Attesa a New York la prima asta dedicata alle leggende della musica hip hop

È targato Sotheby's l'evento che per la prima volta, nel contesto di una casa d'aste internazionale, permetterà ai tanti appassionati di hip hop di accaparrarsi preziosi cimeli legati alla storia di un genere musicale radicato nella cultura underground ma salito alla ribalta del mainstream nell'arco dei decenni.In calendario nella sede newyorkese il 15 settembre prossimo, l'asta riunirà oltre 120 lotti, che ripercorreranno idealmente la parabola dell'hip hop dagli anni Settanta alla "golden age" degli Ottanta fino agli anni Novanta e ai giorni nostri, scandendone il successo ed evocando i nomi di musicisti e cantanti divenuti leggende.<h2>I LOTTI IN ASTA</h2>Fotografie, poster, flyer, ma anche gioielli e oggetti di lusso appartenuti ai grandi nomi dell'hip hop saranno solo alcune delle rarità a disposizione dei compratori, pronti a sfidarsi a colpi di rilanci. La maggior parte degli oggetti è messa in vendita direttamemte dagli artisti o dai loro estate, mentre una percentuale del ricavo sarà devoluto da Sotheby's alla Queens Public Library Foundation, per sostenerne gli Hip Hop Programs, e alla Building Beats, organizzazione non profit che offre ai giovani meno fortunati programmi di insegnamento a base musicale.Nonostante l'entità dei lotti non sia ancora stata interamente rivelata, alcuni oggetti destinati all'asta del 15 settembre sono già noti. Fra questi spiccano la corona indossata da Christopher Wallace ‒ in arte Notorious B.I.G. ‒ durante la sessione fotografica K.O.N.Y. (King of New York) del 1997 (nell'immagine in apertura, courtesy Sotheby's), tre giorni prima che il rapper fosse assassinato a Los Angeles e le 22 lettere d'amore autografe scritte dall'allora 16enne Tupac Shakur a Kathy Loy, sua compagna di scuola alla Baltimore School for the Arts.

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I maestri della street art si danno appuntamento a Parma

Essere pagati per non fare nulla? La singolare iniziativa di un'università tedesca

Mettiamo subito le cose in chiaro, per evitare fraintendimenti ed errate interpretazioni: non si tratta di uno scherzo. L'University of Fine Arts di Amburgo nei giorni scorsi ha davvero lanciato il progetto Schule der Folgenlosigkeit. Übungen für ein anderes Leben curato dall'architetto e teorico del design Friedrich von Borries. All'iniziativa sono associate tre borse di studio dall'inequivocabile sottotitolo "for Doing Nothing": letteralmente "per non fare nulla". Ai candidati, che potranno presentare le domande in forma anonima fino al 15 settembre, verrà riconosciuto un indennizzo di 1600 euro, per essere stati inattivi. Come? Qui viene il bello...<h2>DALLE CANDIDATURE ALLA MOSTRA</h2>A tutti gli aspiranti "professionisti dell'ozio" è richiesto di compilare un form online che sarà valutato da una giuria di quattro persone, della quale è membro lo stesso Von Borries. Si tratta di rispondere alle medesime quattro domande, riuscendo a impressionare la giuria con una "inattività" particolarmente sorprendente. Facile? Non esattamente, dato che i quesiti inducono a riflettere su cosa non si vuole fare, per quanto tempo e, di conseguenza, ad analizzarsi in profondità, fornendo motivazioni e spiegazioni convincenti sulle personali attitudini verso la "non attività" scelta.Il provocatorio progetto nasce da una riflessione sulla società contemporanea, ossessionata dall'ottenimento di risultati tangibili e misurabili e orientata verso il successo e l'affermazione individuale a tutti i costi, ma nello stesso tempo alla costante ricerca di un approccio più sostenibile e consapevole: una contraddizione sulla quale l'ateneo tedesco ha scelto di soffermarsi. Oltre alle tre borse di studio, tutte le candidature godranno di una certa visibilità, dato che confluiranno nella mostra collettiva The School of Inconsequentiality: Towards A Better Life, ospitata dal Museum für Kunst und Gewerbe Hamburg a novembre.<h2>OZIO E ATTENZIONE AL PROSSIMO</h2>Cosa posso astenermi dal fare in modo che la mia vita abbia meno conseguenze negative sulla vita degli altri? Sembra essere questo il perno attorno a cui ruota l'intera iniziativa, che incuriosisce per i possibili scenari che sarà in grado di generare. "Non fare nulla non è molto facile", ha assicurato alla stampa Friedrich von Borries. Unica clausola del progetto: il pagamento delle borse di studio avverrà solo nel momento in cui l'inattività sarà stata effettivamente "svolta" e previa stesura dell'"experience report" finale.[Immagine in apertura: Filmstill, copyright Jakob Brossmann]

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