A Firenze una mostra indaga il legame tra l’arte di Michelangelo e il potere
ARTE
La retrospettiva in corso a Palazzo Vecchio esplora il complesso rapporto tra il genio rinascimentale del Buonarroti e i potenti del suo tempo. Attraverso oltre 50 opere, la mostra offre una prospettiva inedita sulla vita e l'opera di Michelangelo, evidenziando la sua rivendicazione della supremazia assoluta dell'arte al cospetto di papi, re e governanti.
Lorenzo il Magnifico, papa Giulio II, Cosimo I de’ Medici, papa Paolo III: sono questi i nomi dei principali personaggi di potere con cui fu chiamato a confrontarsi nel corso della sua vita un artista del calibro di Michelangelo Buonarroti. Ora un'esposizione allestita al secondo piano dell’iconica sede del Comune di Firenze punta ad approfondire l’intreccio di storie personali e pubbliche che hanno segnato l’intera carriera artistica del genio michelangiolesco: si intitola Michelangelo e il Potere, e si articola attorno a un nucleo di più di cinquanta sculture, dipinti, disegni e lettere autografe, concesse in prestito da prestigiose istituzioni, tra cui le Gallerie degli Uffizi, i Musei del Bargello, la Fondazione Casa Buonarroti e la Fundación Colección Thyssen-Bornemisza di Madrid.IL RUOLO POLITICO DELL’ARTE DI MICHELANGELO BUONARROTIVisitabile fino al 26 gennaio del prossimo anno, la mostra curata da Cristina Acidini e Sergio Risaliti offre al visitatore l’opportunità di scoprire come Michelangelo si relazionò con le principali figure di potere dell’epoca. Lungo il percorso espositivo si alternano infatti numerosi esempi che dimostrano come l'artista fiorentino, pur lavorando a stretto contatto con i potenti, abbia sempre conservato una piena libertà di coscienza, rivendicando pubblicamente la funzione suprema dell'arte e rifiutandosi di accettare supinamente le richieste dei suoi committenti. Perfetto esempio di questa autonomia è senza dubbio il busto marmoreo del Bruto, opera che meglio di altre rappresenta una sorta di manifesto politico di Michelangelo contro la tirannia e il dispotismo. La scultura, in prestito dal Museo Nazionale del Bargello, assume un valore simbolico ancora più forte in virtù del suo allestimento nell’antica sede del governo fiorentino, dove viene esposta per la prima volta in assoluto.ESPOSTE A PALAZZO VECCHIO OLTRE 50 OPERE DI MICHELANGELOAttraverso le decine di disegni, sculture, progetti architettonici, documenti autografi e ritratti dei potenti del tempo, la mostra a Palazzo Vecchio ricostruisce così i vari aspetti del rapporto di Michelangelo con la famiglia de’ Medici, i papi e le altre figure di potere che segnarono la sua lunga carriera. Allestita tra la Sala dei Gigli e la Sala delle Udienze, due luoghi simbolo del potere fiorentino del Cinquecento, la retrospettiva esplora con attenzione gli aspetti creativi e quelli politici dell’opera michelangiolesca, permettendo di apprezzare tanto la sua maestria artistica, quanto la sua complessa visione del mondo, offrendo al pubblico l’imperdibile occasione di approfondire da un punto di vista inedito la conoscenza di uno dei grandi geni del Rinascimento italiano.[Immagine in apertura: photo Leonardo Morfini]