La nuova, avveniristica sala da concerti di Belgrado

Sono trascorsi sette anni dal taglio del nastro del <a href="https://arte.sky.it/archivio/2016/10/maat-un-nuovo-landmark-per-la-citta-di-lisbona" target="_blank">MAAT – Museo di arte, architettura e tecnologia</a>, il cui edificio è ormai considerato un'icona architettonica di Lisbona. Sinuosamente adagiato sul lungofiume cittadino, nel quartiere di Belém, il museo è stato progettato dallo studio londinese <a href="https://arte.sky.it/archivio/2017/06/svelato-lampliamento-del-victoria-and-albert-museum-di-londra" target="_blank">AL_A</a>, realtà che più di recente si è aggiudicata il concorso per la nuova Belgrade Philharmonic Concert Hall.<h2>LA NUOVA SALA DA CONCERTI DI BELGRADO</h2> La storia della struttura destinata a diventare un punto di riferimento per la città di Belgrado e per l'intera Serbia ha inizio nel 2021. In quell'anno, nell'ambito dello UNDP - United Nations Development Programme, viene indetta una gara che ha coinvolto alcuni dei principali studi di architettura del mondo. A vincere è stato appunto il team guidato dalla pluripremiata architetta <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/06/architettura-mpavillion-melbourne" target="_blank">Amanda Levete</a>, selezionata per dare concretezza al più grande investimento culturale nella regione dei Balcani da decenni.<h2>UN PROGETTO SENZA PRECEDENTI PER I BALCANI</h2> Il sito di intervento è l'Ušće Park, polmone verde di Belgrado sulle rive del Danubio. L'opera, sviluppata da AL_A con un gruppo internazionale che comprende i paesaggisti di VDLA, gli ingegneri di AFA Consult, il colosso ARUP per l'acustica e gli architetti locali Zabriskie, si caratterizza per l'assenza di un fronte e un retro, canonicamente intesi. Il complesso sarà infatti l'esito dell'addizione di quattro flessuosi volumi, ciascuno con una specifica funzione. Ci sarà, ad esempio, una sala per concerti di musica sinfonica con 1600 posti a sedere, un unicum nei Balcani; previsti anche un auditorium, un hub creativo e un podium stage. In altre parole generi musicali diversi convivranno, così da intercettare l'interesse di un pubblico con gusti eterogenei. Questi quattro volumi circonderanno uno spazio pubblico che costituirà il "cuore" della Belgrade Concert Hall. Nelle parole della stessa Levete, l'edificio diverrà "espressione di armonia tra natura, architettura e musica, in un punto cardine in Europa dove l'Oriente incontra l'Occidente. Sarà un luogo in cui persone di ogni luogo e cultura, di tutte le età e abilità, si riuniranno per deliziarsi con la musica di ogni genere". [Immagine in apertura: The Belgrade Philharmonic Concert Hall. Copyright AL_A]

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Le architetture italiane diventate iconiche grazie al cinema

Una lunghissima giornata a ritmo di musica attende il pubblico di Sky Arte lunedì 1° maggio. Il sipario si alza alle 6:00 con lo storico filmato del concerto di Fabrizio De André con la PFM – recentemente ritrovato dopo essere stato custodito per oltre 40 anni dal regista Piero Frattari, che partecipò alla realizzazione delle riprese, mentre alle 7:50 andrà in onda il documentario che ripercorre la storia di uno dei più celebri album di Bob Marley, Catch a Fire, che gli valse il successo internazionale insieme a The Wailers. 
Alle 8:50 lo sguardo si sposta su colui che ha cantato l’America in tutte le sue contraddizioni, dando voce alle molteplici sfumature che compongono il Paese d’oltreoceano. Bruce Springsteen. In his own words cede la parola al musicista che, attraverso la lettura della sua autobiografia, si mette a nudo davanti alla telecamera raccontando aneddoti e ricordi di una lunga carriera.
Alle 10:50 si vola nel Regno Unito, cornice del lungometraggio A Hard Day's Night, la prima pellicola musicale interpretata dai Beatles e diretta da Richard Lester, con la fotografia di Gilbert Taylor.
Dalle 11:40 alle 15:15, spazio alle quattro puntate di Sound Gigante – Storia alternativa della musica italiana, la serie che approfondisce le vicissitudini della musica italiana recente, quando i protagonisti erano elementi come innovazione, avanguardia, sperimentazione.
Nell’ambito di Music Box, un ciclo di sei documentari che esplorano alcuni momenti cruciali della storia della musica, l’episodio intitolato Woodstock 99: Peace, Love and Rag approfondisce le vicende legate a uno degli eventi musicali più controversi dell’epoca recente: una tre giorni non soltanto all’insegna del rock, ma anche della violenza e della rabbia di una generazione ben diversa da quella che partecipò all’omonimo festival nel 1969.
Alle 17:10 il docu-film The Doors – When you’re strange, diretto da Tom Di Cillo, ci fa conoscere il genio trasgressivo di Jim Morrison senza censure né falsi pudori. La pellicola ritrae infatti la scena rock degli anni Sessanta e Settanta a tinte forti e contrastate, raccontando i segreti di un gruppo sopra le righe attraverso immagini eccezionali. 
Diretto dal premio Oscar Murray Lerner, il documentario The Who – Isle of Wight, in onda alle 18:40, riporta in vita una performance senza precedenti, grazie a preziose registrazioni di archivio, facendo riemergere le emozioni di uno dei concerti più riusciti degli Who.
U2 live in London, in programma alle 20:15, schiude invece le porte degli Abbey Road Studios, dove Bono e compagni si esibiscono intonando alcuni dei loro brani entrati negli annali della musica e anche pezzi più recenti, accompagnati da una straordinaria orchestra e da un coro per rendere l’esperienza di ascolto ancora più emozionante.
La prima serata, alle 21:15, è all’insegna di Woodstock ’69 ‒ La storia del festival. Per tre giorni, nell'agosto del 1969, quasi mezzo milione di giovani si recarono alla fattoria di Max Yasgur nello stato di New York per l'evento rock 'n' roll che definì una generazione. La pellicola ricorre a interviste originali, rari filmati d'archivio e preziose fotografie per fare il punto su uno degli eventi più memorabili del secolo scorso. I fondatori di Woodstock Ventures ‒ John Roberts, Joel Rosenman, Michael Lang e Artie Kornfeld ‒, insieme ai migliori talenti della produzione su entrambe le coste, tra cui John Morris, Bill Belmont, Mel Lawrence e Chip Monck, ricordano i momenti chiave del festival, dall’ideazione alla realizzazione, regalando al pubblico aneddoti diventati leggendari.
Alle 23:15 il docu-film Pink Floyd ‒ A Technicolor Dream evoca il maxiconcerto andato in scena, nell’aprile 1967, all’Alexandra Palace di Londra. Una vera e propria maratona durata ben 14 ore consecutive, con protagonista una delle band che più di altre ha beneficiato del rapporto con l’LSD, pagandolo a caro prezzo.
Alle 00:55 la parola va alla leggenda del rock per eccellenza, Mick Jagger, che ha saputo portare al successo una delle band più acclamate di sempre, imponendosi grazie a una straordinaria presenza scenica e a un timbro vocale inconfondibile.
Alle 2:00 Coldplay: A Head Full of Dreams, il documentario diretto da Mat Whitecross, descrive la storia del gruppo capeggiato da Chris Martin, dagli esordi fino al successo internazionale. A rendere ancora più speciale la narrazione è il ricorso a materiali d’archivio e a una serie di riprese effettuate durante il tour del disco A Head Full of Dreams.
La lunga giornata si concluderà con Madonna. La vera storia, in onda alle 3:45, e Cher. Un’icona senza tempo, in onda alle 4:40: due focus su altrettante performer che hanno dato un nuovo significato alla pop music.

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