A Punta della Dogana oltre ottanta opere legate ad artisti e linguaggi diversi compongono una mostra che trova il suo fulcro nell’idea di icona e nella città di Venezia, da sempre crocevia tra Oriente e Occidente, il contesto ideale.

Il termine icona ha diverse accezioni: può riferirsi alla pittura religiosa del cristianesimo orientale oppure all'idea di “modello da seguire”. La mostra Icônes a Punta della Dogana a Venezia esplora proprio questo concetto, mettendo al centro l'immagine e la sua capacità di generare emozioni. Visitabile fino al 26 novembre prossimo, la rassegna si inscrive nel solco della relazione tra la città di Venezia e l'icona: crocevia di artisti e influenze diverse (bizantine, gotiche e fiamminghe), la Serenissima è il luogo perfetto in cui stili differenti si intersecano, dando vita a opere uniche. LE OPERE IN MOSTRA A PUNTA DELLA DOGANA Oltre ottanta capolavori rivelano l'essenza dell'icona come strumento di meditazione e contemplazione. Tra opere provenienti dalla Pinault Collection, lavori inediti mai esposti prima e installazioni site specific realizzate da trenta artisti di diverse generazioni, l'itinerario segue i destini dell'immagine nel contesto artistico contemporaneo: dalla pittura al video, fino al suono e alla performance teatrale. Un viaggio alla scoperta delle più disparate declinazioni dell'icona, a partire dallo “spazio magnetico”, dedicato ai principi dello Spazialismo con le opere di artisti del calibro di Lucio Fontana, alle sale più meditative con i capolavori di Lee Ufan e Camille Norment. Si passa poi alla sezione “morte e resurrezione” caratterizzata da La Nona Ora di Maurizio Cattelan e dal film Andrej Rublëv di Andrej Tarkovskij, incentrato sul tema della spiritualità, fino alle opere ispirate alle filosofie asiatiche di Kimsooja e Chen Zhen. Un percorso che si chiude con l'ascesi, l'ultima sezione dedicata ai dipinti di artisti come Josef Albers, Michel Parmentier e Roman Opałka. UN PERCORSO ALLA SCOPERTA DELL'ICONA Il percorso espositivo, curato da Emma Lavigne e Bruno Racine, raccoglie opere e stili molto diversi, che trovano la loro perfetta collocazione nella cornice veneziana. Il risultato è un itinerario che si snoda attraverso sezioni distinte, ognuna delle quali caratterizzata da “pause” che, nell'era della saturazione di immagini, permettono al visitatore di assaporare al meglio l'arte in tutte le sue forme. [Immagine in apertura: Lygia Pape, Tteia 1, C, 2001-2017. Golden thread, wood, nails, light.  Dimensions variable (site-specific, approx. 600H x 700 x 600 cm). Pinault Collection. Installation view of the work Ttéia 1,C in the Venice Biennale, Arsenale, Venice, 2009. Photo: Paula Pape © Projeto Lygia Pape. Courtesy Projeto Lygia Pape]
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