Piogge di missili russi continuano a minacciare l'Ucraina: Odessa, città dell'Ucraina meridionale sul mar Nero, è tra gli obiettivi più ambiti dall'esercito di Putin. Con un documento ufficiale consegnato ieri (11 ottobre), il presidente Volodymyr Zelensky ha richiesto l'iscrizione della storica città portuale alla lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.

Sono 231 i giorni trascorsi dall'inizio del conflitto tra Ucraina e Russia; una guerra che non accenna a placarsi, e che anzi espande il suo drammatico raggio di azione anche in ambiti apparentemente distanti dai campi di battaglia. L'aumento vertiginoso del prezzo dell'energia, così come quello dei beni di largo consumo, affiancati alle ben più drammatiche perdite umane, sono solo gli effetti più evidenti causati dall'inasprimento delle tensioni geopolitiche: l'impressione è quella di vivere – anzi, di subire – un “effetto domino” da cui nessuno è esente. I SITI CULTURALI DELL'UCRAINA Ad accusare “silenziosamente” le ripercussioni di questa guerra c'è anche il patrimonio culturale dell'Ucraina: un tesoro di opere d'arte e monumenti di tutte le epoche, sparsi su un territorio che è il secondo in Europa per estensione. Sono sette, in particolare, i siti ucraini iscritti nella lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO: dalla suggestiva Cattedrale di Santa Sofia a Kiev, primo monumento della nazione a essere inserito nella prestigiosa lista, alla maestosa Residenza dei metropoliti bucovini e dalmati situata a Černivci, nella regione occidentale del Paese. Stando alle informazioni ufficiali fornite dall'agenzia delle Nazioni Unite, nessuno dei siti culturali ucraini che beneficiano della protezione dell'UNESCO è stato bombardato in questi mesi (nonostante siano più di duecento i siti esterni alla lista compromessi dal conflitto). Un dato che dimostra l'effettiva efficacia dell'operato dell'organizzazione, da sempre impegnata nella salvaguardia di monumenti ed edifici affini ai settori dell'istruzione, della scienza, della cultura e dell'educazione. L'ISCRIZIONE DI ODESSA ALLA LISTA UNESCO Anche in ragione di ciò, nelle scorse ore il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky ha ufficialmente richiesto all’UNESCO l'annessione alla sua lista della storica città portuale di Odessa, uno dei principali bersagli nel mirino della Russia dall'inizio del conflitto. Con un messaggio preregistrato, consegnato agli organi competenti ieri (martedì 11 ottobre), il leader ucraino si è rivolto ad Audrey Azoulay (direttore generale dell'UNESCO) e ai 58 Stati membri dell'agenzia, sottolineando l'importanza storica della città, crogiolo di scambi e migrazioni da secoli, e le minacce a cui è giornalmente sottoposta a causa dell'offensiva russa. L'inclusione del centro storico di Odessa nella lista del patrimonio mondiale garantirebbe, almeno in parte, la salvaguardia dei luoghi più importanti, stabilendo una “zona di protezione estesa” ai sensi della Convenzione dell’UNESCO del 1972 per la salvaguardia del patrimonio culturale e naturale mondiale: criteri di tutela inviolabili anche per la Russia, in quanto membro dell'organizzazione. COSA STA FACENDO L'UNESCO PER L'UCRAINA Il file di candidatura (consegnato dall'ambasciatore ucraino Vadym Omelchenko e dal sindaco di Odessa, Hennadiy Trukhanov) sarà valutato nella prossima sessione del Comitato per il Patrimonio Mondiale, che si esprimerà sulla proposta. Se la richiesta di Zelensky dovesse essere accolta, l'UNESCO confermerebbe l'eccezionale valore storico e culturale della zona portuale della città, garantendone la protezione tramite l'invio di risorse di vario genere. Dall'inizio del conflitto, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura ha messo a disposizione oltre 18 milioni di dollari per il Paese, distribuiti attraverso la consegna di attrezzature per proteggere musei e opere d'arte all'aperto, di 50mila computer agli insegnanti ucraini, e la fornitura di oltre 600 giubbotti antiproiettile e caschi per la protezione dei giornalisti in azione sui territori di guerra. [Immagine in apertura: Odessa, Ucraina. Photo by Alexey Savchenko on Unsplash]
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