A poco più di tre mesi dall’alluvione che ha devastato l’Emilia Romagna, l’8 agosto il MAMbo – Museo d'Arte Moderna di Bologna inaugura una mostra che racconta l’impatto dell’inondazione sul patrimonio librario (con annessa raccolta fondi).

I libri e il fango nella Romagna allagata inaugura al MAMbo – Museo d'Arte Moderna di Bologna l'8 agosto. Visitabile fino al 24 settembre prossimo, la mostra raccoglie 22 scatti realizzati dal fotografo Giovanni Zaffagnini a seguito dell’alluvione che lo scorso maggio ha colpito l’Emilia Romagna: le immagini raccontano il disastro attraverso una lente particolare, quella dell’impatto sul patrimonio librario della regione. GLI SCATTI DI GIOVANNI ZAFFAGNINI AL MAMBO Negli scatti di Zaffagnini, i libri, simbolo della conoscenza e dell’ingegno dell’uomo, mostrano all’osservatore la fragilità e la sopravvivenza della cultura in condizioni ostili. Provenienti dalla Biblioteca Comunale Manfrediana di Faenza, dalla Biblioteca Comunale Fabrizio Trisi di Lugo e dalla Libreria Alfabeta di Lugo, i volumi – sebbene illeggibili, gonfi e trasmutati – assumono un nuovo scopo: infatti le immagini in mostra saranno raccolte in una pubblicazione acquistabile tramite prenotazione, e il ricavato delle vendite sarà devoluto alle biblioteche danneggiate dall’inondazione.CHE FINE FARANNO I LIBRI DANNEGGIATI? “Archiviati i momenti riservati alla cronaca in diretta, si avverte l’esigenza di un approccio diverso, meno frenetico, più riflessivo. Ritratti di libri sopraffatti dal fango, nella morsa di un’agonia lenta e implacabile”, spiega Zaffagnini. “Chi gestisce la raccolta dei rifiuti ci informa sul destino riservato ai libri alluvionati: finiranno triturati e macinati nell’ambito del programma di riciclo. Nuova vita dunque? torneranno libro? O saranno ‘retrocessi’ a carta da pacchi o altro? Queste immagini potrebbero essere le ultime foto-ricordo di libri ancora tali, sebbene deformati e sporchi. Il pensiero mi accompagna fin dal primo scatto; chi ama leggere su carta capirà”. [Immagine in apertura: foto di Giovanni Zaffagnini]
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