La mostra in arrivo al Castello di Caldes, all'imbocco della Val di Sole, in Trentino, esplora la storia del ciclismo attraverso gli scatti dei fotografi dell'agenzia Magnum.

Come affermava il compianto Gianni Mura, uno degli ultimi grandi narratori delle due ruote, il ciclismo è l’unico sport dove “chi fugge non è un vigliacco”. Ed è proprio sul lato umano dei campioni, e sul “dietro le quinte” delle grandi competizioni internazionali, che si concentra l’originale mostra fotografica che sta per essere inaugurata all’interno del Castello medievale di Caldes, all’imbocco della Val di Sole. Una zona che, oltre a essere da tempo una destinazione faro per gli amanti della bicicletta, a fine agosto ospiterà anche alcune specialità del Campionato del Mondo MTB.LA MOSTRA A CALDES Curata da Marco Minuz e in programma dal 1° luglio al 26 settembre, Vite di corsa. La bicicletta e i fotografi di Magnum. Da Robert Capa ad Alex Majoli presenta una selezione di ottanta scatti d’autore, molti dei quali esposti per la prima volta al pubblico, realizzati dai maestri della celebre agenzia fotografica a partire dalla fine degli anni Trenta. Le prime immagini, naturalmente in bianco e nero, sono quelle di una serie poco nota di Robert Capa dedicata all’edizione del 1939 del Tour de France: quell’anno, il grande fotografo ungherese naturalizzato americano ricevette dal settimanale Paris Match l’incarico di documentare la gara, ma preferì concentrarsi sul pubblico e sulla sua partecipazione a quello che già allora si andava configurando come una sorta di rito laico.STORIE DI UOMINI E BICICLETTE Da quelle storie d’altri tempi – di “quando si correva per rabbia o per amore”, per dirlo con le parole di Francesco De Gregori – il percorso della rassegna conduce al presente o al passato recentissimo, per esempio con gli scatti di Christopher Anderson dedicati a Lance Armstrong e al triste epilogo della sua carriera, con l’esclusione dalle competizioni e la confisca dei titoli per doping. In mezzo ci sono i lavori di altri grandi fotoreporter, da René Burri a Raymond Depardon e al nostro Alex Majoli, e le due serie realizzate dal francese Guy Le Querrec a trent’anni di distanza: la prima nel 1954, a soli 13 anni, al passaggio del Tour nella sua Bretagna natia, e la seconda nel 1985, quando era già un fotografo affermato e venne invitato a seguire la squadra della Renault-Elf durante gli allenamenti invernali. [Immagine in apertura: Riders relax whilst the Tour organisers negotiate with protesting farmers to remove their tractors from the road. Tour de France, 1982 © Harry Gruyaert/Magnum Photos]
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