Il 21 luglio prossimo andrà all'asta nella sede newyorkese di Sotheby’s il "First Folio", la prima raccolta delle opere di William Shakespeare. Grazie a questa preziosa pubblicazione ben diciotto capolavori shakespeariani sono giunti fino a noi.

Il prossimo 21 luglio, a New York, durante la vendita dedicata a Books and Manuscripts, Sotheby's batterà all’asta una copia originale di quello che è considerato il testo più importante della letteratura inglese, il First Folio, ovvero la prima raccolta di opere di William Shakespeare. Il volume, completo di un ritratto inciso dell'autore stesso e di encomi poetici scritti da Ben Johnson e da altri, secondo il recente censimento condotto da Anthony James West, rappresenta uno dei venti esemplari rimasti in mani private. Delle settecentocinquanta copie stampate del libro, ne sopravvivono, infatti, duecentotrentadue, la maggior parte conservate in biblioteche e collezioni museali internazionali. La stima di partenza è tra il milione e mezzo e i due milioni e mezzo di dollari.L’IMPORTANZA DEL “FIRST FOLIO” SHAKESPEARIANO Questa edizione delle opere di Shakespeare, datata 1623, è nota come First Folio in quanto la raccolta si è rivelata così popolare che nel XVII secolo furono necessarie tre ulteriori ristampe: nel 1632, nel 1663-1964 e nel 1685 (conosciute, appunto, come Second, Third e Fourth Folio). Ideato da John Heminges e Henry Condell – i due collaboratori di Shakespeare all'interno della compagnia di recitazione The King's Men –, il First Folio è uno strumento indispensabile per la conoscenza dei capolavori del Bardo. Delle trentanove opere teatrali shakespeariane oggi note in tutto il mondo, ben diciotto, tra cui Macbeth, La tempesta, La dodicesima notte, Giulio Cesare, La bisbetica domata e Tutto è bene quel che finisce bene, sono infatti state pubblicate nel First Folio.L’UNICO “FIRST FOLIO” DI PROVENIENZA SCOZZESE La preziosa copia custodisce ancora fra le sue pagine le tracce lasciate da chi l'ha posseduta nel corso dei secoli. Annotazioni manoscritte, scarabocchi, fuoriuscite di inchiostro e segni su oltre trenta fogli dell’opera riconducibili ad almeno cinque mani diverse della famiglia scozzese Gordon che l’acquistò nel diciassettesimo secolo. Ma anche poesie, frammenti di preghiere e persino versi misteriosi di un tale John Frasere ispirati alla poetica dello scrittore inglese. [Immagine in apertura: Courtesy of Sotheby’s]
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