JAGO. The exhibition

sulla mostra

Per la prima volta tutte le opere dello scultore Jago ‒ 12 capolavori fra tradizione e contemporaneità ‒ sono riunite in un’unica grande mostra; prodotta e organizzata da Arthemisia, è curata da Maria Teresa Benedetti. La rassegna, intitolata JAGO. The Exhibition, raccoglie, dunque, le prime sperimentazioni dell’artista e i capolavori mediatici, le opere realizzate servendosi dell’uso della tecnologia e quelle monumentali.


A ROMA LA MOSTRA DI JAGO


Le prime sperimentazioni dello scultore sono rappresentate dai suoi lavori sui sassi di fiume come Excalibur o Memoria di Sé. Si tratta di sassi raccolti personalmente da Jago nel greto di un fiume alle pendici delle Alpi Apuane: già provvisti di una propria storia, al loro interno l’artista ha riconosciuto una serie di suggestioni. Le tradizionali tecniche scultoree, miste a sapiente uso delle nuove tecnologie, contraddistinguono invece la serie Apparato circolatorio del 2017: trenta cuori anatomici, ognuno dei quali scolpito mentre incarna un preciso micromovimento della sequenza di un battito cardiaco.


LE SCULTURE MONUMENTALI DI JAGO A PALAZZO BONAPARTE


La più grande capacità di Jago sta però nel riuscire a raccontare attraverso il marmo le tragedie del nostro tempo. Ecco come la celebre scultura Cristo Velato, realizzata da Giuseppe Sanmartino nel 1753 interamente da un unico blocco di marmo, vedendo sostituito il Redentore con l’innocente corpo di un bambino, diviene la potente opera Figlio velato. E ancora come l’irraggiungibile Pietà di Michelangelo si trasforma in una moderna e drammatica scena di dolore, in cui un padre raccoglie il corpo esamine del figlio.  In quello che può essere considerato il primo studio d’artista durante un’esposizione, a Palazzo Bonaparte Jago sta anche lavorando dal vivo ‒ documentando via social l’intero processo creativo ‒ alla realizzazione della sua ultima opera.

[Immagine in apertura: Jago, Sphynx, 2015. Marmo, 65x30x50 cm. Photo by Jago]

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