Tognazzi e Morelli tra i protagonisti di Luce Social Club

Torna in prima visione l’irrinunciabile appuntamento settimanale con Luce Social Club, il viaggio nell’arte e nella cultura italiana a tutto tondo condotto da Denise Negri e Federico Chiarini. Tra cinema, letteratura, musica e intrattenimento, il programma continua ad accendere i riflettori sulla vita, sulle passioni e sui segreti degli artisti del nostro tempo. Il quinto episodio – in onda su Sky Arte venerdì 15 dicembre – si apre con Gianmarco Tognazzi e Giampaolo Morelli, che presentano Non ci resta che il crimine – La serie. Nei sei episodi della serie tv firmata Sky Original, tratta dalla fortunata trilogia cinematografica di Massimiliano Bruno, i tre amati protagonisti (Tognazzi, Morelli e Marco Giallini) tornano a viaggiare nel tempo. Questa volta approdano negli anni Settanta. “Il mio personaggio, Giuseppe, scopre all'inizio della serie di non essere figlio dei genitori che lo hanno cresciuto e attraverso una foto capisce che nel 1970 deve essere successo qualcosa per cui è stato abbandonato e quindi poi adottato”, anticipa Gianmarco Tognazzi. “Tornare indietro nel tempo è il sogno di tutti, voler tornare indietro con l'esperienza, la conoscenza che hai acquisito. Io ho un vantaggio enorme sul prossimo, anche se Claudio comunque non è in grado di sfruttare questo vantaggio”, sottolinea Giampaolo Morelli. Ospite musicale della puntata è Birthh, pseudonimo di Alice Bisi, giovane cantautrice che racconta del suo ultimo disco Moonlanded. “Succede che di fatto rimango un po’ bloccata a New York. Ovvio, c'era sempre la possibilità di poter rientrare. Però io comunque avevo già voglia di rimanere”, spiega l’artista. “Arrivata a marzo 2020 – che è il giorno in cui hanno chiuso per via della pandemia– per un caso ho conosciuto questa persona di New York che lavora con intelligenza artificiale e fa cose particolari proprio con l'arte. E lui mi ha invitato in questa fattoria in New Jersey, è lì che è nato il disco”. Infine, si approda al grande schermo con l’attrice Romana Maggiorana Vergano, che racconta la sua esperienza sul set di C’è ancora domani, acclamato esordio alla regia di Paola Cortellesi, che sta riscuotendo un incredibile successo in tutte le sale italiane: “L'hanno visto milioni di italiani”, racconta l’attrice, esprimendo la sua sorpresa e aggiungendo che “lavorare con Paola è stato incredibile, io l'ho sempre stimata come attrice e come autrice, quindi avere l'occasione di essere guidata da lei è stato molto importante”.

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I maestri della street art si danno appuntamento a Parma

Copenaghen ha un nuovo (e sorprendente) parco galleggiante

Nel cuore di <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-architettura-danese-copenaghen" target="_blank">Copenaghen</a>, precisamente nel porto interno della capitale danese, sorge una nuova e suggestiva oasi verde sull'acqua, impreziosita da rigogliosi giardini e aiuole dalle forme tondeggianti: si chiama The Opera Park. Progettato dallo studio danese <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/02/architettura-copenaghen-mostra-infanzia" target="_blank">Cobe</a>, l'innovativo parco galleggiante prende forma dalle “ceneri” di un ex sito industriale adiacente alla Royal Danish Opera che, grazie a un'operazione di riqualificazione, è stato trasformato in un'area verde di nuova concezione, in cui rifugiarsi dalla frenesia della metropoli.<h2>IL NUOVO PARCO DI COPENAGHEN</h2> L'Opera Park è stato commissionato dalla A.P. Møller Foundation al team di architetti danesi a seguito di un concorso, ha permesso di recuperare il sito dismesso. Anziché destinarlo alla costruzione di ulteriori volumi, si è optato per la realizzazione di una vera e propria isola verde sospesa sull'acqua, capace di introdurre nella zona, densamente edificata, un innesto paesaggistico estremamente vario. Grande quanto tre campi di calcio, il parco accoglie una serra e sei giardini legati ad altrettante aree del mondo: dalla foresta nordamericana a quella di querce danese, dalla foresta nordica al giardino orientale, fino al giardino all'inglese e a quello subtropicale. Nel complesso sono oltre seicento gli alberi e le piante di diversa tipologia e provenienza ospitati; ben 80mila le piante erbacee perenni e gli arbusti, 40mila le piante da bulbo e 223 le specie vegetali esotiche e locali presenti. Arricchito da un sinuoso intreccio di sentieri, questo "polmone verde" dispone di servizi, come un parcheggio interrato con 300 posti auto e una caffetteria, e di speciali dotazioni; tra queste rientra la vasca riflettente su cui piovono gocce d'acqua che, cadendo da un albero e colpendo delicatamente la superficie bagnata, generano un suono rilassante. <h2>UN'OASI VERDE GALLEGGIANTE NELLA CAPITALE DANESE</h2> Fiore all'occhiello del parco di <a href="https://arte.sky.it/news/copenaghen-mostra-rifiuti-design" target="_blank">Copenaghen </a>è la serra centrale. Si tratta di una particolare struttura in vetro, dalla forma organica, dotata di un tetto sospeso capace di catturare e ritardare, attraverso un peculiare sistema di filtraggio, il rilascio dell'acqua piovana nei giardini, fungendo così da “serbatoio” e da “fonte di cibo” per la fauna del parco. Oltre a offrire incredibili profumi e colori in ogni stagione dell'anno, l'ampia varietà di piante e alberi dell'area costituisce infatti un habitat ideale per gli animali, soprattutto uccelli e insetti. “The Opera Park è un luogo in cui la natura viene prima di tutto, in mezzo al vivace sviluppo urbano di Copenaghen. Con i suoi sei giardini, i sentieri tortuosi e i punti panoramici accuratamente realizzati, il progetto si avvale degli elementi tipici dei giardini storici e romantici di Copenaghen per affrontare le sfide di oggi, come il declino della biodiversità e la gestione dell'acqua. Progettato come uno spazio per il relax e la contemplazione, il parco offre alla città un'oasi verde di cui c'è grande bisogno. Passeggiando nel parco, si ha la sensazione di aver lasciato la città e di essere immersi nella natura, quasi dimenticando di essere in mezzo al centro cittadino”, afferma Dan Stubbergaard, fondatore dello studio Cobe. [Immagine in apertura: The Opera Park. Credit Francisco Tirado]

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