La Mole Antonelliana ospita la mostra dedicata al regista Francesco Rosi, che seppe condensare in indimenticabili film alcune peculiarità della complessa storia sociale italiana recente.

Il 15 novembre 2022 il grande regista Francesco Rosi avrebbe compiuto cento anni: è stata questa l'occasione per dare il via alla mostra a ingresso gratuito Le mani sulla verità - 100 anni di Francesco Rosi, allestita a Torino, al piano terra della Mole Antonelliana. L'esposizione, aperta fino al 17 aprile 2023, è curata da Domenico De Gaetano e Carolina Rosi con Mauro Genovese e Maria Procino, e approfondisce la figura di Francesco Rosi attraverso cinque dei suoi titoli più significativi: Salvatore Giuliano, Le mani sulla città, Uomini contro, Il caso Mattei e Cristo si è fermato a Eboli. Il pubblico può così avvicinarsi alla storia di Francesco Rosi grazie a un percorso espositivo multimediale, particolarmente ricco di foto di scena, di locandine delle sue pellicole, di oggetti da lui utilizzati nonché dei numerosi premi ottenuti nel corso della sua carriera. A spiccare sono anche le sceneggiature originali, provenienti dall'archivio del Museo Nazionale del Cinema ospitato presso la stessa Mole Antonelliana. IL CINEMA SECONDO FRANCESCO ROSI La figura di regista socialmente impegnato esemplificata da Francesco Rosi è introdotta in mostra da testimonial di eccezione che contribuiscono a rendere evidente l’attualità del suo messaggio. La speculazione edilizia e la camorra sono i temi affrontati in Le mani sulla città, film raccontato da Francesco Di Leva, la follia della guerra e il valore della pace sono gli argomenti di Uomini contro, narrato da Artem. I misteri italiani e gli inestricabili intrecci tra politica e affari sono alla base di Salvatore Giuliano, ma anche de Il caso Mattei, commentati dalle voci di Marco D'Amore e da The Jackal. Cristo si è fermato a Eboli invece approfondisce la questione meridionale e il periodo della dittatura fascista, con Valeria Parrella come testimonial. Sono vicende che ‒ pur ambientate nei decenni passati ‒ mettono in luce una radicata condiscendenza del nostro Paese nei confronti dei gruppi di interesse, che spesso vedevano premiate le loro istanze ai danni della verità, considerata da Francesco Rosi l'ideale sommo, il senso ultimo del suo impegno cinematografico. L'ARCHIVIO DI ROSI AL MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA DI TORINO Il Museo Nazionale del Cinema, per espressa volontà dello stesso regista, conserva l'archivio personale di Francesco Rosi: stupisce in particolare la completezza della documentazione relativa a ogni fase di lavorazione dei film, dalla stesura del soggetto fino alle ultime fasi di post-produzione, compreso un ricco corredo di sceneggiature, storyboard e disegni, ma notevole è anche la corrispondenza con altre grandi personalità del mondo del cinema. Come ricorda Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema e co-curatore della mostra: “Acquisire il fondo Rosi è stato un grande privilegio. È uno dei maestri del cinema italiano e i materiali conservati restano di sorprendente attualità per i temi affrontati e per la capacità di parlare allo spettatore utilizzando un approccio e uno stile che sono alla base del suo cinema di impegno civile e politico. L’obiettivo della mostra è proprio quello di valorizzare questo patrimonio, non solo per i cinefili che già lo conoscono ma di raggiungere soprattutto i giovani, futuri interpreti di questi valori. Per questo motivo nel particolare allestimento multimediale si è dato spazio a testimonial che sanno interagire con le nuove generazioni”.[Immagine in apertura: Le mani sulla città, Francesco Rosi, 1963. Rod Steiger. Foto di Mario Dolcetti - © Reporters Associati & Archivi – Roma Collezione Museo Nazionale del Cinema]
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