Le "cancellature" di Emilio Isgrò compiono 60 anni

<p>Un evento straordinario nel cuore della città lagunare per rendere omaggio alle visioni di uno dei grandi nomi dell’arte contemporanea: tutto questo è stato <i>Dreaming Different: Una Serata con Emilio Isgrò</i>, tenutasi lo scorso 8 giugno nell’iconica cornice del The Venice Venice Hotel. Per una sera il cortile di Palazzo Ca' da Mosto, sede dell’albergo cinque stelle, si è trasformato nell’arena di un suggestivo e raccolto cinema all'aperto, che ha ospitato la proiezione privata del documentario di Sky Arte <i><a href="https://arte.sky.it/video/emilio-isgro-autocurriculum-sotto-il-sole-953992" target="_blank">Emilio Isgró. Autocurriculum sotto il sole</a></i>.</p>
<p>L’iniziativa culturale ha visto come protagonisti il regista del film, <a href="https://arte.sky.it/news/2021/valle-camonica-lingua-segni-lis" target="_blank">Davide Bassanesi</a>, il direttore di Sky Arte, <a href="https://arte.sky.it/archivio/2018/04/capolavori-perduti-ospiti-del-national-geographic-festival-delle-scienze" target="_blank">Roberto Pisoni</a>, e lo stesso artista siciliano. Oltre a celebrare l’eccezionale percorso creativo di <a href="https://arte.sky.it/news/2024/odissea-cancellata-isgro-spettacolo-pompei" target="_blank">Emilio Isgrò</a>, la serata si è svolta all’insegna dell’invito a “<i>sognare diversamente</i>” citato nel titolo dell’evento, evidenziando l’importanza di Venezia come centro nevralgico della scena artistica contemporanea, aperto alle aspirazioni di chi, come Isgrò, osa spingersi oltre i confini creativi tradizionali.</p>
<h2>AL THE VENICE VENICE HOTEL UNA SERATA DEDICATA A EMILIO ISGRÒ</h2>
<p>Realizzato nel 2024 in occasione del 60esimo anniversario dell'esordio di una tecnica artistica innovativa e originale come quella delle <a href="https://arte.sky.it/news/2024/bologna-mostra-emilio-isgro" target="_blank">“cancellature”</a>, il documentario dedicato a Emilio Isgró ha trovato una sede ideale dove essere proiettato. Il The Venice Venice Hotel rappresenta infatti il fulcro di un nuovo progetto di ospitalità, centrato sul valore dell’arte contemporanea. Una location immersa nella bellezza senza tempo del patrimonio storico e artistico veneziano, ma anche promotrice di iniziative come quella dell’8 giugno, volte a valorizzare i linguaggi artistici della contemporaneità.</p>
<p>Il legame tra l'hotel veneziano e l’arte di Isgrò ha radici antiche: gli ambienti della Room 06 ospitano infatti un’opera site-specific dell’artista siciliano: <i>I declare that I'm not Emilio Isgrò</i>. Calata nel raffinato contesto di una camera con vista sul <a href="https://arte.sky.it/news/2023/libro-venezia-bambini" target="_blank">Ponte di Rialto</a> e sul Canal Grande, l’installazione conferma il valore degli interventi di un protagonista dell’arte contemporanea in un luogo ricco di storia e cultura.</p>
<h2>VENEZIA CELEBRA 60 ANNI DI "CANCELLATURE" E DI OPERE VISIONARIE</h2>
<p>Tanto il <a href="https://arte.sky.it/news/2024/emilio-isgro-programmi-tv-6-ottobre" target="_blank">documentario</a> proiettato nei giardini dell’hotel, quanto l’opera d’arte che impreziosce una delle sue stanze, ruotano attorno a quelle "cancellature" che rappresentano la cifra distintiva di Emilio Isgrò. Nato in provincia di Messina nel 1937, l’eclettico artista, scrittore e poeta ha introdotto questa tecnica rivoluzionaria nel 1964, rimuovendo da enciclopedie, libri e codici parti più o meno essenziali dei testi, e trasformando così in chiave artistica le opere cancellate.</p>
<p>Nel corso di oltre sessant’anni di carriera artistica, Isgrò ha impresso con i suoi lavori innovativi un segno indelebile sull’arte concettuale. La centralità della sua opera è attestata dalle numerose partecipazioni alla <a href="https://arte.sky.it/news/2025/biennale-arte-2026-venezia-koyo-kouoh" target="_blank">Biennale di Venezia</a>, nonché dall’aver esposto nei più importanti musei di tutto il mondo, tra cui il <a href="https://arte.sky.it/archivio/2016/09/new-york-il-moma-mette-online-larchivio-completo-delle-sue-mostre" target="_blank">MoMA</a> di New York e il <a href="https://arte.sky.it/news/2024/centre-pompidou-parigi-ristrutturazione" target="_blank">Centre Pompidou</a> di Parigi. </p>


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È "egittomania" al Museo Civico di Crema e del Cremasco

<p>Tra Ottocento e primo Novecento, la spedizione napoleonica in <a href="https://arte.sky.it/news/2025/mostra-egitto-faraoni-roma-scuderie-quirinale" target="_blank">Egitto</a> genera il fenomeno noto come “egittomania”: in tutta Europa, l’immaginario collettivo si popola di sfingi, geroglifici e piramidi, influenzando le arti figurative, l'architettura e lo spettacolo. Per la prima volta, il <a href="https://arte.sky.it/news/2024/vampiri-mostra-crema" target="_blank">Museo Civico di Crema e del Cremasco</a> offre uno studio approfondito sull’impatto che questo culto ebbe anche sul territorio locale, con un’esposizione che lllustra l’influenza di questa "euforia europea" sugli artisti cremaschi. Fino al 28 settembre, infatti, il museo accoglie la terza edizione della rassegna <i>Depositi esposti</i>, che ricostruisce questa pagina della storia dell’arte attraverso un inedito confronto tra reperti egizi e rielaborazioni artistiche moderne.</p>
<h2>L’EGITTOMANIA IN MOSTRA AL MUSEO CIVICO DI CREMA</h2>
<p>Il percorso espositivo si articola intorno a due figure cardine: Luigi Manini e Antonio Rovescalli, entrambi protagonisti di un revival egizio che univa studio accademico, immaginazione e mestiere teatrale. Manini, trasferitosi in Portogallo dal 1879 al 1912, impiegò nelle scenografie per l’opera elementi desunti direttamente dalle tavole di Vivant Denon e dalla monumentale <i>Description de l’Égypte</i>, volumi illustrati che resero accessibile all’Europa ottocentesca il patrimonio visivo dell’antico <a href="https://arte.sky.it/foto/altro/mostra-forever-is-now-arte-contemporanea-egitto" target="_blank">Egitto</a>. In mostra sono presenti i suoi bozzetti, studi e materiali decorativi donati nel 1925 alla Biblioteca Comunale di Crema e oggi conservati nel Museo Civico. A Rovescalli è dedicata una sezione che espone acquerelli e fotografie di scenografie teatrali, come quelle per <i>Aida</i>, che gli valsero riconoscimenti accademici e lo consacrarono alla Scala di Milano e al São Carlos di Lisbona. I loro lavori testimoniano non solo un gusto per l’esotico, ma una precisa volontà di documentazione e rielaborazione simbolica, tipica di un’epoca che identificava nell’Egitto antico un modello estetico e culturale da reinterpretare.</p>
<h2>IL FASCINO PER L’EGITTO RIVIVE A CREMA</h2>
<p>Curata da Alessandro Barbieri, Christian Orsenigo e Gabriele Valesi, la mostra sull'egittomania si configura come un’operazione di grande respiro, capace di raccontare un gusto artistico globale attraverso una prospettiva fortemente locale. Oltre ai materiali grafici e pittorici, l’allestimento presenta prestiti bibliografici d’eccezione – come la versione italiana del <i>Voyage</i> di Denon concessa dalla Biblioteca Queriniana di Brescia – e mette in luce anche le ricadute architettoniche del fenomeno. Spiccano, così, riferimenti decorativi egittizzanti in dimore cremonesi come Villa Marazzi a Torlino Vimercati e Palazzo Turina a Casalbuttano. Così facendo, la rassegna non si limita a documentare l’influenza dell’Egitto nell’arte cremasca: evidenzia come tale suggestione abbia saputo intrecciarsi con l’identità locale, dando vita a espressioni originali, profondamente radicate nel territorio ma in dialogo costante con i principali flussi estetici europei.</p>
<p>[Immagine in apertura: Luigi Manini, Studio di statua raffigurante una regina egizia seduta in trono, 1873-1897 ca. Crema, Museo Civico di Crema e del Cremasco (invv. 879/15, G0449)]</p>


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