Le ceramiche di Nick Cave in mostra a Bruxelles

Principe del male o “povero diavolo”? È questo il tema centrale della riflessione offerta da <a href="https://arte.sky.it/news/libro-nick-cave" target="_blank">Nick Cave</a> con The Devil — A Life (2020-22), la mostra che aprirà i battenti il 4 aprile presso la galleria <a href="https://www.xavierhufkens.com/exhibitions/the-devil-a-life" target="_blank">Xavier Hufkens di Bruxelles</a>: un ciclo di diciassette statuette in ceramica smaltata attraverso cui l'artista australiano esplora la storia del diavolo, da figura umana a simbolo della caducità, in costante tensione fra spiritualità e materialità. Nella comune visione occidentale, il diavolo è considerato la personificazione del male. Nick Cave intende però sfidare tale prospettiva, ritraendo questo soggetto come una figura imperfetta e desiderosa di cambiamento: la sua opera esplora così il conflitto umano, offrendo una nuova interpretazione simbolica dell’essere soprannaturale.
<h2>LA SCULTURA SACRA E PROFANA DI NICK CAVE</h2>
Con The Devil — A Life, Nick Cave segue l’evoluzione del diavolo attraverso le sette età della vita, in un percorso di trasformazione fisica e mentale che ripercorre le vicissitudini “umane” di una creatura dal forte valore simbolico. Dal giovane diavolo che eredita il mondo al diavolo anziano, pieno di rimorsi dopo una vita di trasgressioni e incomprensioni, l’opera di Cave mette in scena una parabola ricca di simboli, come cavalli e teschi, ed esplora con sguardo critico e curioso i temi cardinali della condizione umana, come l’amore, il peccato e il rimorso.
<h2>NICK CAVE TRA ARTE E MUSICA</h2>
Artista appassionato e amato dal grande pubblico, da sempre interessato ai tema della spiritualità, il frontman dei Bad Seeds non è nuovo alle incursioni nel mondo dell’arte, avendo già esposto i suoi lavori in sedi prestigiose come il <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-nick-cave-guggenheim-museum-new-york" target="_blank">Guggenheim di New York</a>. Realizzata a due anni di distanza dall’uscita di Ghosteen, l’album “esoterico” che chiudeva una trilogia di dischi attraverso cui l’artista australiano aveva voluto elaborare il lutto per la morte del figlio, The Devil — A Life è una mostra personale e universale al tempo stesso, che rappresenta l’ennesima sfida di Nick Cave alle convenzioni, proponendo una riflessione artistica matura e ricca di spunti su simboli di vasto respiro. [Immagine in apertura: © Megan Cullen]

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Torna l'amata cerimonia dei Golden Globe, primo appuntamento della stagione hollywoodiana che premia i professionisti che più si sono distinti nel mondo del cinema e della televisione. Condotta dal comico filippino Joy Koy, l’81esima edizione della storica manifestazione ha visto trionfare <a href="https://arte.sky.it/archivio/2017/08/dunkirk-film-cristopher-nolan-cinema" target="_blank">Christopher Nolan</a>. Il suo Oppenheimer, che racconta la storia del fisico statunitense Robert Oppenheimer e che ha tanto fatto parlare di sé durante l’anno appena concluso, vede riconfermato il suo successo ricevendo ben cinque statuette: a partire da quelle per il Miglior film drammatico e per la Miglior regia (è la prima volta che Nolan viene premiato con un Golden Globe). Cillian Murphy, che interpreta Oppenheimer nella pellicola, vince invece come Miglior attore in un film drammatico, mentre il riconoscimento per Miglior attore non protagonista va a Robert Downey Jr., che nel film interpreta Lewis Strauss. <h2>LE SERIE TV PREMIATE AI GOLDEN GLOBE</h2> Insieme a Oppenheimer si impone Succession, serie tv nata nel 2018 da un’idea di Jesse Armstrong che racconta le vicende e i giochi di potere della famiglia Roy, proprietaria della rete di media e intrattenimento più grande al mondo. La serie porta a casa ben quattro premi: Miglior serie drammatica, Miglior attore in una serie drammatica per Kieran Culkin (che interpreta Roman Roy), Miglior attrice per Sarah Snook, e Miglior attore non protagonista per Matthew Macfadyen. Segue sul podio la serie televisiva The Bear, che riceve ben tre statuette: il titolo vince come Migliore serie commedia o musical; mentre Jeremy Allen White e Ayo Edebiri, i due protagonisti, vengono entrambi premiati come Miglior attore e Miglior attrice nella stessa categoria. Infine, la serie Beef – Lo Scontro di Jake Schreier vince il riconoscimento come Miglior miniserie o film per la televisione, con Steven Yeun e Ali Wong come Miglior attore e Miglior attrice.<h2>“IL RAGAZZO E L’AIRONE” DI HAYAO MIYAZAKI</h2> Riceve il Golden Globe come Miglior film d’animazione <a href="https://arte.sky.it/news/hayao-miyazaki-il-ragazzo-e-l-airone" target="_blank">Il ragazzo e l’airone di Hayao Miyazaki</a>, uscito da pochissimo nelle sale italiane e già sostenuto dal consenso del vasto pubblico (oltre che dal fedele entusiasmo dei fan più affezionati). La storia ha conquistato gli spettatori intrecciando il mondo fantastico e stregato del regista con riferimenti biografici alla sua infanzia. Così facendo, l’83enne Miyazaki dà vita a una mitologia personale, dove realtà, sogno e incubo si fondono inestricabilmente, tra scenografie rigogliose e ambienti da togliere il fiato. Se, al fianco di Oppenheimer, nel corso del 2023 il film Barbie aveva raccolto grande consenso da parte del pubblico, diventando un caso mediatico (soprattutto a causa della massiccia campagna promozionale che lo ha preceduto) e battendo il record di incassi, il lungometraggio non sembra aver convinto la giuria dei Golden Globe. La pellicola di Greta Gerwig riceve “soltanto” due premi: quello per il successo cinematografico o del botteghino (nuova categoria presentata per la prima volta quest’anno), e per la Miglior canzone originale, What was I made for? di <a href="https://arte.sky.it/foto/libro-illustrazione-billie-eilish" target="_blank">Billie Eilish</a> e Finneas. <h2>I PREMI PER MARTIN SCORSESE E RICKY GERVAIS</h2> Due Golden Globe anche per <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-cinema-venezia-2023-premi-leoni" target="_blank">Povere Creature! di Yorgos Lanthimos</a>, vincitore del Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia (e favorito anche agli Oscar): l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Alasdair Gray (in uscita nelle sale italiane il 25 gennaio), riceve il premio come Miglior commedia o musical e Miglior attrice, con Emma Stone che interpreta la protagonista Bella Baxter. Con il film Killers of the Flower Moon di <a href="https://arte.sky.it/news/martin-scorsese-bologna-cineteca" target="_blank">Martin Scorsese</a> è invece Lily Gladstone la miglior attrice in un film drammatico; mentre Paul Giamatti trionfa come Miglior attore in una commedia o musical con il suo ruolo in The Holdovers – Lezioni di vita di Alexander Payne. E ancora, con la sua interpretazione di Diana Spencer in The Crown, Elizabeth Debicki vince il premio come Miglior attrice non protagonista in una serie; mentre l'umorismo dissacrante di Ricky Gervais nello spettacolo Armageddon viene premiato come Miglior spettacolo di stand-up comedy. Infine, Anatomia di una caduta di Justine Triet vince (sorpassando Io capitano dell’italiano <a href="https://arte.sky.it/archivio/2018/10/roberto-benigni-geppetto-pinocchio-film-matteo-garrone" target="_blank">Matteo Garrone</a>) come Miglior film non in lingua inglese. [Immagine in apertura: foto di Denise Jans su Unsplash]

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