentra tutta in queste poche righe la <em>mission</em> de <em>L'occhio in gioco</em>, la rassegna attualmente in corso al <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/11/mostra-scultura-padova" target="_blank">Palazzo del Monte di Pietà di Padova</a>. Un progetto che sfida la percezione visiva del pubblico, rivelando limiti e possibilità del nostro sguardo sul reale.  </p>
<p><h2>UNA MOSTRA FRA ARTE E SCIENZA  </h2> <p>Curata da un team composto da Luca Massimo Barbero (per la parte storica) e da Guido Bartorelli, Giovanni Galfano, Andrea Bobbio e Massimo Grassi dell’Università di Padova (per ciò che concerne la parte più propriamente scientifica e dedicata alla psicologia della percezione), la rassegna mette in scena decine di dipinti, fotografie, oggetti tecnici e sculture scelti per la loro natura ibrida, ovvero per la loro capacità di ingannare l'occhio umano rivelandosi in maniera <em>altra</em> rispetto alla realtà.</p> <p>Studi sull'ottica e sulla teoria del colore, e approfondimenti di natura scientifica, attraversano tutto il percorso espositivo, che coniuga abilmente arte e ricerca offrendo ai visitatori un viaggio esperienziale che trascende i confini delle singole discipline.  </p>
<p><h2>GLI ARTISTI E LE OPERE IN MOSTRA A PADOVA</h2> <p>Sono tanti gli artisti in mostra, a partire dai grandi protagonisti del Novecento che più di altri si sono confrontati con il tema della percezione dell'occhio umano. Da <a href="https://arte.sky.it/archivio/2021/02/alexander-calder-archivio-digitale" target="_blank">Alexander Calder</a> (noto per le sue sculture cinetiche) a <a href="https://arte.sky.it/news/bruno-munari-mostra-madrid" target="_blank">Bruno Munari</a> (autore di numerosi esperimenti mirati a stimolare l'immaginazione); da <a href="https://arte.sky.it/news/marcel-duchamp-archivio-digitale" target="_blank">Marcel Duchamp</a> al pittore ungherese Victor Vasarely (fondatore della Optical Art).    Ai lavori di questi autori, ai quali si aggiungono quelli di Georges-Pierre Seurat, <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-kandinskij-palazzo-roverella-rovigo" target="_blank">Vasilij Kandinskij</a>,  <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-paul-klee-berna-tecnologia" target="_blank">Paul Klee</a> e <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/12/museo-umberto-boccioni-morciano-romagna" target="_blank">Umberto Boccioni</a>, il percorso espositivo accosta antiche miniature, mappe celesti e costruzioni <a href="https://arte.sky.it/news/storia-bauhaus-fumetto" target="_blank">Bauhaus</a>, rivelando un'inaspettata continuità tra le epoche. </p><h2>UNA MOSTRA DIFFUSA</h2></p>
<p>Aperta al pubblico fino al 26 febbraio, la mostra continua anche oltre i confini del Palazzo del Monte di Pietà, conquistando location differenti con installazioni diffuse all'interno della città: tra queste la grande spirale di cinque metri di Marina Apollonio nel Cortile Antico del Bo e le illusioni ottiche create da Edoardo Landi nella cornice dell’Orto Botanico.  </p>
<p>[Immagine in apertura: Disco base per zootropio,<em> Wheel of life</em>, edito da H.G. Clarke & Co., Londra 1870. Torino, Museo Nazionale del Cinema © Museo Nazionale del Cinema, Torino / photo Giorgio Tovo]</p>

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