
40 artisti contro la guerra israelo-palestinese
Arte
08 aprile 2025

40 artisti contro la guerra israelo-palestinese
Arte
08 aprile 2025
A Milano 40 artisti italiani e internazionali – tra cui grandi nomi come Stefano Arienti, Eva Marisaldi, Diego Marcon, Adrian Paci e Yuri Ancarani – metteranno all’asta le proprie opere per sostenere progetti umanitari nella Striscia di Gaza. L’evento, in programma l’8 maggio, unisce arte e solidarietà per sostenere la popolazione palestinese colpita da guerra e oppressione.
Un’asta d’arte per rompere il silenzio, scuotere le coscienze e dare un aiuto concreto alla popolazione palestinese: è questo l’obiettivo di 40 artisti per Gaza, l’iniziativa che giovedì 8 maggio prenderà vita negli spazi del L.Oc.K – Laboratorio occupato Kasciavìt a Milano.
Le opere di quaranta artisti italiani e internazionali — tra cui Stefano Arienti, Eva Marisaldi, Diego Marcon, Adrian Paci e Liliana Moro — saranno battute all’asta per raccogliere fondi da destinare a progetti umanitari, tra cui cliniche da campo e pozzi d’acqua per centinaia di famiglie, in un territorio dove la vita quotidiana è martoriata da guerra e isolamento.
L’ASTA CONTRO IL CONFLITTO ISRAELO-PALESTINESE
Tra le opere all'asta spicca Old man Palestine di Khalid Albaih, vignettista e artista sudanese la cui arte è da anni una voce globale contro l’oppressione. Il suo disegno, asciutto e potente, incarna la memoria e la dignità di un popolo sotto assedio, e al contempo diventa icona di resilienza. Di grande impatto anche Il Popolo delle Donne di Yuri Ancarani, una stampa tratta dal suo omonimo film presentato a Venezia: un lavoro viscerale che intreccia sguardo femminile, carcere e psicologia maschile in un’Italia ancora intrisa di contraddizioni. Stefano Arienti presenta Sonata opera 34, una poetica traforatura su vinile che attraversa il suono, la materia e il tempo, rendendo tangibile l’invisibile dialogo tra musica e memoria.
LE OPERE ALL’ASTA A MILANO PER LA PACE
Anche la giovane scena contemporanea fa sentire la sua voce. Interaction Moléculaire di Ako Atikossie, con i suoi intrecci di acrilico e marker, simula visivamente la complessità scientifica della materia per riflettere sulle transizioni del nostro tempo, tra crisi ecologica e rivoluzione tecnologica. Selfportrait di Jacopo Benassi è invece un frammento intimo e ruvido del sé, composto da Polaroid, legno, spray e vetro, in cui la fotografia diventa oggetto scultoreo e atto autobiografico. Infine, Senza titolo di Simone Berti, con la sua tecnica mista su carta, richiama l’ibridazione tra corpo e natura, evocando un mondo sospeso tra distopia e rinascita. Adrian Paci presenta l’opera L'ospite misterioso, una stampa fotografica che esplora temi legati alla migrazione, alla resilienza e alla dignità, mentre Francesco Simeti intreccia memoria e rinascita con Citadel, un lavoro in cui, a partire dalle immagini d’archivio del Palestinian Museum, come rovine e cartoline di Gerusalemme, l’artista sovrappone papaveri e piante autoctone, evocando resistenza e rigenerazione del paesaggio.
[Immagine in apertura: Francesco Simeti, Citadel, 2025, Stampa su lino, pezzo unico, 120x80 cm]
PUBBLICITÀ