Il maestro olandese è protagonista di un'esposizione imperdibile presso la Galleria Sabauda: un'occasione per scoprire uno dei grandi nomi dell'arte poco presente nelle collezioni italiane.

È uno dei più amati pittori della storia dell'arte, in grado di evocare con le sue atmosfere uniche la magia di ambienti colmi di suggestione, spesso illuminati da una fioca luce artificiale: Rembrandt non ha decisamente bisogno di essere presentato, anche se purtroppo l'Italia non abbonda certo di opere del maestro nato a Leida. La mostra Rembrandt incontra Rembrandt, Dialoghi in Galleria, allestita presso lo Spazio Scoperte della Galleria Sabauda di Palazzo Reale a Torino, presenta però al pubblico fino al 16 aprile 2023 ben ventidue opere tra dipinti, disegni e acqueforti realizzati dal genio olandese. Cuore dell'esposizione è La cena in Emmaus del Musée Jacquemart-André di Parigi, messa a confronto con il Ritratto di vecchio dormiente delle collezioni sabaude. I CAPOLAVORI GIOVANILI DI REMBRANDT A TORINO Entrambe le opere pittoriche, risalenti al 1629, rappresentano eccellenti esempi della fase giovanile della produzione artistica di Rembrandt, e testimoniano la delicatezza con cui fin dagli esordi l'artista olandese riusciva a raffigurare il soffuso baluginio della luce, caratterizzata da ineffabili modulazioni cromatiche che talvolta assumono i contorni di vere e proprie macchie di luce stese in maniera materica. Le tematiche quotidiane, casalinghe, le soffuse atmosfere intime sono una delle caratteristiche principali dei dipinti di Rembrandt, nonché un'eccellente rappresentazione grafica di quel mondo borghese che proprio allora stava affermandosi come classe economicamente preponderante nei Paesi Bassi. “La mostra propone un percorso sullo straordinario patrimonio legato al maestro olandese conservato ai Musei Reali e intende portare all’attenzione del pubblico le ricche raccolte di arte fiamminga e olandese, che rappresentano una peculiarità, sia per consistenza, sia per qualità, nel panorama delle collezioni pubbliche italiane”, afferma la direttrice Enrica Pagella. L'allestimento della mostra torinese conta inoltre su un ricco supporto multimediale, realizzato in collaborazione con VisivaLab, che consente di esplorare il dipinto di Torino nei minimi dettagli, conoscerne le caratteristiche, la storia e le vicissitudini: si potrà così tentare di scoprire anche l'identità dell'anziano addormentato protagonista dell'opera. Sono inoltre esposti numerosi disegni parte della collezione della Biblioteca Reale di Torino realizzati da Rembrandt o da artisti della sua cerchia, compreso uno schizzo di busto antico considerato autografo. Un nucleo di incisioni e acqueforti appartenenti alla Biblioteca Reale di Torino e alla Galleria Sabauda permettono di scoprire in che modo raffigurava i paesaggi, eseguiva i ritratti e rappresentava le tematiche religiose. REMBRANDT E L’ITALIA Nonostante la sua fondamentale importanza nella storia dell'arte, il principale maestro del Seicento olandese è presente nei musei italiani con pochissimi dipinti: si contano ad esempio i già citati Ritratto di vecchio dormiente, giunto in Galleria Sabauda nel 1866, e il presunto autoritratto acquistato negli anni Venti appartenente alla collezione Gualino che chiude la mostra, ma anche il Ritratto di vecchio detto il Rabbino degli Uffizi. A queste opere va aggiunta l'Adorazione dei magi attualmente in mostra a Palazzo Medici Riccardi a Firenze, che presenta alcune caratteristiche che inducono a supporre che l'autore del dipinto possa essere effettivamente lo stesso Rembrandt. [Immagine in apertura: Rembrandt incontra Rembrandt, Dialoghi in Galleria, exhibition view at Galleria Sabauda, Torino 2022. Photo Andrea Guermani]
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