A Brescia l'incontro fra David LaChapelle e un grande artista del Settecento

Cosa succede quando un fotografo contemporaneo incontra un pittore del Settecento? La risposta è racchiusa nell'originale progetto <a href="https://arte.sky.it/news/milano-mostra-david-lachapelle" target="_blank">David LaChapelle </a>per Giacomo Ceruti. Nomad in a Beautiful Land: un'opera che, realizzata dal famoso fotografo, celebra la grandezza del maestro del realismo settecentesco Giacomo Ceruti. Esposto alla Pinacoteca Tosio Martinengo a Brescia e visitabile fino al 10 novembre prossimo, l’intervento dell'artista statunitense rientra nel progetto Ceruti2023, ideato dalla <a href="https://arte.sky.it/news/mostre-brescia-2023" target="_blank">Fondazione Brescia Musei</a> per rendere omaggio all'arte del pittore lombardo.

<h2>LACHAPELLE E CERUTI IN MOSTRA A BRESCIA</h2>
Curata da Denis Curti, la mostra allestita nelle sale bresciane rappresenta la perfetta commistione tra l'universo dell'artista settecentesco e l'immaginario di <a href="https://arte.sky.it/foto/fotografia-lachapelle-mostra-libro" target="_blank">LaChapelle</a>, nel solco dei temi che contraddistinguono la produzione realista di Ceruti, come povertà, fragilità ed emarginazione sociale. Protagonista della rassegna bresciana, oltre alla celebre serie del fotografo americano Jesus Is My Homebody, è anche l'originale opera inedita commissionata dalla fondazione lombarda e realizzata per l'occasione grazie al bando Strategia Fotografia 2022 del MiC, dal titolo Gated Community: una rappresentazione fotografica che evoca le disuguaglianze sociali del presente. Scattata a Los Angeles nel 2022, l’immagine restituisce una lunga tendopoli che affolla i marciapiedi della città, mentre sulle calotte delle tende compaiono i pattern delle più famose griffe internazionali, che richiamano alla mente i tanti brand di moda presenti su Rodeo Drive. LaChapelle denuncia così le attuali contraddizioni tra ricchezza e povertà, proprio come nel Settecento fece Ceruti con i suoi dipinti realisti.

<h2>LA RASSEGNA “CERUTI2023” DEDICATA AL PITTORE LOMBARDO</h2>
Avviato negli ultimi anni grazie a una densa attività di studi, restauri, collaborazioni e incontri, il progetto della Fondazione Brescia Musei celebra l'eredità di un artista da riscoprire. Al centro del progetto Ceruti2023 una serie di quattro mostre: le prime tre sono in corso a Brescia (insieme a Nomad in a Beautiful Land, anche Miseria & Nobiltà. Giacomo Ceruti nell'Europa del Settecento e Immaginario Ceruti. Le stampe nel laboratorio del pittore) e l'ultima, dal titolo Giacomo Ceruti: The Compassionate Eye, sarà inaugurata la prossima estate al <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/03/getty-museum-social-opere" target="_blank">J. Paul Getty Museum</a> di Los Angeles. [Immagine in apertura: David LaChapelle per Giacomo Ceruti. Nomad in a Beautiful Land, Pinacoteca Tosio Martinengo, Brescia 2023. Photo Alberto Mancini]

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<a name="firstHeading"></a>Usciva nel 1981 una delle più importanti monografie mai pubblicate sul pittore irlandese <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/09/mostra-londra-francis-bacon-2021" target="_blank">Francis Bacon</a>. A firmare il testo era una delle voci più illustri e influenti della critica e dell'estetica internazionale: Gilles Deleuze, figura trasversale della filosofia del secondo Novecento. <a name="productTitle"></a><a name="title"></a> L'opera in questione, dal titolo Francis Bacon. Logica della sensazione, inquadrava la ricerca pittorica dell'artista da una prospettiva inedita: quella della sensazione, appunto, ovvero della capacità di innescare nello spettatore una serie di “impulsi nervosi” non ascrivibile agli spazi dell'interpretazione razionale. 
<h2>FRANCIS BACON SECONDO GILLES DELEUZE</h2> Pubblicato originariamente in francese per Editions de la Difference, il saggio è da qualche giorno in libreria grazie alla nuova edizione targata <a href="https://www.quodlibet.it/libro/9788822908667" target="_blank">Quodlibet</a>. Una versione in italiano che rispolvera e riporta all'attenzione dei lettori quello che ancora oggi rimane uno strumento tra i più originali per cogliere i molteplici aspetti dell’opera di Francis Bacon. 
<h2>IL SAGGIO DI DELEUZE PUBBLICATO DA QUODLIBET</h2> Suddiviso in una serie di capitoli, ognuno dei quali rivolto a uno specifico aspetto della produzione dell'artista, il volume pone al centro una concezione tutta nuova dello statuto sensibile del vedere. Sono diverse le teorie scelte da Deleuze per spiegare al lettore la “logica della sensazione”, a partire dal superamento del figurativo e della rappresentazione nei dipinti del pittore. Pur non essendo propriamente un astrattista, Bacon ritrae figure umane prive di una vera e propria funzione narrativa. Si tratta di soggetti isolati sulla tela, spesso rinchiusi in gabbie o strutture geometriche che impediscono loro di agire nello spazio. Inoltre, i volti dei personaggi del pittore irlandese sono collocabili in una “zona d’indiscernibilità tra l’uomo e l’animale”. Per queste e altre ragioni, la pittura di Bacon emana sensazioni: non spiega, non racconta storie, non invita a un'interpretazione. Spinge a liberarsi dai pregiudizi della mente e del sistema logico. 
[Immagine in apertura: Francis Bacon. Courtesy <a href="https://www.instagram.com/sergio_vanello/" target="_blank">Sergio Vanello</a>]

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