
Genova ritrova il Castello d'Albertis, con il Museo delle Culture del Mondo
Architettura
28 marzo 2025

Genova ritrova il Castello d'Albertis, con il Museo delle Culture del Mondo
Architettura
28 marzo 2025
Dopo un attento restauro finanziato da oltre 900mila euro, il Castello D’Albertis di Genova, sede del Museo delle Culture del Mondo, riapre al pubblico con nuovi spazi valorizzati. Costruito tra il 1886 e il 1892 dal Capitano D’Albertis, unisce stile neogotico e suggestioni esotiche, celebrando il mito di Cristoforo Colombo.
A Genova, dopo mesi di intenso lavoro, il Castello D’Albertis – la storica dimora che dal 2004 ospita il Museo delle Culture del Mondo – ha riaperto le sue porte al pubblico. L’intervento di restauro, finanziato con oltre 900mila euro provenienti dai fondi del PNRR, ha restituito nuova vita a questa perla architettonica, tra i simboli della città liigure e della sua illustre storia.
A GENOVA COMPLETATO IL RESTAURO DEL CASTELLO D’ALBERTIS
Il restauro ha interessato diverse porzioni dell’edificio: dalla copertura piana del terrazzo, che è stata impermeabilizzata, ai serramenti in legno e ai vetri originali, a loro volta recuperati. Particolare attenzione è stata dedicata agli interni, con il ripristino dei parquet della Sala Colombiana e dei decori pittorici della Sala delle Meridiane, danneggiati nel tempo da infiltrazioni. Anche gli intonaci delle sale espositive sono stati rimessi a nuovo, restituendo agli ambienti la loro originaria luminosità e accoglienza. Oltre a preservare l’integrità storica del castello, gli interventi migliorativi incidono sull’esperienza dei visitatori del Museo delle Culture del Mondo, che ora dispone di spazi rinnovati per l’esposizione delle sue collezioni.
LA STORIA DEL CASTELLO D’ALBERTIS DI GENOVA
Costruito tra il 1886 e il 1892 sulle antiche mura cinquecentesche della città, il castello fu ideato dal Capitano Enrico Alberto D’Albertis con l’intento di celebrare le glorie genovesi, il mito di Cristoforo Colombo e le proprie imprese marinare. Affascinato dall’architettura medievale, D’Albertis adottò il neogotico come linguaggio espressivo, in linea con il gusto romantico ottocentesco. Una scelta compiuta sotto la guida dell’architetto Alfredo D’Andrade, esponente del cosiddetto “medioevo restaurato” ispirato anche a Viollet Le Duc. Ma il castello è molto più di una rievocazione storica: nei suoi tre livelli si presenta come un "collage architettonico" che unisce elementi locali – come la torre degli Embriaci o le polifore di Palazzo San Giorgio – a suggestioni esotiche e ispano-moresche raccolte da D’Albertis nei suoi viaggi. Immancabile il mare, compagno costante del Capitano, che entra nel castello attraverso viste spettacolari e dettagli simbolici, come l’oblò della sua cabina di comando, ricostruita all’interno della dimora.
[Immagine in apertura: Castello d'Albertis. Courtesy Comune di Genova]
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