150 fotografie di Vivian Maier a Bologna
FOTOGRAFIA
Le sale rinascimentali di Palazzo Pallavicini, a Bologna, dal 7 settembre al 28 gennaio 2024 ospiteranno la mostra “Vivian Maier – Anthology”, una esposizione di quasi 150 scatti originali di una delle fotografe più amate e apprezzate di questo secolo.
Vivian Maier prima di essere una delle
più celebri fotografe del Novecento, è stata sicuramente una donna che ha
saputo trasformare la sua “invisibilità” in talento: i panni di
un'ordinaria bambinaia indossati in una quotidianità all'apparenza
anonima, le hanno consentito infatti di immortalare
delicati ritratti e autoritratti, paesaggi urbani e scene di bambini
passate alla storia. La sua opera fu scoperta per caso
solo nel 2007 da John Maloof, che entrò in possesso di una scatola
contenente un vero e proprio tesoro sino ad allora sconosciuto: quasi
duecento diapositive, negativi e alcune stampe fotografiche
dell'artista statunitense. Il tema della casualità d'altronde sembra
ricorrere nella vita e nella ricerca fotografica dell'artista, che ha
saputo immortalare scene spiazzanti e improbabili, senza perdere mai il
contatto con la leggerezza.
LO SGUARDO DI VIVIAN MAIER A BOLOGNA
A Bologna, presso le sale di Palazzo
Pallavicini, sarà possibile ammirare il suo lavoro in una
straordinaria esposizione dal titolo Vivian Maier – Anthology,
visitabile dal 7 settembre al 28 gennaio 2024. Curata da Anne Morin,
sulla base delle foto della Maloof Collection e della Howard
Greenberg Gallery di New York, la mostra raccoglie 150 fotografie
originali, tra le quali 111 in bianco e nero e 35 a colori,
organizzate in sei sezioni.
La conversione dal bianco e nero allo
scatto a colori, segna non soltanto un cambio di stile ma un cambio
di tecnica per l'artista, che dalla Rolleiflex passò alla Leica,
macchina più leggera e versatile, alleggerendo di conseguenza anche il processo fotografico in maniera più libera e giocosa. Il
percorso espositivo è arricchito dalla visione Super 8, che
permetterà di seguire lo sguardo di Vivian Maier attraverso le sue
riprese realizzate sia in chiave documentaristica (come la scena
dell'arresto di un uomo da parte della polizia e la distruzione
causata da un tornado), sia in chiave puramente contemplativa (come
la scena del corteo di pecore diretto ai mattatoi di Chicago).
[Immagine in apertura: Self-portrait, New York, 1953. Gelatin silver print, 2014. © Estate of Vivian Maier, Courtesy of Maloof Collection and Howard Greenberg Gallery, NY]