Gli ultimi mesi di Van Gogh raccontati da una mostra

Gli ultimi mesi della sua vita <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-famiglia-van-gogh-amsterdam" target="_blank">Vincent van Gogh</a> li trascorse in Francia, nella cittadina di Auvers-sur-Oise: qui realizzò molti dei suoi capolavori più famosi, la maggior parte dei quali marchiati a fuoco nella nostra mente, come il Campo di grano con corvi. La grande retrospettiva Van Gogh in Auvers. His Final Months al Van Gogh Museum di Amsterdam racconta proprio l'ultimo periodo dell'attività e della vita del grande pittore olandese che, con il suo stile unico caratterizzato da pennellate materiche e vorticose, rivoluzionò la storia dell'arte dall'Ottocento in poi. In occasione del cinquantesimo anniversario del Van Gogh Museum, l'istituzione ha deciso di allestire l'importante rassegna, visitabile dal 12 maggio al 3 settembre prossimi, che raccoglie cinquanta dipinti e oltre venti disegni realizzati dall'artista dopo il suo arrivo nella cittadina francese, il 20 maggio 1890. Qui <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-amsterdam-mangiatori-patate-van-gogh" target="_blank">Van Gogh</a> ritroverà inizialmente slancio e ottimismo, ma poi tornerà preda della malinconia e di un senso di solitudine che non lo abbandoneranno fino alla morte, avvenuta due mesi più tardi, proprio ad Auvers-sur-Oise, dove è sepolto.<h2>LE OPERE DI VAN GOGH IN MOSTRA AMSTERDAM</h2>
Realizzata in collaborazione con il <a href="https://arte.sky.it/video/art-of-museum-musee-dorsay-paris-725275" target="_blank">Musée d'Orsay </a>di Parigi, la retrospettiva riunisce non solo le opere custodite dal museo di Amsterdam, ma anche alcuni capolavori provenienti da musei e collezioni private di tutto il mondo, che li hanno concessi in prestito per questo progetto. È il caso ad esempio di La chiesa ad Auvers-sur-Oise, appartenente al Musée d'Orsay, e Ritratto di Adeline Ravoux proveniente da una collezione privata ed esposto per la prima volta nei Paesi Bassi. In mostra anche una serie di dieci paesaggi, come Campi nelle vicinanze di Auvers-sur-Oise, del <a href="https://arte.sky.it/news/belvedere-vienna-mostra-anniversario" target="_blank">Belvedere Museum di Vienna</a>, e Bosco con due figure del <a href="https://arte.sky.it/news/cezanne-scoperta-cincinnati" target="_blank">Cincinnati Art Museum</a>.

<h2>L'ULTIMO PERIODO DI VAN GOGH IN FRANCIA</h2>
Van Gogh in Auvers. His Final Months è la prima grande mostra dedicata al periodo trascorso da <a href="https://arte.sky.it/news/piattaforma-digitale-opere-vincent-van-gogh" target="_blank">Van Gogh</a> ad Auvers-sur-Oise: una fase breve ma cruciale nella carriera e nell'esistenza dell'artista. A questo periodo, spesso trascurato dalla storia, risalgono infatti alcune delle opere più note, come Il ritratto del dottor Gachet. La retrospettiva offre quindi un dettagliato e necessario colpo d’occhio sulle vicende che caratterizzarono gli ultimi scampoli di vita di uno degli artisti più celebrati di sempre. [Immagine in apertura: Vincent van Gogh, Wheatfield with Crows, Auvers-sur-Oise, July 1890, oil on canvas, 50.5 cm x 103 cm, Credits: Van Gogh Museum, Amsterdam (Vincent van Gogh Foundation)]

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L'arte di Burri, Vedova e Nitsch negli scatti di Aurelio Amendola

Varcare la soglia del processo creativo di un artista nel pieno del suo farsi non è impresa semplice e coglierne gli istanti fondamentali è una missione ancora più ardua. Eppure uno dei maestri della fotografia recente ci è riuscito, traducendo nei suoi scatti i gesti e le azioni di artisti che hanno fatto epoca. E proprio ai gesti e alle azioni allude, fin dal titolo, la mostra che la Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri a Città di Castello dedica al grande <a href="https://arte.sky.it/news/aurelio-amendola-serie-fotografia-artisti-pistoia-musei" target="_blank">Aurelio Amendola </a>e alle immagini che ritraggono tre giganti della storia artistica recente: <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-bologna-burri-restauro" target="_blank">Alberto Burri</a>, <a href="https://arte.sky.it/news/verona-emilio-vedova-palazzo-maffei" target="_blank">Emilio Vedova</a>, <a href="https://arte.sky.it/news/morte-hermann-nitsch" target="_blank">Hermann Nitsch</a>.<h2>GLI ARTISTI FOTOGRAFATI DA AURELIO AMENDOLA</h2> Le fotografie, allestite fino al 30 giugno 2023 negli ambienti degli Ex Seccatoi del Tabacco, lasciano trapelare tutta l'energia e il mistero che caratterizzano il lavoro dell'artista nel suo compiersi, evidenziano le diverse e peculiari sfumature che delineano gli approcci creativi di ciascuno dei tre protagonisti. Esito di uno sforzo corale, che ha visto impegnati la Fondazione Burri, la Fondazione Vedova di Venezia e il Museo Nitsch di Napoli, la mostra affianca alle quarantaquattro stampe fotografiche di ampie dimensioni di Amendola alcuni capolavori degli artisti evocati dai suoi scatti: Plastica M1 (1962) e Nero Cellotex (1978) di <a href="https://arte.sky.it/video/storie-di-artisti-alberto-burri-669178" target="_blank">Alberto Burri</a>, Non Dove/Breccia 1988 III (1988) di <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/08/docu-film-emilio-vedova-mostra-cinema-venezia" target="_blank">Emilio Vedova</a> e 18b.malaktion (1986) di <a href="https://arte.sky.it/news/libro-hermann-nitsch" target="_blank">Hermann Nitsch</a>, oltre a una serie di contributi filmici a loro dedicati. Il dialogo efficace tra le immagini e le opere rinsalda visivamente il profondo legame che ha unito Amendola agli artisti, in particolare a Burri, il quale riconosceva al fotografo la capacità di cogliere il senso del suo lavoro. Per quanto riguarda Vedova, come sottolinea Bruno Corà, presidente della Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri e curatore della mostra, "le immagini di Amendola descrivono un’intensità emotiva che diviene pittura di pensiero, di domanda e azione erratica e mnemonicamente evocativa, naufragio e superamento, scontro e abbraccio con il colore, con la luce, con l’instabilità e l’impermanenza. In Nitsch, esponente di una mitteleuropea inquieta e inappagata, ex protagonista dell’Azionismo viennese, il fotografo ha piuttosto dato risalto allo spazio teatrale dell’artista, documentandone la poetica tragica e i segni di una pittura e di una drammaturgia operativa protesa al rito e alla liturgia di una nuova possibile esperienza del dionisiaco nel nostro tempo".<h2>FOTOGRAFARE GLI ARTISTI AL LAVORO</h2> La mostra, sempre nelle parole di Corà, "ha un duplice obiettivo: quello di porre in evidenza le diverse modalità operative dei tre artisti, emblematici per la processualità delle loro azioni e dei loro modi espressivi, e al contempo fornire al più vasto pubblico uno specifico campo di indagine dell’attività di un grande fotografo italiano che con quei Maestri riuscì a stabilire un sodalizio e un’amicizia durevole, idonea oltretutto a coglierne le più significative attitudini artistiche e umane". Nell'ottica di raggiungere un pubblico ampio, la rassegna, dopo Città di Castello, sarà ospitata dalla Fondazione Vedova di Venezia il prossimo autunno. [Immagine in apertura: Aurelio Amendola, Alberto Burri al lavoro, Città di Castello, 1976]

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