Doppia sede per l'irripetibile mostra su Beato Angelico a Firenze

<a href="https://arte.sky.it/news/2025/restauro-crocifissione-beato-angelico-fiesole" target="_blank">Beato Angelico</a>, il frate pittore che seppe trasformare la spiritualità e la teologia in immagini di pura armonia, torna a incantare Firenze con una mostra che è rientra tra <a href="https://arte.sky.it/news/2025/mostre-arte-autunno-2025" target="_blank">gli eventi espositivi più attesi dell'autunno 2025</a>. Il Museo di San Marco e la <a href="https://arte.sky.it/news/2025/palazzo-strozzi-programma-mostre-2026">Fondazione Palazzo Strozzi</a>, entrambi situati nel centro storico di Firenze, rendono omaggio al maestro del Quattrocento con un progetto di portata internazionale, che riunisce eccezionalmente oltre 140 opere provenienti dai più prestigiosi musei del mondo: dal Louvre alla Gemäldegalerie di Berlino, dal Metropolitan di New York fino ai Musei Vaticani. Curata da Carl Brandon Strehlke, insieme a Stefano Casciu e Angelo Tartuferi, la retrospettiva – la prima a Firenze dopo settant’anni dalla memorabile monografica del 1955 – racconta l’evoluzione di Beato Angelico e la sua influenza su giganti come Masaccio, <a href="https://arte.sky.it/news/2024/mostra-roma-filippo-lippi-filippino-rinascimento" target="_blank">Filippo Lippi</a> o Ghiberti, restituendo il volto di un Rinascimento che nasce tra fede, luce e prospettiva.
<h2>A FIRENZE LA MOSTRA DI BEATO ANGELICO NELLE SALE DI PALAZZO STROZZI</h2>
La mostra <a href="https://arte.sky.it/mostre-eventi/arte/beato-angelico-palazzo-strozzi-firenze" target="_blank">Beato Angelico</a> coinvolge due sedi espositive fiorentine. A Palazzo Strozzi il visitatore incontra le <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/10/restauro-pala-san-marco-beato-angelico" target="_blank">opere capitali di Beato Angelico</a> accostate a quelle dei suoi contemporanei, in un racconto corale che ricostruisce le radici della modernità artistica. L'intensità narrativa delle pale d’altare e la raffinatezza delle miniature si alternano in un percorso dal forte impatto scenografico, pensato per esaltare i contrasti tra la solennità del gotico e la nuova razionalità rinascimentale. Palazzo Strozzi diventa così un teatro in cui la luce, cifra inconfondibile dell’artista, non è soltanto un elemento pittorico ma una metafora della conoscenza, capace di guidare lo sguardo dal dettaglio spirituale al respiro universale. Non mancano i capolavori restaurati per l’occasione, restituiti al loro splendore originario grazie a un meticoloso lavoro di ricerca e cura. Anche per questo la mostra su Beato Angelico a Firenze rappresenta un’occasione unica, se non irripetibile, per osservare da vicino opere che da secoli non dialogavano più tra loro. Nel capoluogo toscano tornano infatti a ricomporsi cicli smarriti e pale smembrate e disperse da più di duecento anni, grazie a un’operazione di straordinario valore.
<h2>BEATO ANGELICO PROTAGONISTA AL MUSEO DI SAN MARCO A FIRENZE</h2>
Il percorso trova il suo culmine al <a href="https://arte.sky.it/news/2024/restauro-refettorio-grande-museo-san-marco-firenze" target="_blank">Museo di San Marco</a>, luogo-simbolo della vita e dell’arte del frate domenicano. Entrare nelle celle affrescate dall’Angelico equivale infatti a vivere un’esperienza che supera la fruizione artistica canonica per assaporare l’intensità spirituale con cui l’artista concepiva ogni pennellata. Qui il visitatore viene invitato a meditare: la pittura si fa preghiera, le figure dialogano con il silenzio e lo spazio architettonico diventa parte integrante dell’opera. L’allestimento affianca i lavori conservati stabilmente nel convento agli eccezionali prestiti appositamente giunti a Firenze da tutto il mondo, permettendo per la prima volta di confrontare cicli e pale nati per contesti diversi ma animati dalla stessa forza interiore. La mostra Beato Angelico restituisce così l’essenza del lavoro di un artista capace di fondere il rigore della fede con la libertà della visione, che ha contribuito a rendere Firenze l'indiscusso fulcro del Rinascimento.
[Immagine in apertura: Beato Angelico, exhibition views, Palazzo Strozzi e Museo di San Marco, Firenze, 2025. Photo: Ela Bialkowska, OKNO Studio]

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Le opere di arte contemporanea inaugurate sotto le piramidi egizie

La storia del “Bacio” di Gustav Klimt

L'indissolubile legame tra Armani e Milano in mostra alla Pinacoteca di Brera

Cinquant'anni all’insegna della creatività e dello stile: è questo il tema della mostra intitolata Giorgio Armani: Milano, per amore, visitabile alla <a href="https://arte.sky.it/news/2025/linus-60-anni-mostra-pinacoteca-brera-milanesiana" target="_blank">Pinacoteca di Brera</a> fino al prossimo 11 gennaio. L’evento espositivo, il primo di questo genere allestito nelle sale del museo milanese, dà voce a un dialogo intenso tra i capolavori della collezione permanente e le creazioni dal <a href="https://arte.sky.it/news/2025/giorgio-armani-morte" target="_blank">grande stilista</a>, scomparso a inizio settembre all’età di 91 anni.
L’originale retrospettiva sottolinea inoltre il profondo legame che univa Armani al quartiere che ospita la storica galleria. Lo stilista milanese aveva infatti scelto di vivere e lavorare proprio a Brera, un’area della città che considerava artisticamente affine al proprio stile misurato ed elegante. Circondati dalle meraviglie dell’arte italiana custodite nel museo, i capi disegnati da <a href="https://arte.sky.it/archivio/2015/05/giorgio-armani-silos-inaugurazione-anteprima-foto-milano-expo-2015" target="_blank">Giorgio Armani</a> danno forma a un percorso espositivo che evidenzia l’elevato valore artistico delle creazioni di uno dei più importanti stilisti dell’ultimo secolo.
<h2>MILANO CELEBRA I 50 ANNI DI “STILE ARMANI”</h2>
Il nucleo di opere raccolte per l’esposizione Giorgio Armani: Milano, per amore conta più di 120 abiti, alcuni dei quali mai presentati al pubblico prima d’ora; sono stati concessi in prestito da ARMANI/Archivio e da altre importanti collezioni appositamente per questa occasione. L’accurato allestimento trasforma le sale del museo milanese, contrassegnandole con i colori e i temi visivi che hanno caratterizzato per cinque decenni il percorso creativo del maestro Armani. Sono così i valori della grande artigianalità sartoriale, il senso della misura e l’amore per le tonalità neutre a emergere attraverso i tessuti e i capi in mostra.
Negli ambienti della Pinacoteca di Brera gli abiti disegnati da Giorgio Armani finiscono così per trovare un nuovo ambiente naturale, divenendo perfetti simboli “della creatività italiana che si è esplicata nell’essenzialità e nel rigore delle forme, un rigore che da estetico è diventato etico”, come ha evidenziato il direttore del museo milanese, <a href="https://arte.sky.it/news/2025/programma-mostre-grande-brera-2025-2026" target="_blank">Angelo Crespi</a>. Presentate ai visitatori su manichini eterei, che esaltano l’essenzialità e il rigore che hanno sempre contraddistinto lo “stile Armani”, le creazioni sartoriali in mostra raccontano una carriera unica e incredibilmente coerente, che ha contribuito a consolidare su scala globale la reputazione della moda italiana.
<h2>OLTRE 120 CREAZIONI DI GIORGIO ARMANI IN MOSTRA ALLA PINACOTECA DI BRERA </h2>
Inaugurata in occasione dell’inizio della <a href="https://arte.sky.it/news/2022/programmi-tv-moda-fashion-week" target="_blank">Fashion Week</a> milanese, la mostra conferma l’impegno divulgativo di un’istituzione nata oltre 200 anni fa per sostenere la formazione degli studenti iscritti all'<a href="https://arte.sky.it/archivio/2017/07/laccademia-di-brera-si-apre-alla-citta-di-milano" target="_blank">Accademia di Belle Arti</a>. Tale missione coinvolge per la prima volta in assoluto l’universo della moda, considerandola un linguaggio fondamentale della creatività contemporanea, alla pari di altre forme di espressione artistica.
Oltre a rendere omaggio a uno dei massimi esponenti dello stile made in Italy, l’esposizione Giorgio Armani: Milano, per amore si distingue anche per il suo “valore didattico”. Tale espressione, usata dallo stesso Giorgio Armani nella sua autobiografia, evidenzia infatti come una mostra debba ambire a rappresentare “la testimonianza unica che puoi offrire al pubblico, ma soprattutto ai giovani creativi, attraverso la tua opera”.
[Immagine in apertura: Giorgio Armani, Milano Per Amore, Pinacoteca di Brera; photo credit @agnese_bedini @melaniadallegrave @dsl__studio]

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