A Milano la prima mostra postuma di Fernando Botero

<p>L'opera di <a href="https://arte.sky.it/news/morte-fernardo-botero" target="_blank">Fernando Botero</a> è da sempre simbolo di abbondanza, sinuosità e opulenza. Il suo tratto inconfondibile e peculiare, che enfatizza volutamente i volumi dei suoi soggetti, lo colloca di diritto tra i più celebri artisti della tradizione pittorica del XX e XXI secolo.</p> <p>Dopo la sua recente scomparsa, a celebrare il suo lavoro è la mostra <em>Botero. Via Crucis</em> che, attraverso sessanta opere tra oli e disegni preparatori, metterà in luce la tematica religiosa, molto cara al pittore fin dalla sua infanzia.  </p>
<p><h2>LA MOSTRA SU FERNANDO BOTERO A MILANO</h2> <p>È proprio la Colombia, terra che ha dato i natali al maestro nel 1932, che con le sue immagini devozionali e le sue pratiche religiose profondamente radicate nella cultura e nell’iconografia, offre al pittore l'opportunità di indagare il proprio rapporto con l’eterno e con la religione.   </p> <p>La mostra, che si terrà negli spazi del <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/11/mostra-milano-museo-permanente" target="_blank">Museo della Permanente di Milano</a> dal 23 novembre al 4 febbraio 2024, rappresenta un vero e proprio testamento spirituale dell'artista, costituito da più di cinquanta pezzi tra carte e tele.    </p>
<p><h2>BOTERO TRA IRONIA E SPIRITUALITÀ</h2> <p>Il tono ironico che permea di solito le opere di Botero, nella serie <em>Via Crucis</em> lascia spazio a quello della <em>pietas</em>,<em> </em>per condurre il visitatore a riflettere sulla poesia, il dramma e la potenza rappresentati dagli episodi della Passione di Cristo. I colori e le forme morbide e solide tipiche della sua produzione, sono qui attraversate da uno sconvolgimento in cui dolore e tragedia si mescolano, esaltando così il linguaggio figurativo che caratterizza l’artista colombiano.  </p> <p>La mostra – prodotta da Next Exhibition in collaborazione con l'Associazione Culturale Dreams e curata da Glocal Project e ONO arte – arriva dal cuore di Medellín, città natale di Botero. La serie fu infatti donata dall'artista al Museo di Antioquia nel 2012, in occasione dei festeggiamenti dei suoi ottant’anni.  </p>
<p>[Immagine in apertura: Fernando Botero, <em>El beso de Judas</em>, 2010. Olio su tela 138x159cm – Museo de Antioquia, Medellin]</p>

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A Parigi l'arte minimalista in mostra come mai prima d'ora

A Firenze la Stanza segreta di Michelangelo aprirà a novembre

<p>Dal prossimo novembre la <a href="https://arte.sky.it/archivio/2018/01/a-firenze-nel-2020-aprira-la-stanza-segreta-di-michelangelo" target="_blank">Stanza segreta di Michelangelo</a>, situata all'interno del <a href="https://arte.sky.it/news/michelangelo-sagrestia-nuova-restauro-batteri" target="_blank">Museo delle Cappelle Medicee</a> di <a href="https://arte.sky.it/news/florence-art-week-2023" target="_blank">Firenze</a>, aprirà per la prima volta le porte al pubblico. Il piccolo ambiente, accessibile dalla Sagrestia Nuova, conserva disegni a carboncino attribuiti al <a href="https://arte.sky.it/news/michelangelo-buonarroti-restauro-lettere-autografe" target="_blank">Buonarroti</a>. Secondo quanto annunciato dal Direttore Generale Musei Massimo Osanna durante la presentazione della nuova uscita del complesso museale fiorentino, la stanza sarà accessibile periodicamente a piccoli gruppi contingentati così da garantirne la conservazione. </p><h2>LA STANZA SEGRETA DI MICHELANGELO A FIRENZE</h2> <p>La celeberrima stanza fu scoperta durante un sopralluogo per un restauro nel 1975 dall'allora direttore del museo Paolo Dal Poggetto. Distaccando l’intonaco, furono scoperti una serie di schizzi attribuiti al maestro assoluto del Rinascimento, il quale – secondo la ricostruzione dello stesso Dal Poggetto – si rifugiò nella piccola stanza per circa due mesi durante la persecuzione medicea del 1530. La restituzione al pubblico di tale patrimonio costituisce un avvenimento epocale, a lungo atteso non solo dalla città di <a href="https://arte.sky.it/news/obelisco-pezzi-di-pace-felice-limosani-firenze" target="_blank">Firenze</a>.</p><h2>LA NUOVA USCITA DELLE CAPPELLE MEDICEE</h2> <p>L’apertura di questo piccolo tesoro non è l'unica novità che riguarda le Cappelle Medicee. A partire dal 27 settembre, infatti, entra in uso la nuova “uscita d’autore” realizzata del sito progettata dall'architetto Paolo Zermani. Una soluzione innovativa – eppure in perfetta armonia con la storia del complesso architettonico –, adottata per agevolare il flusso dei visitatori al termine del percorso museale. Grazie a questo intervento diventa ora possibile visitare, dopo decenni di chiusura, anche la Cripta lorenese, e un tratto delle mura medievali fiorentine emerse durante gli scavi che hanno preceduto l'intervento architetonico.</p><h2>IL PROGETTO DELL'ARCHITETTO PAOLO ZERMANI</h2> <p>Esito di un concorso internazionale indetto nel 2017, il progetto dell’architetto Zermani e del suo studio dota le Cappelle Medicee di un ampio ambiente multifunzionale sotterraneo, in connessione diretta con le cripte, con servizi per i visitatori e bookshop. Realizzati con forme lineari e impiegando materiali come il Travertino di Rapolano, sono due i volumi esterni posti a dialogo con il tessuto storico circostante.  “<em>La fabbrica medicea di San Lorenzo custodisce e trasmette da sempre, a Firenze, una memoria viva</em>.", ha spiegato Zermani, "<em>All'interno della Sagrestia Nuova Michelangelo ha fissato, nelle tombe, il ciclo della vita, scolpendo il Giorno, la Notte, l'Aurora, il Crepuscolo. In continuità con questo principio il progetto della Nuova Uscita è un percorso dal buio verso la luce, dalla morte alla vita, dalla tomba alla città di oggi</em>”.  [Immagine in apertura: La Nuova uscita del Museo delle Cappelle Medicee – Progetto dell’architetto Paolo Zermani – Foto Stephane Giraudeau]</p>

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