La Cappella Sistina di Michelangelo rivive in una sorprendente mostra multimediale

<p>“<i>Se ci fosse almeno un mezzo per fissar bene nell’anima imagini tali!</i>”, scriveva Goethe nel 1786, rapito dal genio di <a href="https://arte.sky.it/news/2025/michelangelo-santo-peccatore-programmi-tv-6-marzo" target="_blank">Michelangelo</a> dopo una visita alla <a href="https://arte.sky.it/news/2023/mostra-immersiva-cappella-sistina-varsavia" target="_blank">Cappella Sistina</a>. Oggi, più di due secoli dopo, quella sua aspirazione trova risposta nella mostra <i>La Sistina di Michelangelo. Un’icona multimediale</i>, ospitata a Casa Buonarroti, a Firenze, fino al 7 gennaio 2026. </p>
<p>L’esposizione, voluta dalla Fondazione Casa Buonarroti e curata da Silvestra Bietoletti e Monica Maffioli, restituisce un racconto affascinante della fortuna del capolavoro michelangiolesco attraverso oltre sessanta opere tra incisioni, fotografie, edizioni illustrate e reinterpretazioni contemporanee. L’allestimento, che inaugura le sale restaurate al piano terreno, propone allo spettatore un viaggio nella storia dello sguardo, restituendo alla Sistina la sua natura di opera viva, inesauribile, che continua a interrogarci e a riflettersi nei nuovi linguaggi visivi.</p>
<h2>A FIRENZE LA MOSTRA MULTIMEDIALE CHE CELEBRA LA CAPPELLA SISTINA</h2>
<p>“<i>La raccolta della famiglia Buonarroti è ancora oggi la più ricca collezione di fogli michelangioleschi al mondo</i>”, ha dichiarato il direttore di Casa Buonarroti, Alessandro Cecchi, “<i>e accogliere questa mostra nel palazzo voluto dal pronipote di Michelangelo significa proseguire una tradizione di memoria e valorizzazione lunga quattro secoli</i>”.</p>
<p>Dalle acqueforti settecentesche di Tommaso Piroli e Giovanni Volpato alle prime fotografie ottocentesche di Adolphe Braun, la mostra ricostruisce il cammino della Sistina nella cultura dell’immagine. Così, dai negativi monumentali dei Fratelli Alinari ai fotogrammi del critofilm di Carlo Ludovico Ragghianti, il soffitto vaticano si è trasformato in un laboratorio di visione, un’enciclopedia visiva che attraversa i secoli. Il restauro degli anni Ottanta, diretto dai Musei Vaticani, ne ha infine risvegliato i colori abbaglianti, rendendola “<i>il luogo da visitare</i>”, come sottolinea la direttrice Barbara Jatta. </p>
<h2>LE RAPPRESENTAZIONI DELLA CAPPELLA SISTINA, DAL SEICENTO A OGGI</h2>
<p>Oggi la mostra fiorentina riaccende quel dialogo tra arte e media con una sezione dedicata alle reinterpretazioni più recenti. È infatti con il Novecento che la Sistina entra nella cultura di massa: dalle tavole cromolitografiche dell’Arundel Society alle copertine di <i>LIFE</i>, dai collage pop di <a href="https://arte.sky.it/news/2024/mostra-pop-art-italia-palazzo-buontalenti-pistoia" target="_blank">Tano Festa</a> ai <i>lampoons </i>raccolti da Leo Steinberg, il “tocco” tra Dio e Adamo diventa un’icona universale, replicata e reinventata all’infinito. In tempi più recenti, si va dalle fotografie fuori fuoco e dai colori sospesi di Bill Armstrong – che trasforma i gesti del Giudizio Universale in pure vibrazioni cromatiche – fino all’opera “foto-grafica” <i>Not in my name</i> del sudanese Khalid Albaih, dove il celebre incontro delle mani diventa un grido contro la guerra.</p>
<p>[Immagine in apertura: Frank Lerner, <i>Michelangelo’s Sistine Chapel</i>, servizio fotografico a colori pubblicato in “LIFE”, 26 dicembre 1949, pp. 25-49. Firenze, collezione privata]</p>


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In Abruzzo c'è un nuovo spazio dedicato alle ceramiche d'artista

<p>A Loreto Aprutino, in Abruzzo, apre un nuovo capitolo dedicato alla lunga storia d’amore tra la regione e la ceramica: nasce Spazio Ex Caserma, un progetto – sostenuto dal Laboratorio di Creatività Contemporanea e promosso dalla <a href="https://arte.sky.it/news/2025/capitale-italiana-arte-contemporanea-2027-selezione" target="_blank">Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura</a> – dedicato alla sperimentazione e alla valorizzazione delle ceramiche d’artista contemporanee. A curare la mostra inaugurale è Alessandro Cocchieri, direttore di Villa Pacchiani di Santa Croce sull’Arno, che ha riunito alcuni tra i più importanti artisti italiani e internazionali: Marco Bagnoli, Alberto Garutti, Fabrice Hyber, Gülsün Karamustafa, Felice Levini, H.H. Lim, <a href="https://arte.sky.it/news/2024/torino-luci-artista-angelidakis-ontani" target="_blank">Luigi Ontani</a>, Gino Sabatini Odoardi, Remo Salvadori, Donatella Spaziani, Giuseppe Stampone e Vedovamazzei.</p>
<h2>LO SPAZIO DEDICATO ALLE CERAMICHE D’ARTISTA IN ABRUZZO</h2>
<p>La collaborazione con i Musei Civici di Loreto Aprutino e la Fondazione Giacomo Acerbo, custode della celebre collezione di Ceramiche di Castelli, consolida un legame profondo con la storia artistica del territorio. In questo luogo, dove le antiche mura della caserma si aprono a nuovi linguaggi, la ceramica diventa metafora di dialogo tra epoche e culture. L’iniziativa, inoltre, si distingue per la sua vocazione educativa: laboratori per studenti di ogni ordine e grado offriranno l’opportunità di scoprire la materia ceramica, insegnando a modellarla, interpretarla e reinventarla. L’obiettivo è formare una nuova generazione di creativi capaci di leggere la tradizione con uno sguardo contemporaneo.</p>
<h2>LA FONDAZIONE NO MAN’S LAND E LO SPAZIO EX CASERMA</h2>
<p>Dietro il progetto c’è la Fondazione No Man’s Land (NML), nata nel 2016 da un’idea condivisa tra Yona Friedman – l’“architetto delle utopie realizzabili” –, Mario Pieroni e Dora Stiefelmeier di Zerynthia. Situata tra gli uliveti e i vigneti di Loreto Aprutino, la fondazione è da anni un punto di riferimento per chi crede in un’arte libera e collettiva, capace di intrecciare natura, pensiero e comunità. Con Spazio Ex Caserma, NML amplia il proprio orizzonte, affermandosi come rete culturale che unisce istituzioni, scuole e università, tra cui la Facoltà di Architettura dell’Università “Gabriele D’Annunzio” di Pescara e l’Accademia di Belle Arti dell’Aquila. Un progetto che restituisce al territorio un luogo rigenerato, dove la ceramica diventa materia viva.</p>
<p>[Immagine in apertura: Spazio Ex Caserma. Foto No Man's Land Foundation]</p>


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