Henri Cartier-Bresson. Cina 1948-49 | 1958

sulla mostra

Oltre cento stampe originali e numerosi materiali e documenti d’archivio esposti per la prima volta in Italia, a Milano, per la mostra HENRI CARTIER-BRESSON Cina 1948-49 | 1958 curata da Michel Frizot e Ying-Iung in collaborazione con Fondation Henri Cartier-Bresson. L’esposizione racconta due storici reportage del fotografo francese, considerato il pioniere del fotogiornalismo, inviato in Cina dalla rivista Life per documentare gli ultimi giorni di Pechino prima dell’arrivo delle truppe di Mao.


HENRI CARTIER-BRESSON E LA CINA


La mostra rivela due momenti chiave della storia del Paese, catturati da Cartier-Bresson nel corso di altrettanti viaggi: la caduta del Kuomintang e l’istituzione del regime comunista (1948- 1949) e il “Grande balzo in avanti” di Mao Zedong (1958). Il fotografo riuscì a immortalare, e a mostrare al mondo occidentale, anche aspetti tenuti nascosti dalla propaganda di regime, come il duro sfruttamento di uomini e donne e l’onnipresenza delle milizie. Il tutto ricorrendo al suo poetico stile in bianco e nero.


LO STILE DI HENRI CARTIER-BRESSON


Con il primo soggiorno in Cina, protrattosi per dieci mesi, Cartier-Bresson segna una svolta epocale nella storia del fotogiornalismo. Neanche un anno prima, nel 1947, il fotografo, insieme ad altri suoi colleghi come Robert Capa, David Seymour, George Rodger e William Vandivert, aveva infatti fondato a New York l’agenzia Magnum Photos, gettando, di fatto, le basi per un nuovo modo di raccontare la contemporaneità. Lo dimostrano anche alcune delle immagini della rassegna milanese, che come nel caso di Gold Rush di Shanghai sono tuttora tra le più famose nella storia della fotografia.

[Immagine in aperturaAlla fine della giornata, la gente in coda spera ancora di poter acquistare oro. Shanghai, 23 dicembre 1948. Gelatin silver print, 1970s © Fondation Henri Cartier-Bresson / Magnum Photos]

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