Arriva al cinema l’atteso documentario su Caravaggio e il Giubileo

Sta per arrivare nei cinema italiani il nuovo film evento dedicato al legame tra <a href="https://arte.sky.it/news/2025/caravaggio-conversione-saulo-pala-odescalchi-palazzo-barberini" target="_blank">Michelangelo Merisi</a> e la Città Eterna nell’anno giubilare del 1600. Il docufilm, intitolato Caravaggio a Roma. Il viaggio del Giubileo, sarà proiettato in un numero selezionato di sale il 1°, 2 e 3 dicembre, e rappresenta l’ultimo appuntamento per il 2025 per il ciclo de <a href="https://arte.sky.it/news/2025/grande-arte-al-cinema-autunno-2025" target="_blank">La Grande Arte al Cinema</a> di Nexo Studios.
Diretta da <a href="https://arte.sky.it/news/2025/musei-italia-programmi-tv-15-aprile" target="_blank">Giovanni Piscaglia</a>, su soggetto di <a href="https://arte.sky.it/news/2025/venezia-infinita-avanguardia-programmi-tv-8-luglio" target="_blank">Didi Gnocchi</a> e sceneggiatura di Eleonora Angius, la pellicola segue idealmente il percorso aperto dal precedente <a href="https://arte.sky.it/news/2025/caravaggio-anima-sangue-programmi-tv-24-aprile" target="_blank">Caravaggio. L’anima e il sangue</a>, uscito nel 2018. Il nuovo documentario si propone di esplorare come i temi del peccato, della colpa e della grazia abbiano caratterizzato l’opera del maestro. Tale analisi prende le mosse dal periodo trascorso da Merisi nella Roma del 1600, ponendolo a confronto con l’esperienza dei pellegrini che hanno preso parte al <a href="https://arte.sky.it/news/2024/giubileo-2025-parco-schuster-roma-ostinese" target="_blank">Giubileo</a> di quest’anno.
<h2>COLPA E PERDONO NELL’ARTE DI CARAVAGGIO</h2>
Per tornare a raccontare la vita e l’arte di Caravaggio da una nuova prospettiva, il docufilm si concentra su un momento di grande importanza nella biografia del pittore lombardo: il Giubileo che si svolse a inizio XVII secolo, sotto il pontificato di papa Clemente VIII. Le celebrazioni dell’anno santo offrirono a Michelangelo Merisi l’occasione di trovare la propria definitiva consacrazione artistica. La pellicola si sofferma in particolare su due opere realizzate in quel periodo, che avrebbero impresso una svolta decisiva alla carriera di Caravaggio: la Vocazione di San Matteo e il Martirio di San Matteo, custodite una di fronte all'altra all'interno della <a href="https://arte.sky.it/archivio/2018/05/la-luce-leredita-di-caravaggio-nella-storia-dellarte" target="_blank">Cappella Contarelli</a>, nella chiesa romana di San Luigi dei Francesi.
A partire da allora, infatti, l’artista concentrò tutti i suoi sforzi nella realizzazione di opere sacre, pur conservando in esse il profondo tormento che ha animato tutta la sua arte. La rappresentazione di concetti come misericordia, colpa e redenzione assunse così la sua dimensione definitiva. I contrasti e i giochi di luce che avevano reso celebre Caravaggio, furono da quel momento in poi il riflesso ideale del desiderio di perdono che segnò indelebilmente gli ultimi anni di vita dell’artista.
<h2>L’ULTIMO EVENTO DEL 2025 DE “LA GRANDE ARTE AL CINEMA”</h2>
Alla realizzazione del documentario hanno preso parte esperti, artisti e storici del calibro di <a href="https://arte.sky.it/news/2024/monografia-caravaggio-ecce-homo" target="_blank">Maria Cristina Terzaghi</a>, <a href="https://arte.sky.it/mostre-eventi/arte/barocco-globale-bernini-scuderie-quirinale-roma" target="_blank">Francesca Cappelletti</a>, <a href="https://arte.sky.it/news/2025/jago-rock-star-programmi-tv-13-aprile" target="_blank">Jago</a> e <a href="https://arte.sky.it/news/2024/mostra-galleria-borghese-palazzo-barberini" target="_blank">Thomas Clement Salomon</a>. La pellicola, prodotta da 3D Produzioni, arriva nelle sale cinematografiche al termine di un anno giubilare in cui la figura di Merisi è stata al centro di un importante evento espositivo: la mostra Caravaggio 2025 a <a href="https://arte.sky.it/news/2025/mostra-caravaggio-roma-giubileo" target="_blank">Palazzo Barberini</a>. 
Il legame tra il grande artista e le celebrazioni dell’anno santo riflette la natura spirituale dell’opera di Caravaggio, capace di trovare la sua espressione più alta in quel Giubileo che “è sentimento, non ragionamento”, come sottolinea lo storico dell’arte <a href="https://arte.sky.it/news/2025/operazione-caravaggio-programmi-tv-18-ottobre" target="_blank">Claudio Strinati</a>. L’analisi storica e artistica proposta dal documentario evoca così le stesse riflessioni sul tema della speranza e della misericordia che hanno animato gli eventi religiosi tenutisi a Roma nel corso dell’ultimo anno, coinvolgendo finora oltre 24 milioni di pellegrini.
[Immagine in apertura: Caravaggio, Il Martirio di sant'Orsola, Gallerie d'Italia - Napoli]

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Per la prima volta nella storia della <a href="https://arte.sky.it/news/2025/premi-biennale-architettura-2025" target="_blank">Biennale Architettura</a>, la direzione artistica della kermesse è stata affidata a due architetti cinesi, Wang Shu e Lu Wenyu. Una scelta che segna un ritorno alle radici più profonde del costruire, consegnando la <a href="https://arte.sky.it/news/2025/restauro-chiesa-padiglione-santa-sede-biennale-architettura" target="_blank">20. Mostra Internazionale di Architettura</a> a due protagonisti che da oltre venticinque anni reinterpretano la tradizione cinese attraverso un linguaggio progettuale capace di fondere memoria, sostenibilità e innovazione. Fondatori di Amateur Architecture Studio e da tempo impegnati, come docenti, nella formazione della nuova generazione di architetti alla China Academy of Art, i due professionisti hanno costruito un percorso accademico riconosciuto a livello globale. I loro interventi sono stati esposti in mostre di settore al MoMA, al <a href="https://arte.sky.it/news/2024/centre-pompidou-parigi-ristrutturazione" target="_blank">Centre Pompidou</a>, al Louisiana Museum e al BOZAR tra gli altri musei. Da segnalare, inoltre, che all'età di 48 anni Wang Shu è stato insignito del Pritzker Architecture Prize.
<h2>PER LA PRIMA VOLTA DUE ARCHITETTI CINESI ALLA GUIDA DELLA BIENNALE ARCHITETTURA DI VENEZIA</h2>
Il duo, già noto al pubblico veneziano per precedenti partecipazioni alla Biennale Architettura – con la Menzione Speciale del 2010 per Decay of a Dome – incarna una visione progettuale alternativa al modello urbano dominante, fondato su demolizioni e trasformazioni radicali. Il loro approccio, incentrato sul riuso dei materiali e sulla valorizzazione delle tracce lasciate dalle precedenti generazioni, si traduce in opere emblematiche come il Museo Storico di Ningbo, il Campus di Xiangshan o la riqualificazione del villaggio di Wencun, dove materiali riciclati e tecniche artigianali dialogano con soluzioni ingegneristiche contemporanee. Anziché lavorare per produrre forme spettacolari, la coppia di architetti punta a restituire autenticità a spazi e comunità.
<h2>L’ARCHITETTURA SECONDO WANG SHU E LU WENYU</h2>
Nell'accettare l’incarico da parte dell'istituzione veneziana, i due architetti hanno sottolineato l’urgenza di un cambio di prospettiva in un contesto globale dominato da sperimentazioni concettuali spesso lontane dalla realtà e da dinamiche commerciali artefici di architetture effimere, scollegate dai luoghi e dalla loro storia. “I rapidi e molteplici cambiamenti nell’architettura”, hanno infatti spiegato Wang Shu e Lu Wenyu, “appaiono soprattutto come un fenomeno di superficie, frutto di un’eccessiva concettualizzazione o di una marcata commercializzazione. L’esuberanza delle sperimentazioni concettuali risulta spesso distante dalla realtà, mentre la spinta commerciale tende a generare esiti effimeri e puramente popolari”. Una deriva che, avvertono, rischia di "condurre alla morte stessa dell’architettura, riducendola a una sorta di illusoria proiezione del futuro." Da qui il proposito, per il 2027, ad "adottare un approccio semplice e autentico (...). Il nostro impegno sarà quello di esprimere con la massima sincerità questo valore e questa ricerca, contribuendo a una realtà — e a un futuro — migliori."
[Immagine in apertura: Wang Shu e Lu Wenyu © La Biennale di Venezia - foto ASAC - Matteo Losurdo.]

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