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Il plurale di Civiltà

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Altro | Sky Arte

Dolium e Anfore Dressel. Photo (c)Guido Guy

Una recente campagna di ricerca subacquea, condotta con mezzi e strumenti avanzati dall’Università di Venezia in collaborazione con Fondazione Azionemare, ha portato alla luce tre relitti di navi antiche sui fondali del Mar Tirreno. Questi ritrovamenti offrono nuove informazioni sulle rotte commerciali e sulla vita quotidiana delle civiltà greca e romana.

Robot abissali in azione per le indagini archeologiche nel mare tra l'Elba e Pianosa

Ritratto Altan. Foto Francesco Barasciutti

Il grande disegnatore Altan, padre di personaggi immortali come la Pimpa e Cipputi, è al centro di una corposa retrospettiva a Tolmezzo, in provincia di Udine. Un progetto espositivo dedicato al nostro Pianeta (e ai suoi abitanti).

Oltre 300 tavole di Altan in provincia di Udine

Croquis de coiffes et d’éléments de décors réalisé pour le Bal des Têtes, donné par le baron Alexis de Rédé à l'Hôtel Lambert à Paris, le 23 juin 1957, Gouache et encre sur papier, 50 x 65 cm (c) Fondation Pierre Bergé – Yves Saint Laurent

Una mostra-evento nelle sale del museo parigino dedicato al grande stilista celebrerà l'amore di Yves Saint Laurent per i fiori. Al via tra un mese, presenterà al pubblico oltre trenta tra capi d’alta moda e disegni che mettono in luce la perfetta simbiosi tra natura, letteratura e moda nei suoi lavori.

Presto in mostra a Parigi l’arte floreale nella moda di Yves Saint Laurent

Manuel Orazi, Deception, 1903, stampa tipografica. Collezione privata, Milano

Dalle antiche leggende mesopotamiche alle moderne serie TV, i vampiri hanno sempre catturato la nostra immaginazione: una mostra in programma il prossimo autunno nel Comune lombardo esplora il fenomeno del vampirismo attraverso oltre duecento opere, ripercorrendone l’evoluzione dai miti antichi fino all’affermazione come icona pop in epoca contemporanea.

A Crema una mostra indaga la figura del vampiro, tra storia e leggenda

Hugo in Argentina

Hugo in ArgentinaMartedì 20 agosto – ore 21:15

Le avventure di Hugo Pratt in Argentina

Corso di scultura, Accademia di Belle Arti di Venezia, ph. Irene Fanizza

Con un Decreto Ministeriale decisivo, finalmente anche le Accademie di Belle Arti aprono le porte ai corsi di Dottorato: sono centinaia le borse di studio in tutti gli istituti d’Italia. Le tematiche di ricerca principali? Nuove tecnologie, la collaborazione con le imprese culturali e la sostenibilità ambientale.

Per la prima volta anche le Accademie di Belle Arti attivano i corsi di Dottorato

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Il fotografo canadese Thomas Vijayan si è aggiudicato il titolo di Nature TTL Photographer of the Year 2021 (http://www.naturettl.com) con uno scatto dalla prospettiva originale, "The World is Going Upside Down", in cui un orango sembra guardare il cielo – fino a che non ci si rende conto che, in realtà, quello che l’osservatore percepisce come “alto” è il “basso” e viceversa, dal momento che tutta la scena è riflessa in una pozza d’acqua ai piedi dell’albero. “Questa immagine significa molto per me, perché la popolazione di oranghi si sta riducendo a un ritmo allarmante” ha dichiarato il vincitore assoluto del contest internazionale di fotografia, che ha visto la partecipazione di oltre ottomila immagini inviate da professionisti di tutto il mondo “La deforestazione e la presenza umana sono le cause principali”. Ecco alcuni degli scatti premiati nelle varie categorie del concorso, dalla macro alla fotografia di paesaggi e agli animali selvatici nello spazio urbano.

Dennis Stogsdill, Sleepy Polar Bear © Dennis Stogsdill / Nature TTL

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Grant Thomas, Manta Space Ship © Grant Thomas / Nature TTL

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Ivan Pedretti, The Eye © Ivan Pedretti / Nature TTL

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James Gifford, Dance of the Termites © James Gifford / Nature TTL

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Jay Roode, Tree of Life © Jay Roode / Nature TTL

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John Formstone, Silhouetted Wood Mouse © John Formstone / Nature TTL

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Kallol Mukherjee, Winged Family Members © Kallol Mukherjee / Nature TTL

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Thomas Easterbrook, Spoilt for Choice © Thomas Easterbrook / Nature TTL

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Thomas Vijayan, The World is Going Upside Down © Thomas Vijayan / Nature TTL

Amos Ravid, Sleeping Dragon © Amos Ravid / Nature TTL

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Samantha Stephens, Nature’s Pitfall © Samantha Stephens / Nature TTL

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Celia Kujala, My New Toy © Celia Kujala / Nature TTL

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Luigi Ruoppolo, The Way to Rùm © Luigi Ruoppolo / Nature TTL

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Mousam Ray, Floral Bath Tub © Mousam Ray / Nature TTL

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Yevhen Samuchenko, The Race © Yevhen Samuchenko / Nature TTL

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I vincitori del concorso che celebra la magia della natura

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Gli scatti di Milton H. Greene, fotografo americano tra i più celebrati al mondo, raccontano gli anni d’oro di Hollywood attraverso i volti delle sue dive. Li ritroveremo, in diversi formati (fotografie, polaroid originali, provini) nella mostra “Women”, che aprirà il Summer Jamboree di Senigallia a partire dal 17 giugno.Nato a New York nel 1922, Milton H. Greene è stato una leggenda della fotografia. Nella sua lunga carriera, cominciata da giovanissimo e da subito molto promettente, al punto che all’età di ventitré anni era già considerato il “wonder boy” del colore, seppe elevare la fotografia di moda al rango di arte e realizzare ritratti di celebrità rimasti nella storia con la sua Rolleiflex.Senigallia gli rende omaggio con una mostra fotografica, Women, che sarà allestita dal 17 giugno al 26 settembre al Palazzetto Baviera e inclusa nei palinsesti del Summer Jamboree, il grande evento estivo dedicato alla cultura americana degli anni Quaranta e Cinquanta, e di Senigallia Città della Fotografia. Il percorso espositivo curato da Anne Morin presenterà un vasto corpus di immagini realizzate da Greene che immortalano le celebrities di quegli anni di grande prosperità per l’industria cinematografica a stelle e strisce, da Audrey Hepburn a Kim Novak, da Shirley McLaine a Cary Grant.<h2>MILTON H. GREENE E MARILYN MONROE</h2>Il rapporto con i soggetti delle sue fotografie era un aspetto importante del lavoro di Milton H. Greene che riusciva a tirare fuori, e a rendere efficacemente su pellicola, la personalità di ciascuno dei personaggi ritratti. Questo tipo di atteggiamento è evidente nei molti scatti dedicati a Marilyn Monroe.Il primo incontro tra il fotografo e la diva avviene nel 1953, grazie a un incarico affidatogli dalla rivista Look Magazine. Tra i due nasce una lunga e profonda amicizia e un vero e proprio sodalizio artistico, che negli anni porterà alla costituzione di un vero e proprio archivio di immagini nelle quali Marilyn emerge in tutte le sue sfaccettature. A Greene l’attrice affida addirittura la sua autobiografia, intitolata La mia storia.<h2>ALCUNI SCATTI DI GREENE</h2>[Immagine in apertura: Look Magazine, November 17 1953 © Milton H. Greene / Elizabeth Margot Collection]&nbsp;

Look Magazine, November 17 1953 © Milton H. Greene / Elizabeth Margot Collection

Audrey Hepburn for War and Peace, 1955 © Milton H. Greene / Elizabeth Margot Collection

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Couple for Glamour Magazine, New York, April 20, 1960 © Milton H. Greene / Elizabeth Margot Collection

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Loredana Taperalli, Majorca Fashion session for LIFE magazine, Majorca, Spain, 1952 © Milton H. Greene / Elizabeth Margot Collection

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Majorca Fashion session for LIFE magazine, Majorca, Spain, 1952 © Milton H. Greene / Elizabeth Margot Collection

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Marilyn e le altre: le dive del cinema in mostra a Senigallia

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Casarsa della Delizia, in provincia di Pordenone, rende omaggio a uno dei suoi cittadini più illustri con una mostra che ne ripercorre la lunga carriera. 120 fotografie scattate da una parte all'altra del globo da Elio Ciol durante i suoi innumerevoli viaggi.Dalla Via della Seta al Mediterraneo, dall'India al Medioriente. Queste sono solo alcune delle traiettorie percorse da Elio Ciol ‒ talentuoso fotografo contemporaneo, vincitore di numerosi premi tra cui l'ambito World Press Photo ‒, protagonista della mostra allestita negli ambienti dell'ex Municipio di Casarsa della Delizia, in provincia di Pordenone.Visitabile fino al 1° agosto nella cittadina di origine del fotografo, Elio Ciol. Respiri di viaggio riunisce ben 120 scatti, perlopiù inediti, realizzati dall'autore durante trent'anni di carriera, facendo tappa in luoghi lontani e carichi di un fascino che Ciol sa restituire attraverso una sapiente uso del bianco e nero e di un altrettanto efficace ricorso al colore.<h2>LE FOTOGRAFIE DI VIAGGIO DI ELIO CIOL</h2>A spiccare è infatti la componente meditativa instillata dal fotografo nelle sue opere, istantanee capaci di condensare le atmosfere sospese degli scorci scelti da Ciol durante i suoi viaggi. Gli sconfinati spazi della Cappadocia o della Mongolia si alternano alla densità abitativa di Varanasi, senza dimenticare i dettagli architettonici dei monasteri bulgari e degli edifici islamici di Samarcanda.Non manca uno sguardo ravvicinato su aree archeologiche celebri a tutte le latitudini, come Petra e Giza, e sui dettagli costruttivi di istituzioni museali di fama globale come il Guggenheim di Bilbao. Il risultato è un vero e proprio itinerario visivo che conduce lo spettatore ai quattro angoli del pianeta, riportando al centro del discorso la propensione tipicamente umana allo spostamento e il desiderio di esplorare geografie sconosciute ‒ desiderio messo a dura prova dalla pandemia.<h2> ALCUNI SCATTI DI ELIO CIOL IN MOSTRA</h2>[Immagine in apertura: Varanasi, 1981 © Elio Ciol]&nbsp;&nbsp;

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Madrasa di Mir-i-Arab e Minareto Kalon, Bukhara, 2009 © Elio Ciol

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Museo Guggenheim, Bilbao, 2007 © Elio Ciol

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Porta sul cielo, Santorini, 1986 © Elio Ciol

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Sfinge, necropoli di Giza, 1980 © Elio Ciol

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Alla scoperta del mondo con le fotografie di Elio Ciol

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Come il piccolo principe di Saint-Exupéry e la sua volpe, il cane Osso, magro e denutrito, e l’anziano che vive al limitare del bosco si addomesticano a vicenda piano piano: prima si studiano da lontano, poi si avvicinano gradualmente e infine si conoscono. La loro vicenda, che simboleggia il rapporto tra uomo e natura, viene raccontata in un libro per ragazzi ‒ “Osso. Anche i cani sognano”, edito da Feltrinelli ‒ con le parole di Michele Serra e i disegni di uno dei migliori illustratori italiani, Alessandro Sanna, tre volte vincitore del premio Andersen e primo Children’s Laureate italiano. Ecco alcune tavole tratte dall’opera.

Una tavola tratta dal libro "Osso. Anche i cani sognano" di Michele Serra. Courtesy Alessandro Sanna

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Il legame tra l'uomo e il cane nelle illustrazioni di Alessandro Sanna

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Scomparso nel 2013, Mario De Biasi è stato tra i più poliedrici fotografi del Novecento. La retrospettiva allestita alla Casa dei Tre Oci di Venezia fino al 9 gennaio 2022 ripercorre le sue molte vite professionali e non ‒ come fotoreporter di "Epoca", ma anche come ritrattista di celebrità quali Brigitte Bardot, Romy Schneider o Maria Callas, fotoamatore dallo stile neorealista o esploratore di mondi esotici e lontani ‒ e i suoi numerosi talenti attraverso 256 scatti, molti dei quali inediti. Il percorso, per lo più cronologico, di “Mario De Biasi. Fotografie 1947-2003” comprende preziose testimonianze storiche, in particolare dell’Italia del dopoguerra, e immagini diventate iconiche. Tra queste, “Gli italiani si voltano”, che raffigura una splendida Moira Orfei mentre cammina per le strade di Milano attirando lo sguardo dei passanti e della quale viene esposta per la prima volta l’intera sequenza. Scattata nel 1954 per un settimanale italiano, questa fotografia venne selezionata da Germano Celant come “copertina” per la sua celebre mostra “The Italian Metamorphosis 1943-1968”.

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Mario De Biasi, il fotografo delle celebrità (e non solo)

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Il teatro, e le sue quinte, come metafora dell’incertezza dopo la pandemia. È l’idea alla base di “Second Act”, il nuovo progetto site specific con cui il designer olandese Maarten Baas ha trasformato il Fondaco dei Tedeschi durante la Biennale di Architettura.Non è la prima volta che Maarten Baas reagisce a modo suo, cioè in maniera spettacolare, suscitando lo stupore del pubblico, a quello che accade nel mondo. Poco dopo l’11 settembre 2001, il designer olandese scelse il fuoco come filo conduttore per una rivoluzionaria collezione di mobili “bruciati”, Smoke, in cui il particolare trattamento rendeva ogni pezzo unico e differente dagli altri. Dopo la crisi finanziaria del 2008, scelse invece di riflettere sul tema del tempo con la sua Real Time Series.<h2>L'INSTALLAZIONE DI MAARTEN BAAS</h2>Oggi, l’enfant terrible del design olandese – una definizione che Baas non ama, ma che gli è rimasta incollata alla pelle – presenta al Fondaco dei Tedeschi di Venezia, durante la Biennale di Architettura, un’installazione site specific ispirata al periodo che stiamo vivendo, quello della ripartenza dopo la pandemia. In Second Act, ideato con lo scenografo Theun Mosk, quattro lunghi sipari sospesi nella corte interna del palazzo veneziano nascondono una rappresentazione di cui non si conosce la trama, chiamando gli spettatori a riflettere sul concetto di incognita.Lungo il canale, venti schermi mostrano quello che ci siamo persi durante l’ultimo anno mezzo, facendo scorrere i titoli di tutte le rappresentazioni cancellate o rimandate durante il periodo di chiusura dei teatri. “Era, ed è tuttora, un periodo di incertezza e di paura. Le persone non sanno come reagire, cosa aspettarsi e quale sarà la nuova realtà con cui dovremo fare i conti” spiega l’artista “È per questo che ho voluto paragonare il tempo alla suspense di uno spettacolo teatrale: quando si aprirà il sipario cosa vedremo?”.<h2>LE IMMAGINI DI SECOND ACT</h2>[Immagine in apertura: Maarten Baas, Second Act, Fondaco dei Tedeschi, Venezia, 2021. Photo credits Matteo De Fina]

Maarten Baas, Second Act, Fondaco dei Tedeschi, Venezia, 2021. Photocredits Matteo De Fina

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Maarten Baas, Second Act, Fondaco dei Tedeschi, Venezia, 2021. Photo credits Matteo De Fina

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A Venezia un sipario sospeso per riflettere sul futuro

Trame di luce -  installazione luminosa. Copyright Camilla Zetta Photographer

L'Orto Botanico di Roma celebra il Natale con "Trame di Luce", un percorso di 22 installazioni luminose sostenibili visitabile dal 30 novembre 2024 al 6 gennaio 2025. L’evento, curato da Silvia Dorigo, trasforma i visitatori in co-protagonisti di un’esperienza immersiva tra arte, natura e interattività.

Un festival di light art illumina il Natale di Roma

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Il concorso “Kinder Space” invita i creativi a progettare asili nido innovativi, sostenibili e a misura di bambino, capaci di stimolare la creatività e una crescita sana. Aperto a tutti, senza requisiti professionali, il bando premia con 5mila euro i progetti più efficaci e originali. Per partecipare c’è tempo fino al 16 giugno 2025.

Il concorso che invita a progettare spazi per stimolare la fantasia dei bambini

ATM Manifesto. ADI Design Museum

Affondando le sue radici nella prima metà del Novecento, la storia dell’Azienda di Trasporti Milanesi (ATM) corrisponde a quella della città stessa, della sua comunità e dell’evoluzione dei suoi spazi urbani. Per questo la mostra "ATM MANIFESTO", allestita all’<a href="https://arte.sky.it/news/mostra-bicicletta-adi-design-museum-milano" target="_blank">ADI Design Museum di Milano</a>, è un vero e proprio viaggio nel tempo, scandito dalle campagne di comunicazione “vintage” dell’ATM che forniscono allo spettatore uno sguardo sull’evoluzione della società milanese, a partire dalla quotidianità dei cittadini fino alle espressioni artistiche dei grandi creativi del secolo scorso che hanno collaborato con l'azienda.Curata da Matteo Pirola e visitabile fino al 12 gennaio 2025, la rassegna presenta un'ampia varietà di documenti e materiali esclusivi che testimoniano momenti iconici della storia della mobilità cittadina, fra cui il celebre tram Carrelli (conosciuto in tutto il mondo ed entrato proprio quest’anno nella collezione permanente del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia di Milano) e le immagini dell'inaugurazione della prima metropolitana, la linea M1, negli anni Sessanta.L'ADI Design Museum è esso stesso un simbolo di storia tranviaria: situato in un'area che era un tempo dedicata al deposito di tram a cavallo e poi all’approvvigionamento elettrico per i tram, il museo sorge infatti in un distretto storico della mobilità milanese. Non a caso, la piazza di accesso all'edificio – la piazza Compasso d’Oro – è così denominata in onore del prestigioso premio di design che la linea M1 si aggiudicò nel 1964.In mostra troviamo una vasta collezione – arricchita anche dal contributo di diversi archivi esterni che hanno fornito il loro prezioso materiale, come ad esempio la Fondazione Franco Albini e Bob Noorda / Noorda Design – accuratamente recuperata per essere condivisa con il pubblico, svelando storie e simboli che hanno modellato la mobilità milanese.Suddiviso in sezioni tematiche, il percorso espositivo esplora prima le campagne di sensibilizzazione sociale dell'ATM, per poi passare in rassegna le collaborazioni artistiche con i grandi creativi del Novecento, come <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-bruno-munari-verona" target="_blank">Bruno Munari</a>, Emilio Tadini, Chin Hsiao, <a href="https://arte.sky.it/news/enrico-baj-mostre-milano-savona-albissola" target="_blank">Enrico Baj </a>e <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/10/mimmo-rotella-mostra-catanzaro" target="_blank">Mimmo Rotella</a>. Un altro capitolo promuove la mobilità alternativa attraverso iniziative come BikeMi, il servizio di "bike sharing" milanese, mentre un’ulteriore sezione si concentra sulle attività a favore della comunità cittadina. E poi ancora la genesi e gli sviluppi del logo ATM, un approfondimento su Attilio, mascotte e prototipo del tranviere milanese, e un’ampia area dedicata al sessantesimo compleanno della M1. Oltre ai manifesti storici, inoltre, "ATM MANIFESTO" espone una collezione di biglietti, materiali promozionali, documentazione tecnica, e un imponente fondo fotografico di notevole interesse storico.

ATM MANIFESTO. ADI Design Museum