Il tema del cibo è il filo conduttore della quinta edizione di "Foto/Industria", la biennale fotografica dedicata all’industria e al lavoro. Sono undici le mostre che, allestite tra il centro di Bologna e la Fondazione MAST, esploreranno fino al 28 novembre le diverse sfaccettature della sempre più urgente questione alimentare.

Ideata nel 2013 dalla Fondazione MAST (Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia) con l’obiettivo di sostenere e promuovere la cultura della fotografia dedicata al mondo del lavoro, la Biennale Foto/Industria giunge alla sua quinta edizione. Un atteso ritorno che pone lo sguardo su una questione particolarmente urgente, quella delle risorse alimentari. Inaugurata a Bologna lo scorso 14 ottobre, la rassegna fotografica affronta, sino al 28 novembre, numerose tematiche che ruotano intorno ai vari settori dell’industria alimentare: dal rapporto tra alimentazione e geografia fino ad arrivare al gravoso impatto sul territorio causato dalla meccanizzazione della coltivazione e dell’allevamento. Come afferma lo stesso direttore artistico dell’iniziativa, Francesco Zanot: “Il cibo è un fondamentale indicatore per analizzare e comprendere intere civiltà. Le modalità attraverso cui gli alimenti vengono prodotti, distribuiti, venduti, acquistati e consumati sono in costante cambiamento e racchiudono pertanto alcuni caratteri distintivi di un’epoca, un periodo storico o un ambito culturale e sociale... Il cibo è linguaggio”. IL PROGRAMMA DELLA BIENNALE FOTO/INDUSTRIA Intitolata per l’appunto FOOD, la nuova edizione di Foto/Industria anima la città di Bologna con ben dieci mostre allestite in varie sedi del centro cittadino più un’esposizione ‒ dedicata alla figura di Ando Gilardi ‒ ospite della Fondazione MAST. Protagonisti degli undici progetti espositivi sono altrettanti fotografi di risonanza internazionale tra i quali spiccano gli italiani Lorenzo Vitturi e Maurizio Montagna, l’artista statunitense Jan Groover, e i tedeschi Herbert List e Hans Finsler (annoverato, quest'ultimo, fra i padri fondatori della cosiddetta fotografia oggettiva degli anni Trenta). Se la mostra Fototeca di Gilardi mette in dialogo una serie di reportage fotografici con materiali provenienti dal suo prestigioso archivio iconografico, progetti come In the Belly of the Beast, di Mishka Henner, o Palestine Heirloom Seed Library, di Vivien Sansour, entrano nel vivo della questione concentrandosi rispettivamente tanto sul rapporto tra uomo, animali e tecnologia quanto sulla necessità di salvaguardare il più possibile la biodiversità del nostro pianeta. IL PHOTO BOOK/RICETTARIO Arricchisce l’esperienza dell’evento una pubblicazione a metà strada fra un catalogo di fotografia e un libro di ricette pensate dallo chef e scrittore Tommaso Melilli: un volume inedito che, attraverso la descrizione di ricette originali, presenta alcune fantasiose interpretazioni degli argomenti trattati in ogni mostra. [Immagine in apertura: Jan Groover, Senza titolo, 1988-89 circa © Musée de l'Elysée, Lausanne. Jan Groover Archives]
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