Renzo Piano disegna il nuovo campus del Politecnico Milano

<p>"<em>L'idea che un campus si apra alla città, non sia un luogo chiuso è assolutamente importante. Ma non è soltanto un'apertura nei confronti della città fisica: è anche un'apertura sociale, perché la città entra con le sue attività, con le sue eccellenze, con le sue scuole civiche, con le attività culturali. Milano è una città che ha queste grandi qualità</em>". Sono alcune delle parole con cui l'architetto <a href="https://arte.sky.it/news/renzo-piano-libro" target="_blank">Renzo Piano</a> chiarisce la visione alla base del masterplan per l'area Bovisa-Goccia che porterà alla rigenerazione di un'area urbana di 32 ettari, di proprietà del Comune (per 23,4 ettari) e del <a href="https://arte.sky.it/news/gabriele-basilico-donazione-libri-politecnico-milano" target="_blank">Politecnico di Milano</a> (9,1 ettari). Proprio quest'ultima istituzione, la stessa nella quale Piano si laureò nel 1964, riuscirà così ad ampliare entro il prossimo quadriennio il proprio campus.</p><h2>IL CAMPUS DEL POLITECNICO DI MILANO</h2> <p>Il progetto, elaborato dallo studio RPBW con <a href="https://arte.sky.it/archivio/2021/02/libro-illustrazione-renzo-piano-architettura" target="_blank">Renzo Piano</a>, è "<em>frutto dell'intesa tra pubblico e privato</em>", ha precisato il Rettore Ferruccio Resta, sottolineando che "<em>definisce un nuovo modo di interpretare la vita universitaria e la Milano che verrà in risposta alle grandi sfide urbane, tecnologiche e sociali. Un laboratorio, un luogo di scambio e di innovazione, per la città e per i giovani, dove alimentare quella massa critica necessaria a competere a livello internazionale</em>". A comporre il campus, infatti, saranno venti edifici (ciascuno di 4 piani, con un'altezza pari a 16 metri) destinati alle aule e ai laboratori del Politecnico, a due residenze per gli studenti (circa 500 gli alloggi previsti), ma anche alle startup e all'innovazione deep tech. A questo complesso, con un'estensione di circa 105.000 metri quadrati, andranno quindi a unirsi le scuole civiche, mentre le testimonianze di archeologia industriale presenti, come i gasometri, saranno conservate. </p><h2>UN CAMPUS ZERO ENERGY ENTRO IL 2026</h2> <p>Completano l'intervento una serie di opere a carattere infrastrutturale, fra cui il rinnovo e l'interconnessione fra il campus e le stazioni del trasporto pubblico Bovisa e Villapizzone. Zero energy, ovvero indipendente dal punto di vista energetico, e Zero carbon, dunque privo di emissioni di CO<sub>2</sub> in fase di attività, il campus sarà formato da edifici in larga parte in legno. Godrà della vicinanza con un bosco di 24 ettari, al cui interno non saranno realizzati edifici o viali; sarà a sua volta caratterizzato dalla presenza di alberi appositamente piantati per restituire, nell'arco di tre decenni, la massa lignea impiegata nelle nuove costruzioni. Il traguardo per la consegna dei lavori è il 2026. </p> <p>[Immagine in apertura: Bovisa-Goccia, il masterplan di Renzo Piano per ricucire il quartiere. Courtesy Comune di Milano, via Flickr]</p>

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Occhi puntati sul design italiano, tra presente e futuro

A Londra l'iniziativa gratuita e pagata che aiuta i giovani curatori

<p>Offrire ai giovani curatori, soprattutto a quelli meno abbienti, la possibilità di intraprendere un percorso di studio e formazione utile al loro futuro, aprendo al contempo il settore dell'arte a figure professionali il più possibile diversificate. Parte da questi presupposti il nuovo programma indetto da <a href="https://future.london/project/the-new-curators-project/" target="_blank">New Curators</a>, il progetto da anni impegnato nella promozione dei talenti della curatela su scala internazionale.</p> <p>Guidata da Mark Godfrey, Kerryn Greenberg e Rudi Minto de Wijs, l'associazione è attualmente in cerca di figure desiderose di mettersi alla prova in un contesto dinamico e ricco di stimoli come quello offerto dalla città di Londra. È qui, infatti, che un massimo di dodici curatori saranno accolti a partire dal prossimo settembre nell'ambito di un programma di formazione di dodici mesi pagato e guidato da figure di assoluto prestigio della scena locale e non solo.  </p>
<p><h2>UN PROGRAMMA DI FORMAZIONE PER CURATORI</h2> <p>L'obiettivo dell'iniziativa è proprio supportare quei giovani curatori che, a causa della scarsa disponibilità economica, non potrebbero permettersi un programma di ricerca che valorizzi le loro potenzialità. I partecipanti saranno infatti agevolati con una borsa di studio adeguata al livello di vita della capitale britannica. Numerosi professionisti della scena internazionale saranno inoltre chiamati ad arricchire il percorso formativo dei partecipanti, offrendo consigli e dritte per esprimere al meglio il loro potenziale – tra questi Natasha Ginwala del <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/09/mostra-berlino-gropius-bau" target="_blank">Gropius-Bau di Berlino</a>, Jasmine Wahi di Project for Empty Space in New Jersey e Hamza Walker, direttore di LAXART a Los Angeles.    </p>
<p><h2>COME PARTECIPARE AL TRAINING PER CURATORI</h2> <p>Nel corso dei dodici mesi di soggiorno a Londra, i partecipanti avranno modo di prendere parte a seminari, affinare le proprie doti espressive attraverso talk, sessioni di public speaking e laboratori di scrittura, fino alla creazione di un vero e proprio progetto espositivo – previsto negli spazi della South London Gallery, la galleria base di New Curators, entro l'estate del 2024.</p> <p>Eliminando le barriere economiche, e assicurando ai professionisti di domani gli strumenti necessari alla loro crescita personale e professionale, l'iniziativa di New Curators si impegna a garantire una maggiore distribuzione delle risorse nell'arte, ampliando la diversità e l'uguaglianza all'interno del settore creative. Le domande di candidatura dovranno pervenire entro il prossimo 5 febbraio.  </p>
<p>[Immagine in apertura: Londra. Photo by Benjamin Davies on Unsplash]</p>

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