Mancano poche settimane all'inaugurazione del nuovo progetto espositivo dedicato all'arte, alla tecnica e allo spirito ludico dell'opera di Bruno Munari. A Verona, una mostra che racconta ed esalta il genio creativo dell'artista e designer milanese.

Ricordato come una delle figure più interessanti del panorama culturale italiano del Novecento, Bruno Munari è stato protagonista riconosciuto in molti settori, svolgendo oltre a quella di artista, anche le attività di graphic e industrial designer, scrittore, docente e formatore. Una figura poliedrica che, a venticinque anni dalla scomparsa, continua a ispirare generazioni di creativi in tutto il mondo con le sue opere “illuminate” e ludiche, capaci di mettere in gioco tutti i sensi di chi le osserva. A celebrare la sua arte sarà presto la mostra dal titolo Bruno Munari. La leggerezza dell’arte, visitabile dal 13 ottobre 2023 al 31 marzo 2024 a Verona, presso l'Eataly Art House: un progetto che ripercorre le tappe fondamentali di una carriera segnata da continue sperimentazioni che hanno saputo unire arte, tecnica e gioco. BRUNO MUNARI TRA ARTE E GIOCO Curata da Alberto Salvadori e Luca Zaffarano, l'esposizione presenta un corpus di opere molto vario, che mette in luce la poetica dell'artista in maniera cristallina, tra giochi percettivi, pitture luminose, studi sul dinamismo e sulle relazioni con lo spazio. Il percorso è ricco di apparati iconografici accompagnati da brevi testi dello stesso Munari, che offrono al lettore un utile strumento per approfondire l’opera e l’attività teorica dell’artista. Si aggiungono altre sezioni documentali: una parte dedicata alle ultime ricerche storico-critiche, una selezione di fonti storiche, e un’appendice composta da sequenze fotografiche descrittive delle installazioni e degli ambienti luminosi. A sostegno della mostra, si svolgerà anche un ciclo di laboratori educativi dedicati al pensiero progettuale dell’artista, strutturati per fasce d’età e aperti alle famiglie. [Immagine in apertura: Bruno Munari, Scimmietta Zizì, 1952. Courtesy of Fondazione Pirelli]
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