Un gigantesco piccione tra le strade di New York

Un piccione alto quasi cinque metri, iperrealista e interamente realizzato in alluminio, si affaccerà presto dalla <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/11/high-line-new-york-plinth" target="_blank">High Line di New York</a>, all’incrocio tra la 10th Avenue e 30th Streets. È questa la curiosa scultura che, a partire dal prossimo ottobre (e per un periodo di diciotto mesi), sarà installata sulla storica linea ferroviaria sopraelevata, riadattata a parco pubblico e spazio dedicato alle arti.<h2>UN PICCIONE MONUMENTALE SULLA HIGH LINE DI NEW YORK</h2>Intitolata Dinosaur e firmata dall’artista colombiano <a href="https://arte.sky.it/foto/high-line-new-york-plinth">Iván Argote</a>, l’opera è stata commissionata da High Line Art, che dal 2009 – con la direzione artistica di <a href="https://arte.sky.it/news/biennale-venezia-cecilia-alemani-mostra" target="_blank">Cecilia Alemani </a>e del curatore Donald R. Mullen – produce gli interventi artistici della High Line, dalle installazioni site-specific alle mostre, dagli spettacoli agli eventi. Si tratta della quarta commissione del programma di arte pubblica dell’High Line, dopo Brick House (2019) di <a href="https://arte.sky.it/archivio/2018/09/un-busto-gigante-e-la-prima-opera-esposta-sulla-high-line-di-new-york" target="_blank">Simone Leigh</a>, Untitled (drone) di Sam Durant (2021) e Old Tree (2023) di Pamela Rosenkranz. Posizionata su un plinto di cemento, la statua di Argote finirà per sovrastare i passanti e le auto che si troveranno ai suoi piedi, invertendo la dinamica tipica del potere tra uccello ed essere umano, i due “abitanti” della città di New York.<h2>LA SCULTURA DI IVÁN ARGOTE A NEW YORK</h2>Scegliendo questo particolare soggetto, l’artista celebra la figura apparentemente prosaica del piccione e restituisce dignità al suo anonimato. “Il titolo ‘Dinosaur’ fa riferimento alla scala della scultura e agli antenati del piccione che milioni di anni fa dominavano il mondo, come noi umani oggi”, ha dichiarato Argote. “Il nome è anche un riferimento all’estinzione dei dinosauri. Come loro, un giorno non ci saremo più nemmeno noi", aggiunge l'artista, "ma forse un residuo di umanità continuerà a vivere, come fanno i piccioni, negli angoli bui e nei vuoti dei mondi futuri. Credo che questa scultura possa generare un’inquietante sensazione di attrazione, seduzione e paura tra gli abitanti di New York”.“Iván ha un’affascinante capacità di prendere qualcosa di familiare e di farcelo considerare in modo nuovo e profondo”, ha spiegato Cecilia Alemani, direttrice e curatrice di High Line Art. “La sua scultura per l’High Line Plinth aggiunge una prospettiva critica e divertente al dialogo in corso sull’arte pubblica”.[Immagine in apertura: Iván Argote, Dinosaur, 2024 (rendering). A High Line Plinth commission. On view October 2024 — Spring 2026. Image courtesy of the artist and the High Line]

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Bologna ospita l'arte sovversiva di Ai Weiwei

Il docufilm sul rapporto conflittuale fra Picasso e Parigi

La prima mostra di Marina Abramović in Cina

Nel 1988 <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-marina-abramovic-bergamo " target="_blank">Marina Abramović </a>e <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-ulay-pechino" target="_blank">Ulay</a>, suo storico collaboratore e compagno di vita, mostrarono al mondo quella che sarebbe stata la loro ultima grande performance insieme: The Lovers. I due artisti camminarono separatamente lungo tutta la Grande Muraglia cinese per incontrarsi a metà strada, in un gesto di grande valore simbolico, soprattutto in un contesto storico e politico ormai prossimo al cambiamento. Dopo quasi 40 anni da quell'azione indimenticabile, l’artista serba si appresta a tornare in Cina con Marina Abramović: Transforming Energy, la sua prima personale all’interno di un museo cinese. In programma dal 10 ottobre 2024 al 28 febbraio 2025 presso il <a href="https://arte.sky.it/archivio/2021/06/mostra-architettura-zaha-hadid-shanghai" target="_blank">Modern Art Museum</a> (MAM) di Shanghai, l’esposizione celebra la storica performance e presenta al pubblico numerose nuove opere create appositamente per l'occasione.<h2>IL RITORNO DI MARINA ABRAMOVIĆ IN CINA</h2>Per raccontare la straordinaria carriera di Marina Abramović, Transforming Energy presenterà una vasta selezione di opere, destinate a occupare tre piani della struttura museale di Shangai. Il punto di partenza sarà una ricca documentazione fotografica della <a href="https://arte.sky.it/news/marina-abramovic-mostra-royal-academy-londra" target="_blank">storica performance </a>sulla Grande Muraglia, esposta al primo piano del museo, mentre al secondo piano il focus si sposterà sulle prime opere partecipative realizzate dall’artista, fra cui i suoi celebri “oggetti transitori”, sculture realizzate con minerali come cristalli, rame e legno, che incoraggiano l’osservatore a interagire, sperimentando direttamente l'energia dei materiali. Questa dimensione partecipativa è presente anche nelle nuove opere di Abramović, in mostra al terzo piano, a conferma dell’unicità e della coerenza del percorso creativo di un’artista che ha sempre cercato di coinvolgere il pubblico nelle sue performance.<h2>LA GRANDE MOSTRA AUTUNNALE AL MAM DI SHANGAI</h2>Oltre ad offrire una panoramica completa della carriera di Abramović, mettendo in luce le sue opere più iconiche al fianco delle sue ultime creazioni, la mostra in programma il prossimo autunno al MAM di Shanghai sarà un'esperienza che mira a trasformare il modo in cui il pubblico percepisce e interagisce con l'arte. Continuando a sfidare la percezione comune e a ispirare il pubblico di tutto il mondo, l’artista riprende il filo della sua storica performance sulla Grande Muraglia, e accoglie questo ritorno in Cina “con grande entusiasmo grazie a una rassegna che è il risultato di quell’esperienza e che include un nuovo corpus di opere”. La mostra Transforming Energy rappresenterà dunque un’ideale chiusura del cerchio, unendo passato e presente in un dialogo continuo.[Immagine in apertura: Marina Abramović, Great Wall Walk, China. Marina on the Wall, 1988. Courtesy of the Artist]

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